La Heritage Foundation di Washington
è, molto probabilmente, il think-tank più autorevole ed influente di tutti gli Stati
Uniti d'America. Fondata nel 1973, in piena era-Nixon, questa associazione culturale
vicina al Partito Repubblicano si propone,
come si legge nel suo statuto, di "elaborare e promuovere strategie politiche basate
sui principi del libero mercato, della limitazione dell'interventismo statale, delle
libertà individuali, dei valori tradizionali americani e della difesa nazionale".
Per raggiungere questi obiettivi, lo staff della Heritage Foundation produce,
periodicamente, ricerche dedicate all'approfondimento di alcuni temi-chiave della politica
interna ed estera statunitense. Molto famosa, soltanto per fare un esempio, è la
classifica internazionale stilata - ogni anno - basandosi sul cosiddetto "indice di
libertà economica". Di ogni nazione viene calcolato il grado di apertura al mercato
nei dieci settori fondamentali del sistema economico: politica commerciale, livello di
tassazione, utilizzo delle risorse da parte del governo, politica monetaria, flussi di
capitale, sistema bancario, prezzi e salari, diritti di proprietà, mercato nero e livello
di regolamentazione. Inutile dire che l'Italia, già prima della "cura Prodi",
viaggiava malinconicamente verso metà classifica, ultima (e staccatissima) tra i paesi
del G7.
Ma la Heritage Foundation non si limita a questo massiccio lavoro di ricerca. E cerca,
spesso con efficacia, di coinvolgere nella discussione la classe dirigente Usa: i
componenti del Congresso e quelli dell'esecutivo, i mass-media e la comunità accademica.
La fondazione, retta da un consiglio indipendente di garanti, non ha fini di lucro e vive
soltanto grazie ai finanziamenti dei privati, visto che non accetta aiuti pubblici o
commesse esterne. Grazie ai suoi 250mila "finanziatori", però, la Heritage
Foundation è riuscita a diventare l'associazione culturale con il maggior numero di
sostenitori in tutti gli Stati Uniti.
Da un paio d'anni a questa parte, poi, il suo presidente, Edward J. Feulner Jr., ha deciso
di giocare la carta del Cyberspazio, dando vita alla Heritage Foundation On-Line. Feulner
e i suoi collaboratori sembrano confidare molto nelle potenzialità del World Wide. E il
sito della fondazione, oltre ad essere curatissimo graficamente, è pieno di materiale
interessante.
Pronte per essere "scaricate" dal vostro modem, per esempio, ci sono le ultime
due annate della
Policy Review,
un bimestrale di cultura politica che ospita regolarmente alcune tra le firme più
prestigiose del mondo conservatore e libertarian statunitense, come Newt Gingrich, Phil
Gramm, Dick Armey, Bill Bennett, Ralph Reed, Bill Kristol, Kate O'Beirne e Grover
Norquist.
Una sezione affascinante è anche quella dedicata a Reinventing America, un forum
interattivo che - fino al 31 gennaio 1997 - ha impegnato oltre duemila cittadini del
Cyberspazio in una "simulazione congressuale" che ha discusso (e votato) una
proposta di riforma per il Welfare State americano. Un esperimento unico, a cui hanno
partecipato anche esponenti politici avversari del Grand Old Party, come l'ex governatore
dello Stato di New York, il democratico Mario Cuomo.
Poi, naturalmente, è possibile consultare gli archivi di ogni singolo dipartimento di
ricerca interno alla fondazione, da quello per la politica estera e la difesa al centro
studi asiatico (Heritage Asia Office) con
sede a Hong Kong. Senza contare l'incredibile lista di link esterni con i siti Internet
delle associazioni vicine al variopinto mondo della destra a stelle e strisce: dalla
American Conservative Union. al
Cato Institute., dalla
National
Rifle Association al Libertarian Party.
Uno degli angoli più promettenti della Heritage Foundation On-Line, infine, è la Job
Bank, un'associazione che si propone di favorire l'inserimento nel mondo del lavoro - nel
settore privato e in quello pubblico - di individui di provata fede conservatrice. Quello
che i partiti italiani fanno da sempre e di nascosto, insomma, negli Stati Uniti è una
pratica alla luce del sole, partimonio sia della tradizione repubblicana che di quella
democratica. Tanto che la Job Bank della Heritage (che organizza anche corsi di
aggiornamento gratuiti) è considerata, dal mondo istituzionale ed imprenditoriale
americano, uno degli interlocutori più affidabili nella ricerca di personale qualificato.
Frenate i vostri impulsi italici, però. Se quello che vi serve è una raccomandazione per
fare l'usciere nella Usl sotto casa, avete sbagliato indirizzo. La Heritage Foundation
lavora solo nella zona di Washington.
a cura di
Andrea Mancia
(1998) |
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