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 [IL DOCUMENTO DI BARI]
 Un segnale preoccupante che viene dal mercato del lavoro
 
 L’Istat ha reso note le rilevazioni sullo stato delle Forze di 
              lavoro, realizzate a luglio del 2002. Dal confronto dei risultati 
              con le serie relative al periodo successivo al gennaio del 1993 si 
              ricava che l’occupazione italiana complessiva è aumentata da 
              20,620 milioni di unità a 21,802 milioni di unità. L’occupazione 
              nel Mezzogiorno - nel medesimo periodo gennaio 1993/luglio 2002 - 
              passa da 6,026 a 6,205 milioni. Le persone in cerca di occupazione 
              erano 2,082 milioni in Italia: 1,168 dei quali era rilevato nel 
              Mezzogiorno.
 
              
              La punta massima delle persone in 
              cerca di occupazione nel Mezzogiorno si osserva ad ottobre del 
              1995 con 1,666 milioni di persone. Gli occupati, alla medesima 
              data, erano nel Mezzogiorno 5,829 milioni di persone. A luglio del 
              2002 le persone in cerca di occupazione sono, sempre in milioni, 
              1,384: un valore che è ancora superiore a quello del gennaio 1993, 
              pur essendo inferiore a quello dell’ottobre 1995. Gli occupati, 
              sempre a luglio 2002, sono 6,205 e mostrano un sensibile 
              incremento rispetto all’ottobre del 1995. 
              
              Questa espansione degli occupati che 
              si manifesta in parallelo con la mancata riduzione delle persone 
              in cerca di occupazione si può rendere ancora più evidente 
              osservando il trend delle due quote percentuali: la percentuale 
              degli occupati meridionali sul totale degli occupati in Italia e 
              la percentuale analoga dei disoccupati meridionali sul numero dei 
              disoccupati italiani. Come si vede dal grafico relativo, la 
              percentuale degli occupati ha un andamento parabolico, rivolto 
              verso l’alto, e mostra chiaramente di avere superato il proprio 
              punto di minimo. La percentuale delle persone in cerca di 
              occupazione - dei meridionali rispetto al valore nazionale - è 
              descritta da una retta chiaramente ascendente. 
              
              Esiste, in altre parole, un problema 
              strutturale nel riassorbimento della disoccupazione meridionale 
              che deve essere meglio approfondito nelle cause, ma che si 
              presenta come un chiaro sintomo della sproporzione tra la capacità 
              espansiva dell’economia locale e l’assorbimento delle risorse 
              umane presenti. Il dato è tanto più preoccupante quando si ricordi 
              che, negli anni Novanta, la popolazione meridionale residente è 
              complessivamente diminuita in valore assoluto.
 novembre 
              2002
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