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 Il personaggio.
 Mauro, il leghista che 
              viene dal paese di Padre Pio
 di Lorena Saracino
 
 Domenico Mennitti ha scelto Mario Mauro come testimonial per 
              l'inaugurazione della biblioteca in Via Cardassi, a Bari, che 
              conterrà volumi e studi sul Mezzogiorno. La Fondazione Ideazione 
              ha voluto metterla a disposizione della città con un messaggio 
              chiaro: "A Bari stiamo mettendo radici - ha specificato Mennitti - 
              e vogliamo cercare un tavolo stabile di discussione su problemi 
              del Sud". Ma chi è Mario Mauro? E' il vicepresidente della 
              commissione Cultura al Parlamento europeo, è nato a San Giovanni 
              Rotondo e da tempo vive a Milano. E' stato vicepresidente della 
              Compagnia delle Opere ed è un grande amico di Raffaele Fitto. Ha 
              anche guidato la protesta delle tante associazioni scolastiche che 
              si sono opposte alla riforma Berlinguer: un milione di fax 
              bloccarono per sei giorni l'attività del Ministero. La sua 
              campagna alle europee come indipendente nelle liste di Forza 
              Italia fu sensazionale. Per settimane Milano fu inondata da 
              misteriosi cartelli con su scritto solo Mauro. In seguito la città 
              ne ha scoperto il significato. Ieri, a Bari ha trovato il modo di 
              catturare ancora una volta l'attenzione: Nel corso del convegno 
              della Fondazione Ideazione, che ha ospitato un ricco parterre di 
              esperti, politici della Prima e della Seconda Repubblica, docenti, 
              rappresentanti di altre fondazioni (Fondazione De Gasperi), Mauro 
              si è dichiarato leghista convinto. "Condivido fino in fondo quello 
              che la Lega fa", ha detto, sollevando non pochi brusii. "Ogni 
              regione deve avere la possibilità di generare il proprio futuro 
              fino in fondo. E la Lega, che riporta in auge il modello 
              autonomista contro quello statalista, mi trova d'accordo. Il 
              federalismo esasperato è conveniente per il Sud, lo statalismo 
              mortifica la persona".
 
 Il 20% dei milanesi - ha comunicato - è di etnia pugliese e 30 
              mila capifamiglia sono della provincia di Bari. La giunta 
              regionale lombarda è composta da uomini del Sud. "Ma un travaso 
              non servirebbe", ha osservato. "La modifica del Titolo V, così 
              com'è, genera solo confusione, è una creatura nata male. Il 
              trasferimento di competenze ai soggetti politici non c'è, c'è solo 
              decentramento senza sussidiarietà. Io voglio, invece, una 
              devoluzione fino in fondo, anche se solidale. Una volta il 
              principe era a Roma e potevi sperare che uno sguardo potesse anche 
              dartelo. Ora sono a Bari, a Foggia e se gli pesti i piedi sono 
              cavoli tuoi". Il federalismo di Mauro si spinge fino alla 
              contrattazione diretta in Europa. "Sulla questione degli incentivi 
              fa prima il Governo a mettere d'accordo Nord e Sud o le Regioni?". 
              E ancora: "Se la Puglia ha interesse ad avviare una università in 
              Albania, deve aspettare la riforma dell'università italiana, che 
              non metterà mai questa fra le priorità?" Ma le singole regioni che 
              potere hanno? "Non ne hanno. Devono far parte di club delle 
              regioni motori d'Europa, come quello che ha proposto Formigoni e 
              che ha trovato favorevole Fitto".
 
 (dal Corriere 
              del Mezzogiorno del 26 ottobre 2002)
 
 
 
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