
a cura
di
Vittorio Mathieu
L.
28.000 |
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Alain
Besançon
NOVECENTO. IL
SECOLO DEL MALE
Il libro:
Lo
sterminio fisico del nemico è sempre stato uno dei mezzi della
politica: eppure nell'ultimi secolo ha assunto un carattere
particolare. Perché son cresciute le vittime? In assoluto può
darsi, statisticamente no. In ogni caso non è il numero quello
che fa la differenza. Ciò che colpisce sono le motivazioni, i
modi, i risultati. Nazismo e comunismo si propongono come un
messaggio di salvezza: per la razza germanica il primo, per
l'imanità il secondo. Contro il nemico il nazismo ha avuto
poco tempo e ha concentrato i suoi sforzi su ebrei e pochi
altri. Il comunismo ha finito presto col ritorcersi contro se
stesso; poi è divenuto un puro mezzo di conservazione del
potere per i privilegiati. Gli altri si sono svuotati nella
passività e nell'inerzia. Come mai, nonostante le sue
dimensioni minori nel tempo e nello spazio, il nazismo è
ricordato come un incubo, mentre il comunismo è rimosso dalle
coscienze degli stessi comunisti? Qui interviene il problema,
tuttora aperto, dello sterminio degli ebrei, la Shoah:
qualcosa di unico nella storia, ma della cui univocità è
difficile individuare le ragioni.
L'autore:
Alain
Besançon
membro dell'Institut
de France, ha scritto numerosi saggi di successo tra cui
"Court Traité de soviétologie à l'intention des
autorités" (1976), "Les Origines intellectuelles du
léninisme" (1977), "Anatomie d'un spectre" (1981),
"L'image interdite" (1994), "Trois tentations dans
l'Eglise" (1996).
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