Exit poll. E i sondaggi confermano: la Rai è poco credibile
di Elisabetta Di Virgilio
Tutti i sondaggi concordano: tertium non datur. Gli italiani stanno o di qua o di là, non solo sul voto ma praticamente su tutto. Il botta e risposta delle due parti politiche in gara si proietta, con altrettanta fedeltà, su sondaggi di ogni genere, spaccando in due il paese. E la sfida si fa sempre più serrata e, spesso, più spostata sui terreni del politicamente scorretto. Tra i sondaggi più interessanti di questi giorni, quello Ispo sul livello di affidabilità delle due più importanti emittenti televisive italiane. Mediaset o Rai: chi vince e chi perde? All'indomani dell'affaire Luttazzi che tipo di fiducia ripongono gli italiani nei mezzi della comunicazione di massa? E, soprattutto qual è il livello di credibilità del servizio pubblico? I risultati del sondaggio forniscono informazioni interessanti. Il livello di fiducia dell'opinione pubblica nei confronti delle emittenze Tv in generale colloca Mediaset e Rai in netto ritardo rispetto ad altre istituzioni statali. Le reti berlusconiane, tuttavia, sembrano mantenere un certo vantaggio nei confronti degli avversari di viale Mazzini. E la Rai perde decisamente colpi. Forse a causa delle vicende delle ultime settimane, l'emittente pubblica appare in affanno in termini di credibilità agli occhi degli elettori. Il livello di stima per le reti di stato è diminuito da dicembre ad oggi di due punti percentuali, passando dal 27 al 25 per cento, contro un aumento (da 34 a 36) di affidabilità delle tre reti private.
Non sorprende lo schieramento politico del popolo elettore nei confronti delle parti in causa: quelli del centrosinistra preferiscono la Rai (39 per cento), quelli del centrodestra Mediaset (49 per cento). Nell'ambito del bipolarismo televisivo gli elettori di An privilegiano sì l'emittente privato rispetto al pubblico ma sempre meno di quanto non facciano i forzisti. Così come i radicali di Bonino e Pannella, che in questo caso scelgono di collocarsi a "destra": meglio Mediaset. Se analizziamo i caratteri più strettamente socioeconomici del campione si evince che il livello di sfiducia espresso nei confronti di entrambe le emittenti è maggiore tra i laureati, gli elettori tra i 30 e i 50 anni, i lavoratori autonomi, la gente del settentrione.
Passiamo ai sondaggi più propriamente elettorali. Secondo i "consigli per gli acquisti" di Demoskopea-Foglio, che mostrano rispetto alla settimana scorsa un lieve mutamento nel dato informativo fornito dal campione, sia Berlusconi sia Rutelli perdono, rispettivamente per due e un punto percentuale, la fiducia degli italiani. Ma mentre il leader della Casa delle libertà conquista per simpatia l'un per cento degli elettori presi a campione, il candidato dell'Ulivo scende di due punti, dal 36 al 34. Chi pensano vincerà il prossimo 13 maggio? Per questa settimana Berlusconi sale di tre livelli sulla scala del vincitore. Il 67 per cento degli intervistati è convinto, infatti, del successo del Polo contro un sempre più risicato numero di intervistati che crede nella vittoria dell'Ulivo (dal 17 al 14 per cento). Anche il Cirm conferma la pole position della Casa delle Libertà. Su un campione di 2mila elettori intervistati centrodestra batte centrosinistra 52 a 31 nel proporzionale alla Camera e conferma il distacco, anche se da posizioni più ravvicinate, nella quota uninominale (51 per cento contro il 40 degli avversari).
20
marzo 2001
lisadivirgilio@hotmail.com
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