| 
              E Santoro rispolvera Di Pietro il 
              pakistanodi Patrizio Li Donni
 
 Chissà cosa è passato nella mente degli italiani l’altra settimana 
              quando intenti a vedere quel demiurgo mediatico di Michele 
              Santoro, ultimo recente sponsor del duo Casarini-Agnoletto, hanno 
              visto apparire nel vidiwall dello studio il faccione molisano di 
              Antonio Di Pietro in collegamento da Islamabad. Il nostro infatti 
              è in Pakistan come inviato del settimanale Oggi, e in questi 
              termini Santoro lo presenta al pubblico. Ed allora la prima idea 
              che ci balza in mente vedendolo collegato dalla ormai famosa 
              terrazza da dove tutti i giornalisti registrano i loro pezzi o 
              vanno in diretta, è stata, visto il tono della testata, una love 
              affair con Tiziana Ferrario, bionda inviata del Tg1. Invece no, 
              Tonino, ex poliziotto, ex magistrato, ex senatore ora giornalista, 
              si addentra in una articolata analisi della società talebana, 
              concentrando la sua attenzione, da provetto contadino di Montenero 
              di Bisaccia, sulle coltivazioni di papavero da oppio. E conclude 
              con la perentoria affermazione che i proventi da oppio del regime 
              talebano sono tuttora fiorenti perché non si è seguita a 
              sufficienza la pista investigativa sul traffico di droga 
              dall’Afghanistan. Il che ha pure un senso se non fosse che la 
              lingua dell’ex magistrato batte sempre dove duole il dente. E a 
              noi fa un po’ di tenerezza.
 
 Giunta a Kabul, la notizia non tarda a spargere il terrore tra i 
              talebani. Temendo un avviso di garanzia, Osama bin Laden ha deciso 
              di consegnarsi ai mujaheddin dell’Alleanza del nord, preferendo di 
              gran lunga il taglio della gola al carcere di San Vittore e a un 
              interrogatorio in procura condotto da Tonino. Il Mullah Omar ha 
              telefonato con voce tremante al tabaccaio di Montenero di 
              Bisaccia, noto islamista, e offerto i voti della sua famiglia per 
              far superare il 4 per cento all’Italia dei valori, oltre che 
              proposto la sua candidatura a sindaco di Palermo, dove forse 
              qualche consenso in più, visti i trascorsi arabi dell’isola, 
              potrebbe strapparlo. Michele Santoro dopo averci deliziato con lo 
              sdoganamento mediatico di Casarini e Agnoletto - principale 
              obiettivo del suo programma televisivo da un po’ di tempo a questa 
              parte - tenta ora di riproporre il filone giustizialista incarnato 
              dall’ex pm, riaffiorato già in seguito alla studiata protesta 
              della sinistra in Senato sulle rogatorie, puntualmente enfatizzata 
              dal Mullah Michele.
 
 E di Pietro dopo aver fallito il quorum alle elezioni ed esser 
              sparito dalla scena politica nazionale, cercava disperatamente un 
              po’ di visibilità, e il Mullah Michele si sa non nega una 
              comparsata a nessuno dei suoi cavalli di battaglia. Ma il buon 
              Tonino bbiettivamente ci ha sorpresi con la battaglia dell’oppio: 
              che stia pensando (e sperando) allo stipendio di Pino Arlacchi 
              capo dell’Agenzia Antidroga delle Nazione Unite, il cui incarico 
              scadrà il prossimo anno? Non sarebbe la prima volta d’altronde che 
              i perdenti in patria cercano riparo e occupazione all’estero. 
              Anche altri esponenti della sinistra hanno trovato una 
              collocazione fuori Italia. Prodi in primis, poi anche il gran capo 
              della lotta alla mafia Caselli. Ora ci prova il dottor Sottile 
              pronto a fare il capo della redigenda costituzione europea. E 
              allora Tonino coglie la palla al balzo e si butta sull’oppio.
 
 19 ottobre 2001
 
 freccia@libero.it
 |