Ecco la scuola che vogliamo
di Cristiana Vivenzio
"Cari docenti, sento l'esigenza di scrivervi per farvi partecipi
in modo diretto del nostro lavoro": si apre così la lettera che il
ministro della Pubblica Istruzione Letizia Moratti ha indirizzato
via Internet all'intero corpo insegnanti italiano, "la vera anima
della scuola" - come scrive il ministro. Una lettera che, già nel
suo esordio, la dice lunga sul tipo di impostazione che il
dicastero, nato dopo il 13 maggio, ha voluto dare alla campagna di
rinnovamento riformista, campagna che da qui a breve - dopo la
sospensione della riforma dei cicli di berlingueriana, e,
purtroppo, generale memoria - investirà il mondo scolastico
italiano. "Partecipazione diretta dei diretti interessati":
gridano con forza queste parole tutti i provvedimenti sia
strettamente politici sia meramente esecutivi avviati dal
ministero in questi primi mesi di "orientamento a quanto c'è da
fare". Ma quelle parole gridano anche un'altra chiara intenzione:
desiderio di conoscere quel mondo di cui si è chiamati a far
parte. "La scuola che sto imparando a conoscere - continua la
Moratti - è fatta di luci e ombre; ho visto istituzioni
scolastiche d'eccellenza anche in contesti socio-economici
difficili". Una lettera chiara, non passibile di fraintendimenti,
per spiegare il percorso che si intende intraprendere, e
soprattutto capire dove ci si vuole indirizzare.
L'attività del ministero è stata condotta su diversi livelli. In
primo luogo quello strettamente programmatico. Un gruppo di lavoro
costituito da sei esperti in materia scolastica ha avuto il
compito di analizzare e individuare una serie di provvedimenti
alternativi con lo scopo di porre le basi che traccino le linee
guida di alcune possibili ipotesi di riforma. Il lavoro
programmatico, nel quale sono state e saranno coinvolte tutte le
componenti scolastiche attraverso la costituzione di focus group,
analisi comparatistiche, audizioni mirate, ecc.. costituirà la
base di partenza e di discussione in vista della riunione degli
Stati Generali, già indetta a Roma per metà dicembre. Il punto di
partenza di questo percorso di rinnovamento fa la vera differenza
con il passato. Virtualmente rappresentato in quel viaggio che il
ministro Moratti ha intrapreso a partire dal 16 ottobre, partendo
dalla Sardegna, e che si concluderà, dopo aver fatto tappa in
tutte le regioni italiane, appunto a Roma, quel percorso ha
capovolto la linea dell'impostazione riformatrice: non più
verticistica e imposta dall'alto ma fortemente recettiva e
proveniente dal basso. E' proprio in quest'ottica che si pone la
costituzione di una serie di attività che aprono le porte ad un
processo interattivo tra la base (insegnanti, allievi ma anche
coloro che si sentono vicini alle problematiche della scuola di
oggi) e l'istituzione ministeriale. Dalla realizzazione di un
forum permanente con il mondo scolastico, dove far confluire idee,
riflessioni, opinioni e soprattutto proposte per migliorare
l'offerta formativa. Alla costituzione di una newsletter, che
permetterà a tutti coloro che ne faranno richiesta di partecipare
direttamente da casa all'appuntamento di dicembre.
Il secondo livello dell'attività investe, invece, la delicata
materia finanziaria, croce sempiterna delle politiche scolastiche.
Nell'occhio del ciclone lo stipendio degli insegnanti. L'articolo
11 dell'ultima legge finanziaria, oggi al vaglio della Camera, ha
stabilito un aumento progressivo da qui al 2004 dei finanziamenti
per la valorizzazione del personale docente. Si prevede, in altri
termini, tra le principali un adeguamento degli stipendi degli
insegnanti al tasso d'inflazione programmata, e la possibilità per
i docenti di ricevere il rimborso delle spese di
auto-aggiornamento. Si stabiliscono, inoltre, differenti modalità
per la determinazione degli organici e nuove regole per
l'assegnazione delle supplenze. La riforma non è una rivoluzione,
ma una riforma moderata, sostengono gli addetti ai lavori, che
punta a pochi obiettivi concreti tra i quali spicca su tutti il
progetto di riqualificazione professionale del corpo insegnanti.
Un progetto che - aggiungiamo - finalmente valorizzi la
professionalità dei docenti e ne snellisca l'attività, liberandola
dai lacci burocratici che fino ad oggi hanno costretto l'esercizio
dell'attività formativa. Non a caso è stata minima l'entità della
contestazione delle scorse settimane: il ministero parla di un 15
per cento di adesioni.
23 novembre 2001
c.vivenzio@libero.it
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