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              Alleanza nazionale e nostalgie 
              democristianedi Riccardo Paradisi
 
 Chi ha paura di una destra moderna, democratica ed europea? A 
              parole nessuno. Poi però quando si tratta di fare passi concreti 
              in questa direzione, allora apriti cielo. Ritornano fuori le 
              colonne d’Ercole - che, va da sé, non possono essere superate - 
              rispunta la continuità ideale, vecchi slogan tornano a fare 
              capolino. “Non vogliamo morire democristiani” ha detto Alessandra 
              Mussolini - suscitando ovazioni - dal convegno della destra 
              sociale dell’Ergife di Roma. Il riferimento è all’idea lanciata da 
              Maurizio Gasparri - dal contemporaneo convegno aretino di Destra 
              protagonista - di guardare al Partito popolare europeo come 
              orizzonte d’approdo dell’evoluzione della destra italiana. Idea 
              sensata, soprattutto considerando la semplificazione del quadro 
              politico nazionale ed europeo. E soprattutto considerando che nel 
              Partito popolare europeo ci sono Aznar e i cristiano democratici 
              tedeschi, i conservatori danesi e il partito nacionalista vasco 
              spagnolo, la Nea Dimokratia greca, i moderati svedesi e il partito 
              nazionalista valdese.
 
 In questa compagine chi non è a casa sua sono i Popolari italiani 
              alleati coi partiti nazionali del socialismo europeo, mentre lo 
              sono Forza Italia e il Ccd, cioè quei conservatori moderati in 
              Italia alternativi alla sinistra. Perché Alleanza nazionale non 
              dovrebbe far parte di questo schieramento? Perché la destra 
              italiana dovrebbe rinunciare a occupare il centro dello scacchiere 
              politico, considerando che in politica vince chi conquista il 
              centro? Ad Arezzo Gasparri ha specificato che nessuno ha 
              intenzione di morire democristiano, nemmeno quei democristiani che 
              hanno aderito ad An per portare avanti un discorso nuovo. Del 
              resto, non si capisce nemmeno bene questa idea secondo cui 
              l’elettorato democristiano dovrebbe sparire.
 
 Esiste una fetta considerevole di opinione pubblica che si 
              riconosce nelle posizioni cristiano democratiche e che di fronte 
              alla fine della Democrazia Cristiana ha indirizzato il proprio 
              consenso verso altre forze moderate e alternative alla sinistra. 
              Tra queste Alleanza nazionale, che dovrebbe preoccuparsi di 
              rappresentarle, di dar loro una prospettiva futura. Altrimenti - 
              se prevarrà la logica dell’esclusione e dell’isolamento, della 
              gelosia e del passatisimo - accadrà che i cristiano democratici 
              italiani saranno costretti a ritrovarsi altrove. Per esempio nella 
              ricostituenda Democrazia Cristiana. Così sì, che moriremo 
              democristiani.
 
 7 dicembre 2001
 
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