Quei pro-global dell'ultim'ora
di Paolo Zanetto
E’ notizia recente che il segretario dei Radicali, Daniele
Capezzone, si è alleato con il noto dj Pierluigi Diaco per far
nascere i “Giovani Global”. In risposta ai “tassisti”, gli ormai
famigerati studenti del liceo Tasso di Roma, nasce dunque un
movimento liberale-liberista-libertario che vuole dar voce alla
maggioranza silenziosa dei giovani. E per cominciare trova due
tribune: la quarta pagina de Il Foglio e un paginone intero su
Libero. Ma l’iniziativa non sembra molto originale: già lo scorso
luglio, nei giorni del G8, la McGeneration scandiva il suo inno
pro-global. E lo faceva proprio negli stessi identici spazi
giornalistici liberi e foglianti. Grazie ai suoi appelli,
sottoscritti da personaggi diversi e poco conformisti, da Feltri a
Ricossa, passando per Pasolini Zanelli e Infantino, la
McGeneration ha contributo ad aprire il dibattito sulla
“maledetta” globalizzazione. Poco dopo quel periodo arrivarono
anche le “tute azzurre” dei giovani di Forza Italia, con tanto di
foto provocatorie in flagranza di reato, con un Big Mac in mano
davanti a un McDonald’s.
Le ragioni di questa McGeneration sono chiare: mentre qualche
migliaio di ragazzi sfasciava vetrine a Genova, centinaia di
milioni di giovani mangiavano nei fast food in tutto il mondo,
bevevano Coca-Cola o stavano a casa a guardare Mtv. Perché,
nonostante i no global, in tutto questo non c’è niente di male.
Oggi i radicali si uniscono a questo mondo giovanile, con il
rischio di arrivare fuori tempo rispetto al dibattito sulla
globalizzazione, mentre Diaco fa addirittura un’inversione a “U”
rispetto a quando, 45 giorni fa, si ergeva a paladino dei no
global inviando lettere - rigorosamente aperte - al presidente del
Consiglio. Dato che rischiano di essere già in ritardo,
consigliamo loro di non perdere troppo tempo ad abbozzare un
manifesto pro-global, magari scritto nella prosa supergiovane di
Diaco, e di visitare il buon vecchio sito
www.mcgeneration.com: troveranno
buoni contenuti, spunti propositivi, perché essere giovani vuol
dire soprattutto essere a favore di un sogno, e non solo essere
“contro”.
Avere nuovi amici nella battaglia pro-global fa comunque piacere,
perché c’è ancora molta strada da fare. Il popolo di Genova ha
passato tempi duri dopo l’11 settembre, nell’imbarazzo di
cavalcare il suo anti-americanismo sfacciato, quello che fa
bruciare in piazza la bandiera a stelle e strisce. Con la
conversione a movimento per la pace le contraddizioni sono emerse
sempre più chiaramente, a dimostrare che le tute bianche non erano
nelle strade di Genova per ottenere una “governance” per lo Stato
Imperialista delle Multinazionali, ma piuttosto per scandire un
appuntamento mediatico della sinistra arrabbiata. E dato che le
copertine dei settimanali non si occupano più del G8, la protesta
viene portata nelle scuole, non più in versione anti-global, ma
contro le bombe americane e la riforma Moratti, argomenti per la
verità non particolarmente affini tra loro. E’ inquietante il
conformismo dei ragazzi del Tasso, vittime della vecchia retorica
sulla sinistra movimentista, che ormai è diventata solo casinara.
Ma non è il caso di prendersela troppo con loro, o con le loro
contestazioni, che si rivelano tanto borghesi da destare un
sorriso.
Forse non tutti, eppure molti ragazzi del Tasso fanno parte di
questa McGeneration. Molti sono contenti di vivere in un mondo
globale, e hanno fatto propria la logica senza frontiere del
libero mercato e dell’Internet. Detestano le grandi corporazioni,
siano esse i sindacati o i poteri forti, e cercano uno spazio di
libertà. Sono quelli che fanno l’okkupazione perché per qualche
giorno a dicembre - come sanno tutti gli studenti di scuole
statali - è bello fare casino, anche se poi bisogna studiare di
più durante le vacanze di Natale. E’ certo nel novanta per cento
dei casi ai ragazzi che occupano i licei italiani non frega
assolutamente niente di Letizia Moratti e della sua riforma, che
comunque non si applicherebbe a loro, ma che sono interessati al
cineforum con i film “old fashioned” di Diego Abatantuono o al
brivido piccolo borghese di farsi una canna nel bagno della
scuola. E quando usciranno dalla scuola, da soli o in compagnia,
andranno a festeggiare. Al primo McDonald’s.
14 dicembre 2001
zanetto@tin.it
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