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        Cattivi pensieri. Giudici senza giudiziodi Vittorio Mathieu
 
 I bambini hanno forte il senso del diritto. Più tardi alcuni lo perdono, 
        deviati dall’ideologia. Il problema, però, è un altro: se abbiano senso 
        del diritto, non i minori, ma i tribunali dei minori. Umanità e buon 
        senso debbono prevalere, ma non vanno confusi con le teorie di una 
        psicopedagogia americana di cinquant’anni fa, dimentica del salutare 
        insegnamento racchiuso nel mito del peccato originale, o, se si 
        preferisce, nelle teorie psicanalitiche sull’infanzia.
 
 Qualche giorno fa sono apparsi sugli schermi televisivi due coniugi che 
        da anni non vedono una loro figlia, perché il padre era incolpato di 
        abusi gravissimi. Dopo tre gradi di giudizio è stato riconosciuto 
        innocente. Nel frattempo era comprensibile che un fondato sospetto 
        bastasse a giustificare misure cautelative; ma, dopo la sentenza, i 
        giudici non avrebbero dovuto provvedere immediatamente a restituire la 
        bambina alla famiglia? La scarsità di notizie ci costringe ad 
        accontentarci di congetture. Ma la stessa scarsità di notizie è 
        allarmante. Problemi come questo incidono a fondo sulla civiltà. 
        Dovremmo essere rassicurati contro sospetti atroci, contro il sospetto 
        che un “ius” tutt’altro che “summum” contribuisca a rovinare chi 
        dovrebbe proteggere.
 
 Ad esempio, mente il padre era in prigione, perché la patria potestà non 
        è andata alla madre? Era anche lei sospetta? E gli altri figli, allora, 
        non correvano pericolo? Non si tratta di curiosità morbose. La nostra 
        civiltà, piena di dolcezza e di cuore, spesso fa, per questo, più danni 
        del “ius vitae et necis”. Perduto il senso della pena retributiva, non 
        meraviglia che si perda anche il senso delle correzioni corporali che i 
        bambini, al contrario, capiscono benissimo. E gli esempi si potrebbero 
        moltiplicare. In queste condizioni, è opportuno conservare per i minori 
        tribunali speciali, rifiutati in altri casi dalla Costituzione? 
        Frattanto le crudeltà contro i bambini nell’insieme sono probabilmente 
        aumentate. Tutti i giudici dovrebbero essere sensibili ai problemi 
        specifici dell’infanzia e dell’adolescenza, sulla base di un’esperienza 
        umana completa. Se il giudice speciale per i minorenni è più 
        “comprensivo”, può verificarsi il paradosso di un minore previdente che, 
        intenzionato ad uccidere un genitore, si affretta a farlo prima della 
        scadenza fatale dei 18 anni.
        La Costituzione dichiara che ognuno dev’essere sottoposto al suo giudice 
        naturale. La cosa più importante, però, è far sì che tutti i giudici 
        siano naturali.
 
 15 febbraio 2002
 
 
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