South Park. Lo sceriffo di Alamogordo
di Carlo Stagnaro
C'era una volta un paese lontano lontano. Si chiamava Alamogordo e si trovava al centro della contea di Otero. Detta così sembra davvero una favola, con quei nomi che paiono una delle tappe dei viaggi di Gulliver. O, forse, uno si aspetterebbe di incontrarvi l'Uomo di latta e unirsi così alla sua ricerca di un cuore. Ma Oz c'entra nulla, e Dio solo sa se Jonathan Swift ne ha mai sentito parlare. Alamogordo però esiste, eccome, e si trova nel New Mexico. Un posto tranquillo, dove non succede mai niente di notevole. Quello stato, in effetti, non compare mai nelle cronache, un po' come la Svizzera: il che sarebbe sufficiente a renderlo un ottimo luogo in cui vivere. Comunque, non divaghiamo. Anche la contea di Otero, al pari di tutte le altre, ha uno sceriffo, che si chiama John Lee.
Mi si conceda, a questo punto, una ulteriore parentesi. Come gli affezionati lettori di South Park ben sanno, chi scrive è tutt'altro che imparziale. Anzi, si gloria a ogni piè sospinto di essere fazioso. Così, se il mainstream vuole lo sceriffo ottuso e buzzone contrapposto al coraggioso e leale agente dell'Fbi o di qualche altra agenzia con sede a Washington, nelle storie da noi narrate la situazione è sempre rovesciata. Lo sceriffo è il buono, anche perché gode dell'approvazione popolare (la sua carica è elettiva), mentre il federale è un trafficone un po' scemo che fa cornuta la moglie. Tutto ciò premesso, veniamo al buon John Lee. Che si è incazzato un pochino con l'Ufficio dell'alcol, tabacco e armi da fuoco (Batf, cioè Bureau of Alcohol, Tobacco and Firearms) perché ha condotto un'operazione nella sua contea senza dirgli nulla. Secondo lo sceriffo, gli agenti del Batf sono stati a lungo in contatto con il suo ufficio durante le loro indagini su alcuni presunti traffici di armi da fuoco nell'area di La Luz, ma lui è stato tenuto all'oscuro di tutto perché ritenuto - a torto o a ragione - "anti-governativo".
Thomas Wayne Moore a Paul Larry Mohr (58 anni il primo, 52 il secondo) sono stati arrestati lo scorso 22 febbraio per aver venduto una mitragliatrice a un cliente, che, in realtà, era un agente del Batf sotto mentite spoglie. In seguito sono state sequestrate numerose altre armi da fuoco. All'indagine hanno preso parte ben 65 tutori dell'ordine, nessuno dei quali, però, apparteneva all'ufficio dello sceriffo. Il quale non ha preso la cosa molto bene. Al punto da dichiarare di voler mandare una lettera al procuratore generale John Ashcroft. Per chiedere rispetto: null'altro. L'ufficio dello sceriffo aveva già lavorato in passato col Batf, e intende ripetere l'esperienza nel futuro. "Noi siamo professionisti - ha precisato - e, se loro hanno ragioni legittime per agire, saremo al loro fianco". Quello che però non ha mandato giù è che "ciò che il Batf ha fatto è dare uno schiaffo in faccia alla mia integrità personale e all'integrità dei miei funzionari".
La fama di "anti-governativo" deriva a Lee, con ogni probabilità, dalla sua feroce lotta legale contro gli Stati Uniti in merito alla Legge Brady, che imponeva numerosi controlli all'atto di acquistare un'arma. In particolare, lo sceriffo sosteneva che tale norma richiedeva un forte impegno ai funzionari locali e non trovava alcuna copertura finanziaria per svolgerlo. Procedimenti analoghi erano stati intentati dai suoi colleghi del Montana e dell'Arizona, che avevano portato la questione di fronte alla Corte Suprema. Il verdetto fu che avevano ragione. Evidentemente, il significato corrente della parola "anti-governativo" è sostenere una giusta causa contro la volontà e l'interesse di un lontano governo centrale.
20
marzo 2001
cstagnaro@libero.it
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