"L'Europa pagherà cara la propria debolezza politica"
intervista a Virgilio Ilari di Cristiana Vivenzio
"Il ruolo dell'Europa in questa guerra è cruciale. Se continuerà a dimostrare di non essere in grado di reagire all'unisono a fianco degli Stati Uniti, pagherà in futuro un caro prezzo per la propria incapacità decisionale". Virgilio Ilari, docente di storia della politica militare all'Università Cattolica di Milano, nell'analizzare la situazione internazionale traccia le prospettive e le conseguenze di lungo periodo per l'Europa. E nel descrivere il ruolo assunto e le intenzioni manifestate dai paesi europei, ripropone l'antica questione sulla "capacità" politica dell'Europa. "Il rischio - afferma Ilari - è quello di fare la fine delle 12 colonie romane che rifiutarono di mandare il proprio contingente contro Annibale durante la seconda guerra punica. Al termine della guerra furono obbligate a fornire quattro volte tutto quello che in diciassette anni non avevano inviato, e tutto insieme".
La debolezza della posizione europea, manifestata fino ad oggi, ha mostrato che le contraddizioni non esistono solo all'interno del mondo islamico, ma sono presenti anche nell'Occidente. Una debolezza che ha radici storiche...
Certamente. Questa debolezza ha cominciato a prendere corpo da un decennio a questa parte, dopo la fine della guerra fredda e l'avvicinamento di Stati Uniti e Russia. L'errore europeo è stato quello di puntare esclusivamente sull'unificazione economica, tralasciando gli aspetti politici e militari. Secondo un altro punto di vista, più propriamente geopolitico, poi, l'incapacità dell'Europa, e in particolare di una fallimentare politica tedesca nell'Est europeo, hanno permesso un rafforzamento delle posizioni degli Stati Uniti proprio in termini politici e militari, in particolare nella regione che definirei la "fascia storica delle guerre mondiali", quel territorio che da Danzica, passando per Sarajevo, unisce la Polonia alla Turchia.
Che cosa ha determinato il rafforzamento degli Usa in quest'area? E quali effetti può produrre sulla situazione mediorientale e sulla lotta al terrorismo?
Naturalmente ha avuto come conseguenza immediata un avvicinamento degli antichi nemici, che proprio in quell'area hanno trovato un terreno d'intesa. L'alleanza Usa-Russia si è realizzata prima attraverso gli accordi sullo scudo spaziale, poi nella lotta comune al terrorismo e quindi nell'intervento militare. Tutto questo, naturalmente ha un prezzo.
Quale sarà il prezzo che dovranno pagare gli Stati Uniti per aver ottenuto l'appoggio della Russia?
La Russia di Putin ha già presentato il suo conto a Bush. La prima condizione, che permetterà ai russi di risolvere un grosso problema interno, è stata l'accettazione dell'equiparazione del regime talebano a quello ceceno. Una decisione rispetto alla quale l'Europa ha sempre manifestato il suo dissenso. La seconda condizione riguarda, invece, la richiesta della Russia di entrare a far parte della Nato. Ma c'è un'altra questione fondamentale che produrrà effetti pesanti per l'Europa, e in particolare per alcuni paesi europei...
Quale?
Gli Usa, con la guerra del Golfo, si sono impadroniti del prezzo del petrolio nuocendo a paesi, come il nostro, che non hanno sviluppato l'uso di energie alternative. Gli americani da questo punto di vista sono indipendenti. Noi no.
Quali prospettive si pongono, quindi, all'Europa, per non pagare domani il prezzo della debolezza politica di oggi?
Se l'Europa avesse una politica estera unica e facesse come la Gran Bretagna che da sola ha mostrato di poter avere voce in capitolo nelle decisioni americane, poiché ha fornito loro tutto ciò che poteva fornire soprattutto in termini di conoscenza di quell'area, la nostra condizione futura cambierebbe notevolmente. Gli Stati Uniti non hanno bisogno di noi. Siamo noi che abbiamo bisogno di partecipare. Non possiamo pensare di essere tenuti al corrente, di sapere, di valutare ed avere voce in capitolo senza fornire un nostro un contributo diretto, che costituisca un valore aggiunto per la potenza americana. Il mondo che uscirà da questa guerra, che sarà lunga ed estenuante, sancirà ufficialmente una situazione già esistente di fatto, seppure contestata. Dalla pax americana verrà consacrato l'imperialismo americano.
8
ottobre
2001
c.vivenzio@libero.it
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