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Rawa, quando il coraggio è donna
di Renato Tubére
La donna islamica, nell’immaginario collettivo, è considerata come
la vittima predestinata dell’integralismo maschile. Il Corano la
dipinge come sposa e madre sottomessa ai doveri familiari e la sua
virtù è valutata in modo direttamente proporzionale all’entità
dello spessore del suo chador, teso a coprire le fattezze del suo
volto agli estranei. Ben pochi conoscono l’orgoglio con cui si
battono invece da molti anni alcune donne afgane per vedere
riconosciuti i propri diritti e quelli della propria terra. La
drammaticità degli eventi in corso pone fortemente in rilievo
l’attività instancabile e meritoria di Rawa, un’associazione nata
in Afghanistan nei primi anni Ottanta composta - e qui sta la
particolarità - da sole donne musulmane. La prima grave emergenza
che dovette affrontare fu l'occupazione russa: Rawa distribuì
opuscoli anti-russi, organizzando dimostrazioni e scioperi nelle
scuole e nelle università, fondò scuole ed un ospedale per i
profughi.
"Payam-e-Zan" (Il Messaggio delle Donne), consentì alle donne
afgane di contribuire alla resistenza, nonostante l'opposizione
degl’integralisti che, a causa di queste attività arrestarono a
Kabul un certo numero di attiviste dell'organizzazione,
sottoponendole a torture orribili e rinchiudendole per anni in
prigioni notoriamente inumane. Nel 1987 agenti Khad e i loro
complici fondamentalisti assassinarono la fondatrice di Rawa,
Meena, e le sue due assistenti. Dopo la caduta del governo
filo-russo, l’occupazione del potere dei fanatici talebani
convinse Rawa a promuovere campagne per i diritti della donna e a
mostrare al mondo intero le ferocità che il conflitto in atto
acuisce ancora di più. In Pakistan ed in Afghanistan il lavoro
sociale di Rawa tra le donne profughe afgane è una lotta senza
sosta: l'organizzazione mantiene contatti regolari con le donne di
diversi campi in Pakistan e nota con gioia che i tentativi
dell’integralismo di distruggere le comunicazioni non hanno avuto
effetto. Malgrado i costi enormi da sostenere nel tenere unite le
proprie volontarie, Rawa sensibilizza molte organizzazioni
umanitarie in modo da assistere al meglio i profughi, donne e
bambini: organizza ad esempio scuole elementari e secondarie,
insegna a leggere e scrivere alle donne e fornisce insegnanti e
materiale ai bambini profughi, specialmente alle scuole femminili
non gestite dai fondamentalisti.
Nel settore dell’assistenza ha team mobili per cure mediche in
Pakistan, a Peshawar e Quetta, mentre informa costantemente i
media sulle innumerevoli torture eseguite selvaggiamente dai
talebani. Questi team mobili fanno partorire regolarmente circa
tre neonati al giorno e offrono anche corsi di pronto intervento
medico a ragazze e donne istruite. L'anno scorso si é concluso con
successo un programma di vaccinazione contro la poliomielite nelle
aree interessate. Rawa gestisce anche diversi centri sociali nei
quali alle donne e alle ragazze partecipanti vengono insegnati i
principi dei diritti delle donne e la natura del regime dei mullah
talebani. L'organizzazione assiste già da prima che esplodesse
questa guerra le famiglie delle vittime perseguitate e sostiene
quelle donne che sono torturate o maltrattate dai loro mariti o
dai familiari acquisiti offrendo loro rifugio ed aiutandole in
ogni maniera possibile. A causa dei pregiudizi e del comportamento
violento dei talebani, Rawa gestisce con successo le sue scuole e
corsi di alfabetizzazione "in casa".
Allevamenti di polli, apicultura, posti di lavoro per la tessitura
di tappeti, lavoro a maglia e ricamo, oltre che manufatti e unità
di sartoria: queste sono le fonti di sostentamento cui ricorrono
le indomite donne afgane per autofinanziarsi. Fornendo dei
prestiti a breve termine, Rawa aiuta inoltre molte donne rimaste
vedove a mantenere le proprie famiglie. Inglese e Internet saranno
i capisaldi dell’educazione che, a partire già da oggi, durante il
difficile esilio in Pakistan, verrà impartita da queste intrepide
donne, decise a sfidare i luoghi comuni di una religione, una
razza, una cultura che le ha finora viste confinate in un ruolo
secondario rispetto ai propri uomini. Rawa è ad oggi l’unica
risposta concreta all’oscurantismo ideologico voluto dai fanatici
talebani ed è un dovere per noi occidentali parteggiare
apertamente per il suo successo futuro.
12 ottobre
2001
renato_tubere@hotmail.com
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