Punto militare. Nuovo slancio, aspettando
l'inverno
Dopo una settimana difficile, caratterizzata dalle perplessità
dell'opinione pubblica e dalla frustrazione crescente dei comandi
militari, le operazioni in Afghanistan sembrano avere trovato un
nuovo slancio. La coalizione anglo-americana è ormai ad un passo
dall'essere allargata anche a Italia, Francia, Germania, Turchia e
Giappone. E si tratta di un risultato soprendente, soprattutto
perché realizzato in meno di un mese e senza forzature da parte
del "socio di maggioranza" statunitense. E' il segno tangibile di
una volonta politica diffusa, insomma, che il processo democratico
delle nazioni occidentali può forse rallentare nella sua
applicazione strategica ma che proprio la democrazia rende più
solida ed efficace.
Aspettando l'arrivo dei nuovi alleati, intanto, la coalizione
anti-terrorismo sta concentrando il suo massimo sforzo offensivo
nel nord del paese, bombardando a tappeto la prima linea delle
truppe talebane che si stanno confrontando con l'Alleanza del Nord
per il controllo della citta-chiave di Mazar-e-Sharif. Gli aerei
americani, per la prima volta da quando è stato lanciato
l'attacco, hanno iniziato ad utilizzare le bombe BLU-82 (le famose
"daisy cutter" impiegate anche in Vietnam): gli ordigni più
potenti del mondo, ad eccezione di quelli nucleari, pesano 15mila
libbre (contro le 500-2000 di quelle usate fino ad oggi in
Afghanistan) e riescono ad incenerire tutto quello che incontrano
nel raggio di quasi un chilometro.
Grazie a questo aumento della pressione dall’aria, l’Alleanza del
Nord ha finalmente compiuto significativi passi in avanti nella
direzione di Mazar-e-Sharif, la più grande città dell’Afghanistan
settentrionale che i talebani utilizzano come snodo principale per
i rifornimenti verso Kabul. La conquista della città potrebbe
addirittura permettere la riapertura della frontiera con
l’Uzbekistan, chiusa nel 1998 dagli uomini del mullah Omar,
spalancando le porte ad un approvvigionamento costante ed agevole
dell’opposizione anti-fondamentalista. Malgrado la liberazione dei
villaggi di Marmol e Shandian, però, l’Alleanza del Nord è ancora
lontana una ventina di chilometri da Mazar-e-Sharif. E per
raggiungere l’obiettivo deve vincere la resistenza di almeno
diecimila soldati talebani (tra cui, probabilmente, le truppe
scelte dal regime e gli uomini addestrati da al Qaeda).
La conquista della maggior parte del nord dell’Afganistan, in ogni
caso, non sembra più così lontana. E anche il tanto temuto arrivo
dell’inverno potrebbe rivelarsi un problema più per i talebani
indeboliti da un mese di bombardamenti che non per l’aviazione
alleata e le truppe dell’Alleanza del Nord.
(a.man.)
9 novembre
2001
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