Roma, Afghanistan. Nasce l’alleanza in
rosa
di Cinzia Gorini
Superano barriere politiche ed ideologiche per schierarsi al
fianco delle donne di Kabul e sostenerle in questo delicato
momento di transizione che porterà il loro martoriato paese,
l’Afghanistan, verso un nuovo assetto politico-amministrativo.
Così, esponenti italiane del mondo politico e della società
civile, si sono ritrovate, il 20 novembre, nella Sala stampa di
Montecitorio per testimoniare, con determinazione, il loro impegno
per il rispetto dei diritti umani e civili delle donne afgane –
troppo a lungo dimenticate dal mondo intero - per aiutarle a
mettere fine alle discriminazioni introdotte dal regime talebano e
per auspicarne la partecipazione al prossimo governo di Kabul.
“Non vogliamo imporre alle afgane un modello occidentale - ha
affermato la parlamentare Alessandra Mussolini - ma riteniamo che
debbano partecipare al governo del loro paese”. Mussolini, con
l’onorevole Daniela Santanché, ha annunciato la presentazione di
una risoluzione parlamentare che assicuri il sostegno
internazionale in questa direzione. “Dobbiamo aiutare le afgane a
restaurare diritti che si erano già conquistate in passato” - ha
detto Emma Bonino, autrice di una lettera aperta a Laura Bush e
Cherie Blair, che pubblichiamo di seguito, nella quale chiede alle
first ladies statunitense e inglese di “unire le voci alle nostre,
di appoggiare la nostra battaglia per cogliere l’occasione storica
che si presenta e assicurare una presenza femminile qualificata
nel prossimo governo provvisorio dell’Afghanistan”.
Nella lettera, firmata fra le altre, dalle parlamentari presenti e
dalle giornaliste Anselma Dell’Olio, Barbara Palombelli, Paola
Ferrari e Maria Latella, Emma Bonino chiede alle signore Bush e
Blair di aderire alla giornata mondiale per il digiuno a favore
delle donne afgane promossa dal Partito Radicale Trasnazionale per
il prossimo primo dicembre (inizialmente era stata indicata la
data del 24 novembre, fatta poi slittare per permettere una
partecipazione più vasta a questa iniziativa alla quale hanno
aderito, tra gli altri, numerosi esponenti politici e membri della
famiglia reale afgana in esilio in Italia). Nel corso del
dibattito a favore di un impegno per le donne afgane, è stato
riservato un lungo momento per ricordare la giornalista del
Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, uccisa sulla strada di
Kabul e i colleghi che sono morti con lei, in prima linea, su un
fronte maledettamente mobile. Proprio parlando di Maria Grazia,
del suo impegno di giornalista in una zona a rischio, ecco
emergere alcune riflessioni, amare, sul ruolo delle donne in
Italia e in Occidente. “Il nostro è un paese che ha mandato poche
donne in Parlamento”, ha ricordato Maria Latella del Corriere
della Sera. “Più sento emozioni per il passato meno vedo donne ai
tavoli dei negoziati di tutto il mondo - ha detto Emma Bonino -
non voglio più paragrafi Onu dedicati all’impegno per la
protezione dei diritti delle donne, ma un esercizio visibile delle
responsabilità delle donne stesse”.
23 novembre 2001
cinpensiero@libero.it
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