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              Cattivi pensieri. L’euro e la legge di 
              Greshamdi Vittorio Mathieu
 
 Pochi giorni dopo l’entrata in circolazione dell’euro, Romano 
              Prodi ha annunciato che quasi il 95 per cento delle transazioni 
              avvenivano con la nuova moneta. Lo ha annunziato con 
              soddisfazione, persuaso: a) che il merito dell’euro sia suo; b) 
              che la preferenza accordatagli attesti la bontà della nuova 
              moneta. Sul primo punto non discuto. Sul secondo osservo che la 
              legge di Gresham (un economista del tempo di Elisabetta I: Prodi è 
              un economista del tempo di Elisabetta II) sancisce che “la moneta 
              cattiva scaccia la buona”. Dunque, l’euro, che scaccia la lira, 
              sarebbe la moneta cattiva. In realtà, euro e lira sono parimenti 
              cattivi ma l’euro si preferisce riceverlo, perché la lira non 
              circolerà più.
 
 Von Hayek ha contestato la legge di Gresham, quando ha cercato 
              d’introdurre (a titolo di provocazione) la libera concorrenza tra 
              le monete. Ha obiettato che la cattiva prevale sulla buona quando 
              un’obbligazione si è già formata e il debitore ha la scelta della 
              moneta con cui liberarsene; ma che, quando il contratto è ancora 
              da stipulare, il fornitore è in grado d’imporre la moneta 
              migliore.
 
 Se, con la moneta europea, abbiamo guadagnato o perduto, ce lo 
              dirà solo il tempo. La lira italiana aveva un’allarmante tendenza 
              a svalutarsi, non potendo il Tesoro far fronte ai suoi debiti. 
              Anche la lira sterlina aveva la stessa tendenza, ma meno. “Pound”, 
              o lira, di nome è la libbra: la libbra d’argento; ma, per 
              comperare una libbra d’argento, oggi occorrono molte lire, 
              qualunque sia la loro denominazione. Per di più, anche una libbra 
              d’argento, dai tempi di Carlo Magno, che ne fece una moneta, ha 
              perduto molto del suo valore: compera molto meno di allora. Tutto 
              ciò che serve come moneta perde valore, se a farne un mezzo 
              liberatorio (“a legal tender”) è un governo. L’inflazione è ormai 
              ufficialmente “programmata”dai governi. Però quella che serve (a 
              non pagare i debiti) è l’inflazione che va oltre il programma: 
              vedremo in che misura l’euro la conserverà.
 
 18 gennaio 2001
 
 vmathieu@ideazione.com
 
              
 
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