| 
              Energia, l’obiettivo è diversificare 
              di Maria Teresa Petti
 
 Quale politica energetica per l’Italia? E’ la domanda sottesa alle 
              diverse iniziative messe in cantiere dalla Fondazione Ideazione su 
              un tema – quello appunto dell’energia – che riveste una grande 
              centralità politico-economica e sul quale nel corso degli ultimi 
              mesi si è acceso un grande dibattito. Esauritasi la partita delle 
              telecomunicazioni, è sull’energia che si è ormai concentrata 
              l’attenzione della classe politica e degli operatori economici. Da 
              qui, appunto, la scelta della Fondazione di dedicare una 
              particolare attenzione al tema, attraverso ricerche, analisi ed 
              incontri di studio. Il punto di partenza è stato rappresentato dal 
              seminario residenziale organizzato a Gubbio lo scorso mese di 
              novembre, dedicato al tema “La politica energetica nel nuovo 
              contesto internazionale”, al quale hanno partecipato esponenti 
              dell’attuale governo (il ministro alle Attività produttive Antonio 
              Marzano ed il viceministro per la ricerca scientifica Guido 
              Possa), operatori economici in rappresentanza delle principali 
              aziende del settore (Enel, Italenergia, Energia, Edison, British 
              Gas, AEM), studiosi esperti di questioni energetiche ed esponenti 
              dell’associazionismo. Un seminario seguito con grande attenzione 
              dalla stampa, in considerazione delle numerose questioni connesse 
              al mercato energetico, nazionale ed internazionale.
 
 La recente evoluzione del quadro politico internazionale, unita 
              alle trasformazioni indotte dall’internazionalizzazione dei 
              mercati, ha infatti reso urgenti alcuni interrogativi: esiste il 
              concreto rischio di una nuova crisi energetica mondiale? Quale 
              ruolo debbono rispettivamente avere lo Stato ed il mercato nella 
              gestione del settore energetico? In che modo una politica 
              nazionale dell’energia può essere compatibile con le politiche 
              perseguite in materia dall’Unione europea e con i cambiamenti in 
              atto nel mercato globale dell’energia? Verso quale direzione 
              occorre indirizzare gli investimenti in questo delicato comparto? 
              Quali i possibili sviluppi tecnologici del settore? Esistono fonti 
              energetiche alternative realmente utilizzabili in una chiave 
              industriale? Occorre riaprire la “questione nucleare”?
 
 Le risposte scaturite dal dibattito che queste domande sono 
              divenute, nel giro di appena quattro mesi, un ampio volume, edito 
              da Ideazione editrice, che è divenuto occasione per un nuovo 
              incontro di lavoro, svoltosi lo scorso 20 maggio a Roma presso 
              l’Hotel de Russie. L’incontro – al quale hanno partecipato ancora 
              una volta esponenti del mondo politico ed imprenditoriale, molti 
              dei quali già presenti al seminario di Gubbio – è stato aperto dal 
              presidente della Fondazione, Domenico Mennitti, che ha confermato 
              l’impegno della Fondazione sul tema annunciando due nuove 
              iniziative: la costituzione di un Osservatorio sull’energia 
              diretto dal prof. Giuseppe Sacco della LUISS di Roma e un convegno 
              sulla legislazione in materia di energia in programma per la fine 
              del prossimo mese di settembre a Bari, dove la Fondazione ha di 
              recente inaugurato una sede.
 
 Proprio al prof. Sacco si deve l’ampia relazione intorno alla 
              quale è ruotato l’incontro romano. Dedicata al tema “Energia e 
              potere mondiale”, essa ha rappresentato una sorta di aggiornamento 
              delle analisi sviluppate nel corso del seminario di Gubbio a 
              ridosso dei fatto dell’11 settembre. Nel frattempo, il quadro 
              internazionale ha subito delle evoluzioni, che hanno 
              inevitabilmente avuto un riflesso anche sul settore 
              dell’energia,con particolare riferimento al mercato del petrolio. 
              L’incontro romano è servito per definire con maggiore precisione 
              l’agenda sulla quale, nei prossimi mesi, si svilupperà l’attività 
              della Fondazione. In particolare, dagli interventi dei diversi 
              partecipanti sono emerse alcune questioni-chiave: il ruolo delle 
              privatizzazioni, la necessità di investimenti tecnologici, 
              l’utilità di una discussione sul nucleare priva di pregiudizi, il 
              bisogno di un’azione politica mirata sulla questione energetica, 
              la difesa per ragioni economico-strategiche dei grandi operatori 
              italiani del settore (in particolare ENI ed ENEL).
 
 24 maggio 2002
 
 matpetti@hotmail.com
 |