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              "Deficit spending: un spettro che si 
              aggira per l'Europa" colloquio con Benedetto Della Vedova di Cristina Missiroli
 
 Secondo Benedetto Della Vedova, economista ed europarlamentare 
              radicale, quello del ritorno in voga della teoria del 
              deficit-spending "è uno spettro che si aggira per l'Europa. Ma 
              l'illusione di poter risollevare le sorti dell'economia attraverso 
              investimenti pubblici è pericolosa. Il fatto è che l'economia del 
              vecchio continente continua a crescere alla metà di quella degli 
              Stati Uniti e l'unica via di uscita rimane quella delle riforme 
              strutturali". In un'intervista Umberto Bossi ha prospettato il 
              rinvio al 2007 degli impegni sanciti dal Patto di Stabilità. 
              Secondo Della Vedova, quella del "rinvio degli impegni sul 
              pareggio di bilancio sarebbe senza dubbio un'ipotesi meno negativa 
              della messa in discussione dei termini del patto. Cinque anni di 
              rinvio, però, sono davvero troppi. In questo momento è 
              assolutamente non solo immaginabile, ma anche prevedibile, un 
              accordo per lo slittamento. Francia e Germania lo chiederanno 
              prima ancora dell’'Italia. E date le note circostanze, un breve 
              rinvio è anche difendibile. Ma rimandare tutto addirittura al 2007 
              avrebbe il sapore di un nettissimo allentamento della tensione 
              riformatrice. Credo che il rigore nei conti pubblici sia un 
              impegno virtuoso dei governi dell'interesse dei contribuenti. Far 
              saltare i limiti de pareggio di bilancio significare togliere il 
              pungolo che i governi si erano dati per arrivare alle riforme 
              necessarie".
 
 Per superare la crisi economica, spiega l'eurodeputato radicale, 
              "il problema non è quello di iniettare soldi pubblici. Pensare di 
              risolvere il problema aumentando il deficit e il debito pubblico 
              significherebbe mettere un'ipoteca negativa sul futuro dei conti 
              pubblici e dell'economia italiana". Del resto - rileva Della 
              Vedova - "non siamo di fronte a draconiane politiche restrittive, 
              con tagli alla spesa pubblica o riforme fiscali". Secondo Della 
              Vedova, "l'operazione di divisione del sindacato portata avanti da 
              Silvio Berlusconi ha un indubbio spessore politico. ...Purtroppo 
              però potremmo addirittura scoprire che un sindacato diviso può 
              acquistare un potere d'interdizione addirittura maggiore. Con la 
              Cgil che mobilita la piazza e Cisl e Uil che incalzano il governo 
              alzando il loro prezzo". Un bel guaio in previsione del momento in 
              cui si dovrà affrontare il nodo pensioni. Un momento che non può 
              essere troppo lontano, perché "affrontare il risanamento del 
              deficit senza toccare il sistema pensionistico è un po' come 
              tentare di svuotare una piscina con un secchio bucato".
 
 La politica dei condoni infatti (sempre che sia confermata) ha un'efficacia limitata. Spiega ancora Della Vedova: "I condoni, sotto 
              il profilo giuridico classico, sono negativi. Rappresentano sempre 
              un incentivo a replicare i comportamenti fuori dalla legalità. 
              Certo, se si fosse di fronte ad una riforma copernicana del 
              sistema fiscale e si decidesse per questo di tirare una linea 
              decidendo una sanatoria per il pregresso, sarebbe tutto molto più 
              accettabile. Ma al momento non è in vista una rivoluzione di 
              grande portata. E un eventuale condono sarebbe del tutto slegato 
              da un vero e proprio cambiamento". Il rischio che, secondo Della 
              Vedova, proprio non si deve correre è però quello di "finanziarie 
              con risorse una tantum delle riforme strutturali. Un comportamento 
              del genere infatti creerebbe un pericoloso squilibrio". Se proprio 
              condono deve essere, insomma, "è necessario che le risorse 
              recuperate servano ad accelerare la copertura del deficit".
 
 13 settembre 2002
 
 missiroli@opinione.it
 
 (da l'opinione delle libertà, 10 settembre 2002)
 
 
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