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              Referendum irresponsabile. Ma prova del 
              fuoco per Cofferatidi Benedetto Della Vedova
 
 Dunque è stabilito che tra una manciata di settimane si voterà sul 
              referendum che chiede l'estensione a tutte le imprese, anche al di 
              sotto dei 15 dipendenti, dell'applicazione dell'articolo 18. Si 
              tratta di una proposta irresponsabile che finirebbe, se approvata, 
              per dare un colpo mortale al settore più vitale dell'economia 
              italiana, quello delle piccole e piccolissime imprese. Il nostro 
              mercato del lavoro resta zavorrato da troppe rigidità di cui 
              l'articolo 18 é il presupposto ideologico prima ancora che pratico 
              e per questo andrebbe rimosso, non esteso.
 
 Chi ha fatto questa proposta gioca evidentemente e consapevolmente 
              allo sfascio. Ma compie anche un'operazione "verità", costringendo 
              Cofferati e quanti hanno con lui dichiarato, per colpire il 
              referendum radicale di tre anni fa, che l'articolo 18 è una 
              frontiera di civiltà, un'argine contro la barbarie. Accuse 
              demagogiche ed irresponsabili. Oltre che storicamente false, visto 
              che praticamente nessun altro paese industrializzato prevede la 
              sostanziale illicenziabilità italiana.
 
 Ora Cofferati ha due sole alternative: smentire clamorosamente sé 
              stesso oppure sostenere con entusiasmo e convinzione la "battaglia 
              di civiltà" di Bertinotti e compagni. Nel primo caso non 
              basterebbe la compiacenza dei media ad arginare la perdita di 
              credibilità. Nel secondo, e più dignitoso, scioglierebbe 
              finalmente, anche agli occhi più miopi, ogni dubbio circa la 
              natura definitivamente conservatrice ed antiliberale della sua 
              "leadership". Sempre che, ma non vogliamo nemmeno pensarlo, 
              Cofferati non voglia scegliere la strada meschina e pilatesca di 
              invitare ad astenersi dalla lotta, astenendosi dal voto 
              referendario e dalla conseguente "scelta di campo".
 
 17 gennaio 2003
 
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