Risorse
idriche. Un accordo per dissetare la Puglia
di Daniela De Pace
E’ della metà di marzo di quest’anno l’Ordinanza che sigla
l’accordo di programma tra Governo e Regione Puglia per la tutela delle acque e la gestione delle risorse idriche. L’accordo, firmato dal ministro dell’Ambiente, Altero Matteoli, il vice ministro all’Economia, Miccichè, dal sottosegretario alle Infrastrutture, Guido Viceconte e Raffaele Fitto, presidente della Regione Puglia, prevede una serie di investimenti destinati a soddisfare il bisogno idrico della regione, adeguare le reti idriche e le infrastrutture fognarie e depurative, tutelare e ridurre l’inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei, ridurre, fino ad eliminare, gli scarichi di sostanze pericolose.
A questi si aggiungono gli investimenti destinati a monitorare le acque, a promuoverne il risparmio e a riutilizzare quelle reflue depurate.
Detto in soldoni: sono in arrivo in Puglia circa 1,1 mld di euro, di cui il 98% immediatamente disponibili.
Una cifra così ripartita: 446 mln di euro circa provengono dal POR (Programma Operativo Regionale); 68 mln dalla delibera n. 142 del ’99 del CIPE per le aree depresse; 56 mln circa dalla delibera n. 84 del 2000 e 191 mln, sempre dal CIPE, per le aree depresse del 2002. Inoltre, 36 mln di euro sono disponibili in base agli stanziamenti previsti dalla L. 388/2000 e dalla L. 488/2001 del
ministero dell’Ambiente. Grazie a strumenti legislativi previsti dallo stesso Ministero, riguardanti la pianificazione e il monitoraggio, sono destinati alla Puglia altri 2.241
milioni di euro: 270 sono a disposizione grazie alla tariffa del
Sistema Idrico Integrato e 1.840 ricavati dall’Opcm n. 3184 del 22 marzo 2000. Infine, 987 mila euro sono concessi alla regione in base all’art. 18 della L. 36/94 (“Disposizioni in materia di risorse idriche”).
Fitto porta a casa un bel bottino. Ma il problema delle risorse idriche,
che è sempre più pressante nel Mezzogiorno, non riguarda solo
questa parte del paese: al convegno internazionale su “Acqua e sviluppo”, tenutosi a Napoli, è stato osservato, infatti, che i popoli della sponda sud del Mediterraneo dispongono del 5% dell’acqua contro il 72% della sponda settentrionale. Nell’ambito dello stesso convegno, Puglia, Campania e Abruzzo hanno messo a punto un accordo di programma per una maggiore cooperazione tra Regioni. “Comincia a delinearsi – sostiene Fitto – una gestione delle acque in un’ottica meridionale, una positiva visione d’insieme in uno dei settori tradizionalmente più critici per il Mezzogiorno”. Detto fatto, dunque.
Tra gli interventi prioritari stabiliti nell’accordo Governo–Regione, innanzi tutto, iniziative per la costruzione di dissalatori e per il completamento della condotta leccese (ramo jonico),
il ripristino della capacità di trasporto del Pertusillo (la diga che disseta ben tre regioni meridionali), della funzionalità di alcuni rami a nord della regione e del sistema di telecontrollo.
Citando ancora le cifre, sono previsti interventi pari a 237 mln di euro per il sistema
fognario, 138 per la depurazione e 44 per la rimozione di scarichi diretti in falde di acqua piovana. Gli interventi nel settore fognario e depurativo dovranno essere attivati entro il 2003, nel rispetto dei termini imposti dalla Comunità Europea; quelli nel settore degli acquedotti, invece, rispetteranno i tempi previsti nel Piano d’Ambito. L’Accordo stabilisce che il Presidente della Regione, commissario delegato, proceda alla prima applicazione degli interventi, “in ragione – si legge nel documento – delle proroghe dello stato di emergenza ambientale in materia di tutela delle acque superficiali e sotterranee e dei cicli di depurazione e dello stato di emergenza, in relazione alla crisi di approvvigionamento idrico”. Per il sistema fognario, in particolare, sono in programma l’estensione delle reti fognarie a servizio dei centri abitati e dei comuni di tutta la Puglia (222 mln di euro circa) e l’estensione delle reti fognarie a servizio degli insediamenti turistici costieri (15 mln di euro). Nel settore della depurazione, sono previsti l’adeguamento di tutti gli impianti esistenti a servizio degli agglomerati e la realizzazione di nuovi a servizio degli insediamenti turistici della costa. Sono stati stabiliti interventi urgenti per il riutilizzo delle acque reflue depurate e attività di monitoraggio per i corpi idrici sotterranei e superficiali.
Tutto quanto detto finora potrà sembrare tecnico e riservato agli “addetti ai lavori” ma, se il Forum mondiale dell’acqua di Kyoto ha richiamato più di diecimila delegati di tutto il mondo, una ragione c’è: la penuria d’acqua colpisce oggi 1,4 miliardi di persone, il 30% della popolazione mondiale e – secondo quanto sostiene il presidente del Consiglio mondiale sulle acque – “nel primo quarto del nuovo secolo assisteremo ad un aumento della penuria d’acqua e ad un aggravarsi della competizione e delle contese su quella disponibile”. L’Accordo tra Governo e Regione Puglia esprime, in questo contesto, un cambio di rotta, prevedendo l’integrazione delle risorse, piuttosto che interventi a pioggia, senza programmazione. Un Paese che si definisca moderno, in fondo, deve poter contare anche su una buona disponibilità e qualità delle acque.
11
aprile 2003
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