Zelig 3. Diego Parassole, dai criceti al
cabaret
di Myriam D’Ambrosio
Arrivare quasi alla fine di un percorso e decidere che non è più
quella la propria via. Superare oltre trenta esami alla facoltà di
Veterinaria e poi scegliere il cabaret con serate esaltanti e
altre deprimenti in locali da dimenticare. Scelta radicale: cani,
gatti, criceti e furetti hanno un dottore in meno e il pubblico un
comico in più. “Ho iniziato quasi per divertimento – racconta
Diego Parassole da Alessandria – nel 1990, proprio agli esordi,
fui selezionato da Pippo Baudo per partecipare alla trasmissione
“Gran premio”. C’erano anche Aldo e Giovanni (senza Giacomo),
artisti che avevano già una certa esperienza”. Dopo qualche tempo
Diego accompagnò la sua compagna di allora (amante del teatro
anche lei) a fare un provino per entrare alla scuola “Paolo
Grassi” di Milano. Niente Giulietta o Ofelia, la ragazza non
propose pezzi classici, ma portò materiale scritto dal suo Diego.
“Fu un provino buffissimo – ricorda lui – incuriositi da questo
presunto autore chiesero anche a me di esibirmi e lo feci. La mia
ragazza non entrò ma, tempo dopo, seppi da un’amica che avrebbero
preso volentieri me, causa la mia curiosa esibizione”.
E così Diego tentò l’anno successivo e ci riuscì. “Per la parte
orale portai “Macbeth” e dissi che era un’opera comica con
passaggi d’umore frequenti dei personaggi. Funzionò e per tre anni
studiai drammaturgia. Nel frattempo non avevo certo abbandonato il
primo amore e lavoravo la sera facendo cabaret sotto falso nome.
Mi chiamavo Diego Palmieri. La notte facevo ridere e il giorno,
spesso, mi addormentavo a lezione. Vivevo una doppia vita, insomma
– sorride con la faccia furbetta – dottor Jackill e mister Hyde. A
scuola si lavorava su un linguaggio curato, raffinato… e la sera
giravo per locali d’ogni genere. Il mondo sommerso del cabaret è
un sottobosco. Per crearsi una piccola continuità di lavoro ci si
ritrova in posti allucinanti. Dopo un percorso di quel tipo,
quando capiti nel silenzio di un teatro, quasi ti dà fastidio!”.
Gli anni Novanta furono decisivi: serate al “Caffè teatro” di
Verghera, poi l’incontro con Maurizio Castiglioni che lo iscrisse
al concorso per comici la “Zanzara d’oro”, infine il talent scout
Giorgio Gambino che lo introdusse al “Maurizio Costanzo show”.
Iniziò pure la collaborazione con Carlo Turati e Marco Del Conte,
autori di Zelig. Il repertorio si allargava man mano e la
televisione offriva qualche spazio, anche se “ridurre tutto a tre
minuti è sminuire, soprattutto se sei un monologhista”. Per questo
ama scappare fuori dallo schermo. Ad ottobre Diego è stato allo
Zelig (il locale) con “Sorridi.Sei.Su.Internet!”, ideato insieme a
Carlo Turati, Marco Del Conte e Federico Andreotti che cura anche
la regia. “E’ uno spettacolo di satira pungente – informa
Parassole – parlo di internet con un linguaggio fruibile anche a
un pubblico che non naviga in rete. A me piace un tipo di cabaret
legato ai contenuti. E’ bello spiegare in maniera comica cos’è la
globalizzazione, perché se fermiamo le persone per strada, la
maggior parte non sa darne una definizione precisa. La televisione
oggi tende a dividere molto l’informazione pura,
l’approfondimento, dai programmi concepiti per il puro
intrattenimento. Lavorare su argomenti più complessi, affrontarli
anche provocando una risata, ma rendendoli noti in maniera
semplice, questo mi interessa”.
Intanto è in arrivo un nuovo spettacolo prodotto da Bananas in cui
Diego unisce la sua arte a quella di Leonardo Manera e Paolo
Migone (tutti e tre ancora impegnati nella stesura del testo). “Il
tema è l’amore – dichiara Diego – tre uomini si incontrano mentre
vanno a buttare i sacchi dell’immondizia e cominciano a parlare.
Sono tre perdenti nei confronti delle donne e hanno tre visioni
diverse del rapporto con l’altro sesso. Lo spettacolo ha una
struttura molto teatrale con esigenze tecniche ben precise. La
risata ovviamente c’è, ma non è l’elemento predominante”. Questo
ragazzo di trentotto anni (ma non li dimostra) con “una vita
divisa in maniera schizofrenica tra il cabaret e il lavoro con un
paio di società che si occupano di consulenza in aziende”, che ai
tempi del liceo amava Woody Allen, dichiara di apprezzare i
momenti poetici che Roberto Benigni è capace di creare e il
talento di Paolo Rossi e Giorgio Gaber. “Ma il più grande, dal
vivo soprattutto, è Beppe Grillo” ammette. Diego sta realizzando i
sogni e ha parecchia strada davanti, però questo non significa che
abbia accantonato la passione degli anni universitari: Anastasia
ne sa qualcosa. Lei e Diego si sono incontrati in un canile perché
qualcuno l’aveva abbandonata ancora cucciola. Ora, dopo
l’adozione, le tocca accompagnarlo in tournée qualche volta.
9 novembre 2001
|