Dal comico al romantico, passando per la
real Tv
di Paola Liberace
E’ solo l’ultimo della serie, e tutti ne aspettiamo ansiosamente
la sorte: il nuovo reality show di Luca Barbareschi, reduce dal
flop del quiz “Greed” su RaiDue, cerca di risultare attraente fin
dal titolo. Ma la “Proposta indecente”, in onda il martedì su
Italia1, non fa che condensare meccanismi già noti, alcuni dei
quali inaugurati proprio dallo stesso presentatore: quegli stessi
meccanismi che hanno fatto la fortuna, poco più tardi, della real
Tv.
La gente sarebbe disposta a tutto pur di finire in televisione,
questo è il punto della nuova trasmissione; nella quale agli
ignari (?) concorrenti viene fatto credere che, se accetteranno di
sottostare a una “proposta indecente”, appariranno in Tv. La
componente fondamentale sembrerebbe dunque la stessa dell’antica
“C’eravamo tanto amati”, in cui le coppie accettavano di litigare
per qualche minuto di celebrità; ma oltre a questa eredità, si
avvertono chiaramente quelle di “Candid Camera”, il “Grande
Fratello” e persino “Scommettiamo che…”.
Se si prescinde dall’aspetto comico della faccenda - e se si
esclude dalle valutazioni il fatto che lo show sia o meno
preparato, il che comincia a diventare ininfluente ai fini dello
spettacolo - qualcosa di non molto differente sta accadendo anche
su La 7. Il volto insostituibile di Jane Alexander infatti è
finalmente stato promosso ad un appuntamento televisivo “vero”,
“Blind date”: un programma che qualcuno dei più affezionati
potrebbe ricollegare al vecchio “gioco delle coppie”; e qualcuno
dei più aggiornati alla trasmissione “Love stories” su Mediaset.
Si tratta dell’organizzazione di un appuntamento “al buio” tra due
concorrenti, che dovranno poi comunicare l’esito del loro incontro
a tutti i telespettatori.
Fatte le addizioni e le sottrazioni dovute, gli ingredienti sono
dunque sempre gli stessi: la volontà di fama della gente comune,
il desiderio di narrazione diretta di altrettanta gente comune, la
sapienza tessitrice di un altro genere di gente comune - gli
sceneggiatori e gli operatori. Due appuntamenti televisivi
apparentemente tanto diversi, che potrebbero essere considerati
come due filoni dello stesso genere letterario: come i romanzi
comici e quelli d’amore, che pur sempre romanzi restano.
23 novembre 2001
pliberace@hotmail.com |