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Guerra e diritto, l’unico spazio è sul
Web
di Giuseppe Mancini
Silent inter arma leges. E in effetti, come per simmetria
post-moderna, le trasmissioni giornalistiche in Tv, al tempo della
guerra in Afghanistan, straboccano di strateghi militari: di
esperti di diritto internazionale, invece, neanche l'ombra.
Eppure, ancora per il precedente della guerra in Kosovo, pareri
autorevoli sulla legalità dell'intervento della Nato - sulla sua
natura, sui suoi limiti, sul ruolo delle Nazioni Unite,
sull'impiego di particolari armamenti - sono stati ospitati
volentieri dai mezzi di comunicazione e volentieri ascoltati da
parte dell'opinione pubblica. Oggi, al contrario, non pare esserci
spazio per chi riflette sulla realtà da un punto di osservazione
diverso: non quello della strategia militare, non quello della
geopolitica, ma per l'appunto quello meno spettacolare e più
filosofeggiante del diritto internazionale.
Internet, però, pur se non ristabilisce l'equilibrio, pur se è
anch'esso dominato da armi e politica, al diritto internazionale
riserva uno spazio di rilievo. Spazio che, da parte di alcuni
entusiasti pionieri, è utilizzato seguendo i più rivoluzionari
principi della comunicazione connettiva: pubblicazione di
aggiornamenti in tempo reale, materiale di background dagli
archivi, pluralità dei punti di vista, forum interattivi di
discussione. In questo modo, saggi e commenti pubblicati nelle
riviste specialistiche tradizionali, scambi di opinioni possibili
solo durante i convegni, documenti indispensabili per
l'approfondimento personale appaiono in Rete quasi azzerando i
tempi (sempre lunghi) altrimenti necessari. Il sito Actualité et
Droit International è ormai da due anni un punto di riferimento
fondamentale per esplorare la riflessione giuridica sull'attualità
internazionale. Gli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti e
la guerra in Afghanistan, chiaramente, assorbono gli aggiornamenti
di questi due ultimi mesi: articoli e commenti, i provvedimenti
delle istituzioni internazionali, uno spazio per il dibattito,
links a siti rilevanti.
Come a quello dell'American Society of International Law (Asil),
che ha invece come scopo primario quello di presentare la celebre
rivista American Journal of International Law (Ajil), con qualche
articolo pubblicato online in versione integrale. Sempre,
comunque, con un'attenzione privilegiata per le modalità di
funzionamento degli strumenti connettivi: da una parte, con un
saggio sugli eventi e le consuguenze dell'11 settembre, in realtà
un lavoro collettivo perché continuamente arricchito da
integrazioni, obiezioni e commenti sottoposti per via elettronica
dai lettori; dall'altra, con una ricchissima pagina di links che
spaziano dalle convenzioni internazionali in materia, agli atti
del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ad articoli e ad altri
strumenti giuridici sul terrorismo pubblicati sull'Ajil. Anche il
sito dello European Journal of International Law (Ejil) è quasi
integralmente riservato alla rivista (stavolta, tranne gli ultimi
fascicoli, con pubblicazione integrale): ma agli eventi dell'11
settembre sono dedicati sia alcuni interventi di noti studiosi di
diritto internazionale (Cassese, Gaja, Dupuy, Pellet), sia un
forum (scarsamente partecipato, però) che dagli articoli dovrebbe
prendere spunto per discussioni ed approfondimenti.
23 novembre 2001
giuse.mancini@libero.it |
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