| Quando lo show diventa un brand di Paola Liberace
 
 Probabilmente, quando ogni anno ricomincia la girandola di 
              commenti e di previsioni sul vero vincitore del Festival di 
              Sanremo, siamo tutti ansiosi di vedere chi la spunterà. 
              Probabilmente, come ogni anno, ci aspettiamo polemiche sui nomi 
              designati; probabilmente siamo consapevoli che qualcuno attribuirà 
              questa vittoria al conduttore, di volta in volta per una ragione 
              differente. Probabilmente, infine, quando ne parleremo e 
              riparleremo discutendone, basterà una parola per condensare in sé 
              tutti questi interrogativi e queste aspettative.
 
 Quella parola è il nome del concorso, il titolo dello show, e, non 
              a caso, anche il protagonista unico dello slogan che da qualche 
              anno ormai annuncia - e giustifica - il festival stesso: Sanremo. 
              Una parola che non si comporta più come un titolo da palinsesto, 
              ma che riassume in sé costanti e varianti più simili a quelle di 
              un prodotto di consumo. Quello di Sanremo è ormai un marchio 
              consolidato, con i propri valori e la propria mitologia (il 
              conduttore, il cantante più bravo che non vince mai, le vallette, 
              l'eterno secondo, i fiori…); e, quel che più importa, con il 
              proprio culto e i propri cultori. Appassionati? No, altri brand: 
              il marchio sanremese campeggia tra quelli degli sponsor - palesi 
              ed occulti - che ogni anno di più si affollano attorno al suo 
              primato, cercando di beneficiarne.
 
 Sanremo non è certo l'unico evento che ha ceduto il suo carattere 
              di intrattenimento per assumere un'aura quasi istituzionale: il 
              pensiero corre all'elezione di Miss Italia, che condivide con 
              Sanremo diverse importanti caratteristiche (l'insindacabilità, le 
              polemiche sulla vincitrice, la struttura "mitologica" della 
              trasmissione…). Non a caso, anche Miss Italia vive allo stesso 
              modo in un intreccio di altri brand, di marchi inestricabili dal 
              suo significato, che ne sono diventati i valletti alla corte 
              televisiva. Ma resta ineguagliabile la misura di episodicità, di 
              "eccezione" di Sanremo: quella davanti alla quale l'Italia si 
              ferma, che basta per non farsi travolgere dai suoi sponsor, e 
              mantenere l'energia necessaria a farci domandare ogni anno chi la 
              spunterà stavolta.
 
 15 marzo 2002
  
              
              pliberace@hotmail.com   |