| Cucina. Anguilla, simbolo gastronomico 
              del Natale di Maria Luisa Gualtieri
 
 Per quali tramiti culturali un essere lubrico come l’anguilla sia 
              diventato un po’ in tutta Italia simbolo gastronomico del Natale è 
              un franco mistero. L’interpretazione di alcuni antropologi ci 
              suggerisce una specie di esorcismo: i fedeli si servirebbero di 
              quel serpente marino, simbolo del demonio, per operare una 
              comunione alla rovescia. l’anguilla serpentiforme viene immessa 
              nel corpo dopo una masticazione che l’assoggetta comunque alla 
              volontà dell’uomo e ne prepara poi una derisoria espulsione. 
              Qualunque sia l’origine di questa tradizione gastronomica, a 
              Natale soprattutto alla vigilia, troviamo ricette con l’anguilla 
              in quasi tutte le regioni italiane: arrosto, in umido, col vino, 
              coi piselli.
 
 Le anguille più celebri son quelle delle valli di Comacchio, paese 
              della bassa Romagna, dove, “in una sola notte buia e burrascosa 
              dell’ottobre 1905 - narra l’Artusi - furono pescati 1.500 quintali 
              d’anguille”. Assai più di quanti se ne producono ora in un intero 
              inverno a causa della bonifica delle valli di Comacchio, che ha 
              ridotto la superficie sommersa. Neppure la marinatura delle 
              anguille si fa più a Comacchio, perché le autorità sanitarie hanno 
              riscontrato che il vecchi edificio della salatura, nel centro 
              storico, non corrispondeva alle nuove norme.
 
 Oggi l’anguilla viene arrostita a metà sullo spiedo e poi messa 
              nell’aceto per terminarne la cottura. Si comincia a consumarle fin 
              da novembre quasi sempre marinate; a dicembre sono presenti sulle 
              tavole nei giorni del digiuno, e poi ancora alla vigilia dei 
              giorni di festa variamente cucinate. Noi vi consigliamo gli 
              spiedini d’anguilla. Comprate le anguille, se sono grosse è meglio 
              spellarle; poi tagliatele a rocchi di quattro centimetri. Prendete 
              due stecchi di legno e infilzate dapprima un pezzetto di pane, poi 
              un pezzo d’anguilla, alternati a foglie di salvia o di alloro. 
              Mettete gli spiedi in una padella di ferro e fateli rosolare in 
              pochissimo olio, cospargendoli con del pan grattato. Quando sono 
              ben dorati, salateli e serviteli caldi.
 
 29 novembre 2001
 
 mlgualtieri@hotmail.com
  
              
              
 
 
               
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