| Cucina. Frappe, delizia di Carnevale di Maria Luisa Gualtieri
 
 Chiacchiere, cenci o frappe occhieggiano già dalle vetrine delle 
              pasticcerie. E’ il Carnevale che ancora non impazza per le strade 
              ma già si preannuncia con queste prelibate leccornie. E’ una festa 
              che trae origine dai “Saturnalia” romani che cominciavano nella 
              seconda metà di dicembre e si celebravano a base di grandi mescite 
              di vino, fra orge e travestimenti. In questo periodo gli schiavi 
              divenivano liberi e sedevano a tavola con i padroni: Roma 
              impazzava nei circhi, nelle strade e nelle piazze con cortei 
              mascherati.
 
 A questo canovaccio si ispira il Carnevale più antico, quello 
              sardo di Mamoiada che si svolge in un crescendo di entusiasmo, 
              sfrenatezza e licenziosità. Il vino inebria, gli uomini si 
              abbandonano alla legge dei sensi. E’ l’antico culto di Dioniso che 
              qui rivive nella processione mascherata dei Mamuthones sardi. Poi 
              venne il Carnevale di Venezia, di Cento, di Fano e Viareggio: 
              comune a tutti era il lancio sulla folla di arance e miele. Oggi 
              si lanciano ancora arance e il miele è stato sostituito da 
              confetti o mandorle ricce.
 
 In questo periodo dell’anno, la cucina esprime fritture a tutto 
              spiano, frittelle dolci e salate, ripiene o solo spolverate di 
              zucchero. E in ogni regione trionfano quei nastrini di pasta 
              fritta chiamati chiacchiere oppure cenci, crostole o sfrappole o 
              semplicemente frappe: spolverizzati di zucchero a velo, allegri e 
              semplicissimi. Ecco una ricetta per prepararli in casa. Occorre 
              mezzo chilo di farina, due tuorli e un uovo intero, 50 grammi di 
              burro, la scorza grattugiata di un limone non trattato, olio per 
              friggere, un pizzico di sale e qualche cucchiaiata di grappa. 
              Impastare il tutto con la grappa, far riposare per un’ora. 
              Lavorare per ottenere una pasta morbida. Tirare una foglia 
              sottile, ritagliare dei nastrini e friggerli in abbondante olio. 
              Ancora caldi, spolverizzarli di zucchero a velo e servirli freddi.
 
 1 febbraio 2002
 
 mlgualtieri@hotmail.com
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