Il terrore raccontato da Internet
di Chiara De Pietro
Il dolore, la paura, lo sdegno, la confusione. E soprattutto la perdita di ogni certezza: da ieri è sconvolto il mondo reale ed anche Internet è in subbuglio. Innanzitutto,
www.ny.com/wtclist.html, uno dei tanti database sull'elenco delle vittime del disastro del World Trade Center, le Torri Gemelle di Manhattan, così come tanti altri che si stanno moltiplicando in queste ore, anche per ritrovare i dispersi o per segnalare ed aggiornare notizie su di loro
(safe.millennium.berkeley.edu,
okay.prodigy.net,
www.viexpo.com/dmstest/america.html,
www.shunn.net/okay/,
do.millennium.berkeley.edu,
do.millennium.berkeley.edu/find.php). Si fa appello a registrare il proprio nome. Su una colonna i nomi, sull'altra le condizioni fisiche. Come i "vecchi" bollettini di guerra. E' uno strazio leggerlo. In tutti, la assillante, disperata richiesta di donare sangue da parte della Croce Rossa e di altre organizzazioni di volontariato e di soccorso. Gli ospedali fanno quello che possono, le scorte di sangue e plasma sono ormai inesistenti. Si va avanti con le donazioni dei cittadini, ma è sempre troppo poco rispetto all'emergenza.
E poi, siti che raccolgono le prime testimonianze: www.bostoncoop.net:8080/SeptEleven,
ap.tbo.com/ap/breaking/MGAVZWE2IRC.html.
Anche queste sono impressionanti. C'è chi ricorda lo scorso viaggio negli States e la tappa Torri Gemelle a godersi quel panorama mozzafiato; c'è chi la scorsa settimana ha festeggiato il suo compleanno in un ristorante all'interno del WTC; c'è chi ha perso un fratello che lavorava lì; c'è il pianto di un collega di una delle hostess di un aereo dirottato; c'è la testimonianza di quel connazionale che ha corso all'impazzata per le scale della torre già invase dal fumo. Racconti di urla, pianto, dolore, spinte, panico, come qualsiasi altra tragedia. Solo che questa è diversa, perché è stato il più grande atto terroristico in termini di vittime, perché è stata voluta con una crudeltà immane, perché ha lasciato un peso in tutti noi. Ma forse ancora più inquietanti sono le numerose liste di discussione (come
http://groups.yahoo.com/group/sept11info
o www.siliconvalley.com/news/special/attack/blog.html) dove oltre ai racconti dei superstiti, la gente parla appunto di quello che è successo, porta il proprio cordoglio (dall'Iran, dall'India, dalla Scozia, dalla Bosnia… da tutto il mondo si moltiplicano i messaggi di dolore), esprime la propria paura e fa domande, alle quali nessuno è in grado di rispondere.
L'indice è puntato contro Osama Bin Laden, "il terrorista miliardario", come titolava L'Espresso: chi è, dove vive, come mai i servizi segreti e l'intelligence statunitense non sono riusciti a stanarlo, come è strutturata la sua organizzazione, quale è il suo piano, c'è da aspettarsi altri atti terroristici? Ma c'è anche chi sostiene che prima di una qualsiasi vendetta occorre stabilire con certezza contro chi si sta combattendo, segno che non tutti concordano con la pista Bin Laden. Ma un nemico invisibile sarebbe un'ipotesi peggiore, sarebbe troppo da sopportare per questa America dilaniata. Scusate se il tono vi sembra drammatico, ma stavolta la manipolazione dei media non c'entra, tv e web non hanno amplificato nulla. La verità è che abbiamo di fronte un quadro apocalittico, che ha colto tutti di sorpresa. Dicono che oggi sia iniziata la nuova presidenza di Bush e intanto gli americani si chiedono: "Potremo mai essere di nuovo al sicuro?" Ed è la stessa domanda che si alza un po' in tutto il mondo. Con la stessa angoscia.
14
settembre 2001
chiara.depietro@lycos.com
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