Mai più!
di Michael Ledeen


Nel corso di tutta la nostra storia, gli Stati Uniti sono stati di solito risparmiati dalla follia autodistruttiva dei nostri nemici. Dopo tutto siamo il primo popolo nella storia umana a credere che la pace sia la condizione normale del genere umano e perciò non siamo mai stati preparati ad un attacco dei nostri nemici. Siamo stati attaccati con siluri nell'Atlantico settentrionale durante la prima guerra mondiale. Siamo stati bombardati nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale. Siamo stati risvegliati dai nostri sogni di pace da Stalin e costretti alla guerra fredda. E siamo stati trascinati, recalcitranti e riluttanti, nella guerra del golfo da Saddam. Tutti questi nemici della libertà si sono convinti che eravamo troppo fiacchi per combattere, troppo auto indulgenti, troppo comodi, troppo isolazionisti e troppo deboli per poterli minacciare. E' sembrato che fossimo pronti a farci fregare e così cercavano di intimidirci, di metterci di fronte a un devastante fatto compiuto, sapendo, già dalla seconda decade del Ventesimo secolo, che l'America costituiva il loro nemico finale e che avrebbero dovuto vedersela con noi o perire.

La stessa cosa si è ripetuta ancora una volta e non dovremmo lasciarci confondere da una ventina di fanatici che parlano a vanvera, sforzandosi di oscurare quello che è un quadro molto chiaro. Non sappiamo esattamente chi ha fatto questa cosa vile, ma sappiamo perché l'ha fatto. L'hanno fatto perché i loro sogni di potere e di gloria, o di vendetta e distruzione, non possono avverarsi finché ci siamo noi. Non ci stanno "mandando un messaggio", come ha detto a caldo un giornalista. Ci stanno uccidendo. E ci stanno uccidendo perché siano loro d'intralcio, in tutto il mondo. Li intralciamo in Medio Oriente, dove stiamo ostinatamente con Israele. Li intralciamo in Africa, dove rifiutiamo di accettare i loro attacchi razzisti agli ebrei. Li intralciamo in Asia, dove continuiamo a difendere la libertà di Taiwan e li intralciamo in Europa, dove sosteniamo che i paesi liberi dell'Occidente debbano essere in grado di difendersi dagli attacchi missilistici. E' per questo che ci odiano ed è per questo che ci stanno uccidendo. Mentre scaviamo fra la cenere e le macerie e piangiamo i nostri amici (la meravigliosa Barbara Olson è morta su un aeroplano che avrebbe dovuto portarla a Los Angeles ma è stato, invece, dirottato e si è schiantato sul Pentagono), il primo ordine del giorno è dimostrare a questi animali che non siamo intimiditi. Dimostrarglielo, non dirglielo.

Il Medio Oriente è il primo posto dove bisogna cominciare. La gente di Arafat era piena di gioia alla notizia della nostra morte, quindi egli non è più accettabile nella società civilizzata. Mai più. Quei palestinesi esultanti che ballavano stavano mettendo in atto i desideri dei loro leader e noi non accogliamo chi festeggia una strage di americani. Il loro disgustoso festeggiamento dimostra, una volta per tutte, che non fanno alcuna distinzione fra noi e gli israeliani. Ci vogliono tutti morti. Stando così le cose, dobbiamo chiarire che nessuno può causare screzi fra noi e l'unico popolo libero del Medio Oriente. E non ci accontenteremo di un qualche muro difensivo che protegga Israele da questi assassini. Ancora, spostare la nostra ambasciata a Gerusalemme dimostrerà ulteriormente la nostra risolutezza. Non sembra possibile che questo attacco ben progettato e ben organizzato possa essere stato attuato da un piccolo gruppo terrorista. Non posso credere che non vi sia un governo dietro. Non è plausibile suggerire, come hanno fatto in molti, che un unico sceicco, bin Laden o chiunque altro, possa aver fatto tutto. Puzza di un servizio di intelligence ufficiale.

Ora che siamo stati attaccati, i nostri alleati capiranno improvvisamente il pericolo che corrono. Dopo il crollo del comunismo hanno vissuto in un paradiso artificiale, credendo di poterci condannare pubblicamente quando tornava utile alle loro ambizioni politiche interne, sicuri che li avremmo difesi da tutte le minacce. Ora avranno paura che ci ritireremo all'interno, lasciandoli soli. Vi assicuro che ora stiamo ricevendo informazioni dai nostri alleati, informazioni che avevano tenuto per sé fino a questa mattina, informazioni che ci aiuteranno a identificare i criminali che hanno organizzato il massacro.

E posso anche assicurare che abbiamo ricevuto offerte di aiuto, di ogni genere immaginabile, da alleati che per molto tempo si sono pubblicamente mostrati molto sensibili alla causa dei nostri nemici. Questo caso è diverso. Questa è guerra contro l'unico bastione di mondo libero e nessuno di loro può rischiare la nostra sconfitta. Sono pronti ad unirsi alla battaglia, se noi cominceremo. Lo faremo? 

12 settembre 2001

da National Review on line

(traduzione dall'inglese di Barbara Mennitti)