Ora gli stati sanno cosa ci aspetta
di Vittorio Mathieu


Raramente con mezzi così tenui si è ottenuto un risultato tanto spettacolare. Nell'assalto alle Torri i terroristi han perduto una diecina di uomini, ma la vita di un uomo non conta molto per loro. Tutto il resto è stato messo dalla vittima, cioè dagli Stati Uniti: non solo i proiettili (gli aeroplani), non solo l'esplosivo, non solo i controlli di volo (finché necessari), ma lo stesso addestramento dei piloti-pirati (che chiarivano: "No, il decollo e l'atterraggio non mi interessano, solo il volo a bassa quota"); e perfino l'addestramento, ad opera della Cia, dell'organizzatore in capo. L'effetto, poi, sembrava che fosse stato predisposto dagli urbanisti di Manhattan. Costruire torri che cadano sotto l'impatto di un velivolo non è difficile, ma costruirne che cadano dopo un'ora, travolgendo innumerevoli altri edifici tutti intorno, richiede un'abilità non comune. Si pensi alle costruzioni abusive di Napoli, su cui tecnici specializzati son dovuti intervenire più volte con cariche di esplosivo prima di riuscire ad abbatterle. 

L'attacco dall'aria era forse imprevedibile; ma i progettisti avrebbero dichiarato di aver previsto l'impatto di aerei meno pesanti. Se avessero visto il bellissimo film inglese "La testa della medusa", avrebbero saputo che anche un aereo di linea può entrare in collisione con un grattacielo in conseguenza di una occulta volontà maligna. Ma, anche senza un aereo, potrebbero prodursi terremoti e soprattutto incendi (in quei climi frequenti e spaventosi). Il ferro a poco a poco fonde, il cemento si sbriciola, e tutto intorno è rovina. I primi grattacieli, prospicienti al Central Park non erano molto alti, ma erano molto più belli e robusti e avrebbero resistito.

Non è il caso, però, che i terroristi cantino vittoria. Forse un loro successo più modesto e meno spettacolare avrebbe intimorito qualcuno, incoraggiato qualcun altro, e incancrenito una situazione di "guerra proseguita con altri mezzi" che dura ormai da anni. Al contrario, il risultato è stato di richiamare gli stati a una consapevolezza più responsabile del loro compito istituzionale: che non consiste nel lanciare messaggi, nel tenere prediche buoniste, nel tentar di stabilire rapporti cordiali con organizzazioni eversive insincere e impotenti, o con governanti fantoccio, o con criminali al potere. Consiste, in primo luogo, nel garantire la sicurezza e l'ordine pubblico. Al cento per cento è impossibile, ma la probabilità di raggiungere i colpevoli e di risparmiare gli innocenti deve avvicinarsi al massimo. Per questo sarà necessario rispettare e imporre a tutti il rispetto di normali rapporti internazionali che assicurino la pace. Pare che comincino a rendersene conto perfino gli stati canaglia. Cerchiamo di approfittarne anche noi, che troppo spesso ci siamo dimostrati impotenti contro bucanieri e pirati.

21 settembre 2001

vmathieu@ideazione.com