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Alitalia, trenta
giorni per convincere l’UE
di
STEFANO CALICIURI
[12 giu 08] La Camera ieri ha dato il via libera al prestito ponte di 300 milioni di euro a favore di Alitalia. Il decreto legge dovrà ora ritornare al vaglio del Senato perché sono state introdotte due norme non contenute all’interno del testo di partenza: la possibilità di utilizzare il prestito come patrimonio per coprire eventuali ulteriori perdite patrimoniali e la modifica della legge 474 sulle privatizzazioni; il governo ha inoltre formalizzato il ruolo di advisor della privatizzazione all’istituto Intesa Sanpaolo. La votazione in aula ha contato 278 voti a favore e 255 contrari: entro il 23 giugno è prevista anche la discussione e la successiva votazione al Senato. Contestualmente all’approvazione italiana, l’Europa però ha aperto un’inchiesta che sarà volta a verificare l’effettiva liceità dell’operazione. Le pressioni sono giunte soprattutto dal gruppo del Partito socialista europeo, che intravedenell’operazione elementi di incompatibilità con le norme Ue che regolano il mercato unico comunitario. I fondi, comunque, saranno utilizzabili sin da subito, la dirigenza Alitalia non dovrà cioè attendere la chiusura dell’inchiesta.
E’ senza dubbio curioso il fatto che a comunicare al ministro Franco Frattini l’apertura formale dell’indagine sarà il commissario ai Trasporti Antonio Tajani, entrambi esponenti del Pdl ma questa volta separati dalla carica istituzionale. In particolare, la Commissione europea vorrebbe capire se lo Stato italiano, concedendo ad Alitalia un prestito di 300 milioni di euro, “si sia comportato come un azionista avveduto che persegue una politica strutturale, globale o settoriale, guidato da prospettive di redditività dei capitali investiti che sono più a lungo termine rispetto a quelle di un investitore comune”. La concessione di questo prestito, sempre secondo la Commissione, conferirebbe alla compagnia di bandiera tricolore “un vantaggio economico di cui essa è l’unica beneficiaria”. Vengono contestati anche i tassi di interesse, giudicati eccessivamente favorevoli e non in linea con l’attuale andamento dei mercati.
Commenti alla decisione europea sono giunti da parte di Altero Matteoli, ministro alle Infrastrutture. “Sono molto preoccupato per l’Alitalia – ha commentato il ministro - ma non per la procedura aperta dalla Ue, perchè quella siamo in condizioni di risolverla. Sono preoccupato come chiunque abbia buon senso, anche se so che stanno lavorando molto bene per cercare una soluzione e sono fiducioso che si possa trovare. Nei trenta giorni risponderemo alla Ue e spiegheremo i motivi dell’approvazione del decreto già passato alla Camera e in procinto di tornare al Senato”. In sostanza, l’esecutivo ha un mese di tempo per dimostrare all’Unione europea che il finanziamento alla Magliana è compatibile con le norme comunitarie sulla libera concorrenza; per riuscirci occorre che l’advisor incaricato, Intesa Sanpaolo, entro quel tempo proponga allo Stato italiano i nomi degli azionisti privati che intendono entrare nella società, fornendo in questo modo contestuali garanzie di restituzione del prestito. E facendo vivere sonni tranquilli all’intera comunità europea.
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