| 
      
      Gli alleati e i pericoli della vanagloriadi Vittorio Mathieu
 
 E’ nota la favola di Fedro: “Se bevessi quanto lui - dice la rana che vede 
      il bue abbeverarsi al ruscello - diventerei altrettanto grossa”. Peccato 
      che scoppi prima. I partitini della coalizione al governo sembrano 
      ragionare allo stesso modo. (Lo farebbero anche quelli all’opposizione, se 
      fosse loro dato da bere). C’è da temere che qualcuno scoppi. “Chiedere non 
      costa nulla” dice il proverbio: ma chiedere troppo può costar caro. 
      Soprattutto non serve chiedere ciò che nessuno può dare. Esempio: il 
      ministro di tutte le finanze dà le dimissioni, ed è giusto chiedere che 
      sia sostituito. Ma si può chiedere che sia sostituito subito, nel giro di 
      un’ora, come se si potesse farlo con il primo ragioniere Brambilla che si 
      trova sull’elenco telefonico? No, non si chiede questo. Si chiede di 
      sostituirlo con una persona capacissima e stimata da tutti, ad esempio 
      Mario Monti.
 
 Tutti sono d’accordo su Monti, dunque lo si nomini subito, prima di 
      informarsi discretamente se accetti o no. Bisogna non dargli il tempo di 
      pensare. Appunto perché è persona equilibrata e saggia, appena sappia che 
      potrà avere un lavoro meno rischioso che quello di un ministero delle 
      Finanze dove il debito pubblico è più grande del Pil, Monti dirà di no. E 
      così ha fatto. Ma il capo del governo rimane egualmente responsabile di 
      non averlo nominato subito, accettando per lo meno la brutta figura di un 
      diniego. Peggio: di aver preteso di sostituirlo ad interim, diventando al 
      tempo stesso il massimo contribuente ed il massimo esattore d’Italia. Come 
      potrebbe non indignarsi un esperto di politica come Sartori? Il linea 
      subordinata, assumendo gli interim, Berlusconi dovrebbe riferire subito al 
      Parlamento: a chi altri, se no? Alla moglie o alla figlia? Dunque lo 
      faccia subito.
 
 Poi avrà tempo di informarsi delle cose su cui riferire. Riferisca e dia, 
      al tempo stesso, le dimissioni. Accade forse in un qualsiasi paese civile 
      che il capo del governo, se assume un portafoglio ad interim, non dia 
      contestualmente le dimissioni? Anzi, non chieda al Capo dello Stato di 
      indire le elezioni anticipate? Solo in Italia il conflitto di interessi fa 
      sì che avvenga il contrario. Ma la via italiana di Berlusconi è una via 
      aberrante, su cui ci si può informare periodicamente da Curzio Maltese, 
      alle pp. 16 -17 di Repubblica. Se queste cose le dicessero o perfino le 
      pensassero, i raggruppamenti di centrosinistra, che sono all’opposizione, 
      ci importerebbe poco. Ma le dicono o le pensano gruppi o interi partiti di 
      centrodestra (o di destra centrale, o di estremo centro) che sono al 
      governo; e che potrebbero (Dio non voglia) lasciare il governo per 
      appoggiarne un altro dall’esterno. Allora c’è da temere per noi e per 
      loro: c’è il pericolo che scoppino.
 
 8 luglio 2004
 
 |