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      Il paradosso delle primariedi Vittorio Mathieu
 [25 gen 05]
 
      
      Le elezioni primarie negli USA sono varie e funzionano variamente. In 
      Italia sono state tentate con l’intento di far scegliere i candidati dagli 
      elettori anziché dai partiti. E’ probabile, però, che accada il contrario, 
      perché alle primarie parteciperà chi è più sensibile alle sollecitazioni 
      dei partiti, per non dire solo chi fa parte degli apparati. E, se si 
      tratta di un raggruppamento, di una componente a preferenza di altre.
 Il primo problema è: chi ha diritto a partecipare alle primarie? E’ facile 
      rispondere: chiunque sia iscritto nelle liste elettorali. Ma per le 
      elezioni vere e proprie questo diritto è certificato da un documento: lo 
      si chiederà anche per le primarie? Inoltre si può domandare quali elettori 
      debbano partecipare alle primarie indette da un partito per scegliere i 
      propri candidati. Sarebbe logico rispondere: solo gli elettori di quel 
      partito. Se gli elettori di un altro indirizzo politico potessero 
      scegliere i candidati di un partito avverso avremmo dei risultati 
      allarmanti. Supponiamo, ad esempio, che gli elettori della Cdl partecipino 
      in massa alle primarie per scegliere il leader del centrosinistra. Sarebbe 
      facile e divertente per loro accordarsi sul nome di Pecoraro Scanio. Il 
      centro sinistra sarebbe d’accordo?
 
 Plausibile, perciò, che solo gli elettori di un partito o di un 
      raggruppamento abbiano diritto di scegliere i candidati di quel partito o 
      raggruppamento. Ma come dimostrarlo? Dichiarandosi sostenitori di quel 
      raggruppamento? Potrebbero farlo ad arte e poi cambiare idea. Inoltre 
      nessuno è tenuto a dire per chi vota o per chi intende votare.
 
 La soluzione ci sarebbe se tutti gli elettori fossero tenuti a partecipare 
      a elezioni primarie per eleggere i candidati di tutti i partiti. Allora 
      ogni elettore sceglierebbe i candidati della propria parte (avendo a 
      disposizione un numero limitato di preferenze). E, in questo modo, le 
      primarie non sarebbero preda degli attivisti di questo o quel partito. Ma 
      è facile accorgersi che, in questo caso, le primarie verrebbero a 
      coincidere con le elezioni come tali. In altri termini, che le elezioni 
      primarie funzionerebbero democraticamente, se fossero, al tempo stesso, 
      secondarie.
 
      
      25 gennaio 2005 |