Un'aggregazione in nome del fusionismo
di Antonio Scalari*
[23 mar 05]
Si parte. La rivista Ideazione, dopo essersi dedicata all'analisi di
quella che è stata definita la Right Nation americana, ritornata alla
riscossa grazie alla rivoluzione (dentro e fuori la destra) di Bush jr.
e grazie alle analisi, alle idee e alle proposte neocon, e dopo essersi
messa alla testa di un'iniziativa, culturale e politica, che rendesse
possibile anche nel nostro paese la nascita di un fusionismo italiano,
ha deciso di dare voce a chi fino a poco tempo fa non ne aveva, se non
una assai sottile. Ha deciso, sul modello di analoghi e ben riusciti
esperimenti avvenuti negli Stati Uniti, di dare vita ad un aggregator,
ad una "community" di blog che, anche con idee ed etichette differenti,
avessero in comune, come minino, la convinzione che oggi a Washington
non risieda un demonio e che gli Usa, se ne condivida più o meno
completamente l'attuale guida, rimangono quella “città che splende in
cima alla collina”, da cui è fondamentale non separarsi. In
contrapposizione a chi, in Europa, per ideologia o mero opportunismo,
spera che le due sponde dell'Atlantico si allontanino, geopoliticamente
oltrechè geologicamente.
Un aggregatore di post, cioè di articoli di molti blog, che si occuperà
di vari temi e che offrirà una ricca serie di analisi, proposte e
risposte a una serie di questioni. Il blog, in questi anni, si è
rivelato uno strumento d'impatto mediatico enorme. Non solo per aver
rappresentato un mezzo di comunicazione facile e accessibile per tutti,
anche coloro senza una preparazione informatica. Ma anche perchè esso si
è rivelato una vera e propria terra vergine che tutti coloro che non si
sentissero rappresentati dal mainstream media delle Tv e dei giornali,
hanno potuto occupare. A tal punto da essere diventato quasi, per dirla
con Giorgio Gaber, una cosa più di destra che di sinistra. Non tanto
perchè lo fosse intrinsecamente, ma perchè la sinistra, in America come
in Italia, aveva già quasi pienamente occupato le centrali del mondo
giornalistico, televisivo, intellettuale, accademico, editoriale. A tal
punto, in America, da riuscire a scatenare veri e propri terremoti, come
quello dei falsi scoop anti-Bush di Dan Rather.
Certo, parlando di Stati Uniti e Italia, si parla di una concezione
della destra assai differente. In Italia si assiste ad una destra di cui
si ha l'impressione che non riesca a "partire", a decollare, ingolfata,
invischiata, e non già arricchita, dalle diversità di idee e da una
pesante eredità storica che con la destra aveva poco a che fare ma che
ancora oggi aleggia, come un fantasma, sui suoi epigoni. Infatti, se a
sinistra ci si pone ancora in un'ottica postcomunista, a destra la
sensazione è che non si sia, simmetricamente, usciti dal postfascismo.
Pare che i dirigenti della destra italiana, avendo perso un modello di
riferimento (che non avrebbe mai dovuto diventare tale...), ora non
sappiano a cosa guardare. Non vogliono chiamarsi conservatori, in pochi
(e nello stesso tempo in troppi) si definiscono liberali. E, sotto
sotto, alcuni portano ancora dentro un certo qual sospetto nei confronti
dell'atlantismo. E non basta certo la leadership umana, ci vogliono le
idee.
La proposta di Ideazione, se ad essa si vorrà guardare, vorrebbe venire
in soccorso a questa perdita di valori e di punti di riferimento, a
questo straniamento ideologico. Coloro che in queste ore stanno
decidendo di aderirvi non la pensano allo stesso modo su tutto. Alcuni,
molti, forse tutti, si definiscono liberali. Alcuni liberalsocialisti.
Altri conservatori o neoconservatori. Molti sono cristiani, e anche
praticanti (per quanto sia meglio evitare di polarizzare la religione).
Ma ad essi poco importa, poichè, senza preoccuparsi di "tradire" una
sbagliata idea di Patria, essi guardano alla destra americana. La quale
è "fusionista". Che cioè, grazie a Ronald Reagan prima e George W. Bush
oggi, ha riunito sotto le medesime ali persone che la pensano su molte
cose anche molto diversamente, da quei "pannelliani" che sono i
libertarian ai conservatori sociali e tradizionali, a quegli
intellettuali per lo più di derivazione democratica e che ora stanno a
destra che sono i neocon, con le loro proposte di politica estera.
Una diversità che, se spesso è scontro, mai è avvertita come handicap,
perchè si è consapevoli di avere un comune bagaglio di convinzioni.
Certo, grazie anche a una leadership straordinaria, in tutti i sensi. Ma
che non prescinde mai dai valori che, indipendentemente da essa, si
esprimono. Se pensate, allora, che "lo stato sia il problema e non la
soluzione" e che difendere il cittadino da una burocrazia statale
invadente, sprecona e farraginosa, senza perdere la fiducia nello stato
stesso, sia una cosa doverosa. Se credete che la libertà e la democrazia
siano valori e, quindi, universali, e che, di conseguenza, debbano
essere promossi ovunque, senza dover necessariamente, se non quando
necessario (pare se ne sia convinto anche Kofi Annan), ricorrere alla
forza militare. Se pensate che la dittatura sia una cosa di cui
sdegnarsi, oltrechè (o, più che) la guerra. Se pensate che la laicità
della cosa pubblica non debba escludere, credenti o non credenti, gli
insegnamenti religiosi (di tutte le religioni), essendo essi spesso non
affatto in contraddizione con la suddetta laicità ma con il laicismo. Se
pensate che il mercato sia, appropriatamente regolato, la migliore
risorsa per il benessere di tutti (più che "collettivo"). Se pensate che
ci siano anche, ahinoi, nemici e non sempre "avversari" e che uno di
questi oggi è il terrorismo che minaccia e uccide (deliberatamente)
anche coloro che dice di volere riscattare e non avete paura di chiamare
le cose con il loro nome. Se siete di destra, tenendo presente le
succitate spiegazioni, o se siete di sinistra ma vi attira di più
l'alleanza con Blair che con la falce e il martello. Anche se non
condividete qualcuna di queste affermazioni, ma non vi sentite
rappresentati dai sondaggi e dal mainstream. Beh, allora siete liberi e
coraggiosi e avete un qualche motivo per prestare attenzione a ciò che
sta nascendo. E, se avete un blog, aderirvi. La libertà è in marcia,
speriamo se ne accorga anche la destra italiana.
23 marzo 2005
* Antonio
Scalari è il titolare del blog
Regime Change
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