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		Il sogno possibile del centrodestra italianodi Alessandro Marrone*
 [10 nov 05]
 
		Non è un mistero che il centrodestra italiano conti oggi su una rete 
		culturale meno solida del centrosinistra, che ha ereditato sia la 
		poderosa egemonia culturale costruita dal Pci in quarant’anni di 
		strategia gramsciana, sia il radicamento sociale di quel pezzo di Dc che 
		è andato a sinistra. E’ tuttavia falso il luogo comune per cui il 
		centrodestra manca di una propria cultura, di idee e di uomini in grado 
		di discuterle e di applicarle. Si può fare attività culturale, 
		associativa, politica, di qualità e con alto tasso di partecipazione in 
		questa metà del cielo, ci sono diverse promettenti realtà che cercano di 
		formare una classe dirigente attorno a idee e valori liberali. 
		Tra di esse il 
		Circolo Giovani, con le sue 54 sedi in 
		tutta Italia e 1.500 iscritti, svolge tramite convegni, pubblicazioni, 
		seminari, quel ruolo di ponte tra la cultura e i giovani che permette 
		loro di partecipare pienamente alla vita civile del nostro paese: 
		l’ambizioso obiettivo è essere un supporto culturale per l’area liberale 
		e formare dei giovani pronti ad essere parte della futura classe 
		dirigente. 
		Culmine dell’attività dell’associazione è il 3° Convegno Nazionale che 
		si svolge all’Hilton Palace di Sorrento dall’11 al 13 Novembre, sul tema 
		“Il sogno 
		possibile”. Il sogno possibile è stato quello di costruire e 
		radicare in tre anni questa solida realtà associativa, è stato quello di 
		radunare a Sorrento oltre millecinquecento giovani per discutere da una 
		prospettiva liberale delle più diverse tematiche: dalla politica estera, 
		con intellettuali come Giuliano Ferrara e Carlo Pelanda, all’economia 
		con gli interventi di Giulio Tremonti e Mario Baldassarri, con ospite 
		d’onore il presidente del Consiglio. Non sarà però solo un semplice 
		convegno, ma anche un’occasione per i giovani di interagire con 
		imprenditori e uomini di cultura in seminari ristretti, in modo da 
		concretizzare davvero il binomio formazione e partecipazione. Con questo 
		spirito a Sorrento il Circolo giovani presenterà anche il primo passo di 
		una nuova sfida: il numero zero di un quotidiano, “Il Circolo”, che dal 
		gennaio dell’anno prossimo sotto la guida di Lino Jannuzzi darà spazio 
		alle idee, alle riflessioni e alle polemiche, che giovani dei Circoli e 
		affermati intellettuali di area vorranno proporre al pubblico. 
		 
		Il sogno possibile è soprattutto quello di radicare nella società, nella 
		cultura, nell’economia italiana la presenza di un’area liberale che 
		permetta ai giovani non solo di formarsi, ma di poter partecipare da 
		protagonisti al “sistema paese”. Da questo punto di vista occorrerebbe 
		non ripetere l’errore commesso in questi cinque anni di governo nella 
		gestione dello spoil system. In tutte le democrazie occidentali è 
		pacifico che il governo in carica attui un ricambio di dirigenti e 
		funzionari in tutte le articolazioni della pubblica amministrazione, 
		affinché le riforme messe in cantiere siano concretamente applicate da 
		un personale ad esse non ostile. In Italia il centrodestra ha finalmente 
		e giustamente regolamentato la materia con la Legge Frattini, ma ha 
		avuto paura di attuare quel ricambio culturale e generazionale 
		necessario per attuare quella modernizzazione che gli elettori hanno 
		chiesto. Si sperava forse di evitare così le critiche di lottizzazione 
		da parte dell’opposizione, ma questo “complesso di sudditanza”, come 
		l’ha chiamato Renato Brunetta, si è rivelato deleterio. In primo luogo 
		non ha evitato che l’opposizione gridasse al regime per le poche nomine 
		a lei sgradite, mentre un personale politicamente ostile al governo ha 
		rallentato nella pratica l’applicazione delle giuste leggi riformatrici 
		approvate. Ma soprattutto si è mancata l’occasione di far crescere una 
		propria classe dirigente, e non si è attuata quella rivoluzione 
		culturale che ci si aspettava. Certo le responsabilità sono anche degli 
		intellettuali di area, come sostiene Angelo Crespi sul Domenicale, ma è 
		non ci si può nascondere che il centrodestra politico ha sostenuto ben 
		poco le iniziative culturali promosse dalle istituzioni ad esso vicine. 
		Le idee camminano sulle gambe degli uomini, e per realizzare le riforme 
		bisogna avere una classe dirigente che ci creda e che sappia raccogliere 
		il consenso e tradurlo in azione. Il sogno possibile da realizzare è 
		affermare una volta per tutte la legittima e solida presenza nella 
		società italiana, specie nell’universo culturale, di un centrodestra 
		politico che abbia la stessa forza e coscienza del centrosinistra, e che 
		con le proprie idee, i propri uomini, le proprie risorse, competa con 
		l’avversario e si alterni al governo del paese come accade in tutte le 
		liberaldemocrazie dell’Occidente. 
      
		10 novembre 2005
 * Direttore di LiberaMente, periodico del Circolo 
		Università di Roma
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