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		La storia dei due D’Alemadi Pierluigi Mennitti
 [30 mar 06]
 
 Esistono in questi giorni due Massimo D’Alema. Uno è quello 
		dell’intemerata sul conflitto d’interessi del Cavaliere. Sostiene il 
		primo D’Alema: dopo la “sicura” sconfitta del 10 aprile, per Berlusconi 
		si aprono due strade. O resta in politica e vende (o svende) l’azienda, 
		o torna a fare l’imprenditore e molla la politica. Tertium non datur. 
		Niente modello americano, il più liberale fra quelli esistenti, per 
		l’attuale premier italiano. Tanta durezza viene ora smentita dai suoi 
		partner di coalizione, e in primo luogo dal suo segretario Piero 
		Fassino, forse più per opportunismo elettorale che per reale 
		convinzione. Ma tant’è. Adesso D’Alema può ergersi a moralista 
		solitario, accompagnato dalle letture dei libri di Travaglio e Flores 
		d’Arcais, e mettersi a cavalcare il populismo di sinistra, per mezzo del 
		quale rafforzare il profilo di moralizzatore della vita pubblica e di 
		quella che a sinistra viene considerata l’unica, o la principale, 
		anomalia italiana.
 
 L’altro D’Alema è quello che incrociamo di riflesso nelle pagine delle 
		cronache giudiziarie di alcuni giornali. E’ di queste ore la notizia che 
		a Salerno un avviso di garanzia, per truffa e falso, è stato nuovamente 
		recapitato a noti esponenti Ds di Salerno: a Vincenzo De Luca, l'ex 
		sindaco diventato deputato, plurindagato, oggi ricandidato; e a Mario De 
		Biase, l'ex segretario dell'ex sindaco, diventato a sua volta sindaco e 
		plurindagato. La vicenda riguarda una delle inchieste sulle “varianti” 
		del piano regolatore generale, esattamente quella sulle presunte 
		speculazioni edilizie dietro la delocalizzazione della MCM (Manifattura 
		Cotoniere Meridionali). E qui entra in scena, appunto di riflesso, il 
		secondo D’Alema: perché Vincenzo De Luca è un
		
		dalemiano di ferro e della prima ora. 
		Interrogato da il Giornale sulla vicenda salernitana, D’Alema stesso ha 
		chiosato: “Non mi interessa, non commento vicende che riguardano la 
		magistratura”. Ma se c’è un versante, quello giudiziario, che riguarda 
		la magistratura ce n’è uno politico che riguarda Massimo D’Alema. Il 
		secondo D’Alema. Che potrebbe aver spinto il primo D’Alema a 
		risciacquare la propria immagine nel bagno morale 
		dell’antiberlusconismo.
 
		
		30 marzo 2006 |