Luoni: “Più valori e meno feste in discoteca”
intervista di Domenico Naso
[24 mag 06]
Ventotto anni, bocconiano, Fabio Luoni è uno dei volti giovani della
politica milanese. Arriva alla candidatura al consiglio comunale dopo 9
anni di impegno nei Consigli di Zona e una lunga attività politica
all’interno di Forza Italia. La gavetta politica di Luoni parte da
lontano: dal 1997, infatti, è impegnato nel consiglio di zona,
ricoprendo anche il ruolo di presidente delle commissioni Ambiente,
parchi e giardini (2001-2004) e Famiglia (2004-2006). Cattolico, con un
passato da educatore all’oratorio “L. Pavoni” della Parrocchia S.
Giovanni Evangelista di Milano, Luoni ha anche fondato, insieme ad
alcuni amici, un’associazione no-profit per promuovere i valori della
famiglia fondata sul matrimonio, della vita e della libertà di
educazione. Un ragazzo particolarmente attento ai valori cristiani,
dunque, che oggi scende in campo per dare un contributo alla crescita
della sua città.
In un quadro non certo incoraggiante per
l'iniziativa politica dei giovani che senso ha per te una candidatura
alle elezioni? Con che spirito e con quali obiettivi un giovane come te
si affaccia alla politica?
Credo che, indipendentemente dalle difficoltà che ci possano essere, un
giovane veramente motivato e con dei valori e delle idee da portare
avanti possa avere la possibilità fare politica. La candidatura alle
elezioni comunali di Milano è per me la possibilità di proseguire una
testimonianza dei valori in cui credo, iniziata 10 anni fa con il
Consiglio di zona e che ora cercherò di poter portare avanti anche in
consiglio comunale, qualora dovessi essere eletto.
Cosa si può fare, all'interno della Casa delle Libertà, per dare maggior
spazio alle nuove generazioni? Un ringiovanimento della classe politica
quali conseguenze potrebbe causare?
Penso che si debba smettere di relegare i giovani ad occuparsi in
politica solamente delle questioni “ludiche” e sportive. Molti giovani
che si affacciano al mondo del lavoro e che vogliono costruirsi una
famiglia, possono avvicinarsi alla politica e alla Casa delle Libertà,
se vedono nella nostra coalizione giovani impegnati in politica che
vivono i loro stessi problemi, se vedono che i loro rappresentanti sono
persone alle prese con le difficoltà dell’inserimento nel mondo del
lavoro, oppure con la ricerca del mutuo per la casa o che sanno quanto
costa e quanto impegno ci vuole ad allevare un figlio. Se i movimenti
giovanili dei partiti inizieranno ad occuparsi maggiormente di questi
temi e un po’ meno delle feste in discoteca, l’assunzione di
responsabilità sarà più rapida e quindi più facile sarà il cambio
generazionale. La cosa che però manca per i giovani è qualcuno che ne
rappresenti veramente gli interessi. Faccio un esempio: è ormai da un
molti anni che si parla di riforma delle pensioni, se ne sono fatte
diverse precedute da tanti dibattiti, dove però quello che mancava, a
mio avviso, era qualcuno che rappresentasse gli interessi dei giovani
che stanno entrando nel mondo del lavoro e su cui ricadranno le
conseguenze delle riforme previdenziali che si stanno facendo. Invece,
sentire sempre parlare solo i sindacati che sono stati la principale
causa di questa situazione della nostra previdenza e che cercano solo di
tutelare gli interessi di chi è già nel mondo del lavoro ed è certo più
tutelato dei giovani, credo sia lo specchio della situazione politica
italiana, in cui le nuove generazioni non sono rappresentate
Le amministrazioni locali possono essere una buona palestra per formare
una nuova classe dirigente? In che modo possono contribuire alla nascita
di un nuovo modo di fare politica?
Credo che siano una palestra fondamentale. Io stesso prima di arrivare a
questa candidatura al consiglio comunale, ho fatto 10 anni nei Consigli
di Zona dove ho imparato molto sia dal punto di vista personale che come
conoscenza del funzionamento della macchina amministrativa. Inoltre
credo che chi giungerà a responsabilità più alte di Governo, se avrà
fatto la “gavetta” nei consigli comunali, per forza di cose si dovrà
essere confrontato maggiormente con i problemi concreti quotidiani della
gente, e quindi potrà forse meglio interpretare i loro bisogni. Poi ci
sono sempre le eccezioni, una su tutte Silvio Berlusconi, ma lui penso
sia unico…
Milano è una delle roccaforti del centrodestra, e di Forza Italia in
particolar modo. Da cosa è dettato, a tuo avviso, questo solido legame
tra i milanesi e la CdL? Cosa si aspettano da un'amministrazione di
centrodestra?
Milano è riconosciuta come la capitale economico-finaziaria e come la
capitale del volontariato. Credo che i valori principali di Forza Italia
e della CDL siano riassumibili, in due parole, in “libertà e
responsabilità”: voglio dire che, mentre da questa parte c’è una visione
in cui la persona è al centro della società, dall’altra parte, nel
centrosinistra, sempre e comunque alla fine è lo Stato ad essere messo
al centro. Quindi credo che sia più naturale una sintonia dei milanesi
verso una coalizione che lascia ai cittadini la libertà di costruirsi il
proprio futuro, di fare impresa, di organizzare una rete di solidarietà
e di assistenza, senza che ci sia sempre lo Stato che ti dica cosa fare
e da cui aspettarsi tutto. In questo senso credo che Letizia Moratti,
avendo messo al centro del proprio programma la sussidiarietà, principio
strettamente legato alle due parole “libertà e responsabilità”, possa
continuare a farsi interprete di questo sentire comune dei milanesi.
24 maggio 2006
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