| Elezioni politiche: la Grecia si tinge di blu di Stefano Caliciuri
 
 “Blu, tutto blu, tutto il Paese è diventato blu”. Al grido di queste 
        parole migliaia di greci si sono riversati nelle piazze per festeggiare 
        la vittoria di Costas Karamanlis, leader di Nea Dimokratia (Nd), e la 
        conseguente epocale sconfitta della coalizione socialista che stava al 
        governo dal 1981, eccetto una breve parentesi di un triennio. Ci sono voluti ventitré anni per convincere la Grecia 
        a cambiare rotta, affidando al rampollo della più celebre famiglia 
        conservatrice ellenica l’incombenza di svecchiare e ammodernare il 
        Paese. Il neo primo ministro ha già annunciato che la squadra di governo 
        sarà composta esclusivamente da uomini della sua generazione, tagliando 
        così ogni legame con la classe politica di un passato ormai da 
        dimenticare. Sconfitta sonante invece per i socialisti del Pasok che, 
        con il 40 per cento delle preferenze, sono stati distaccati di oltre 
        sette punti percentuali da Nd: neppure la candidatura di Ghiorgos 
        Papandreu, ultimo discendente della “dinastia” progressista, è stata 
        sufficiente a frenare la cavalcata neo-conservatrice. Un distacco che 
        neanche i sondaggi più pessimisti erano riusciti a prevedere. La 
        maggioranza conservatrice ha conquistato 165 seggi sui trecento 
        disponibili all’interno del parlamento monocamerale ellenico, mentre ai 
        socialisti del Pasok ne spettano 117. Rappresentanza sicura invece per 
        il partito comunista Kke che con poco meno del 6 per cento si è 
        garantito dodici seggi e per la Coalizione di Sinistra che, avendo 
        raggiunto la soglia del 3 per cento ottiene 6 seggi..
 
 Costantinos Karamanlis, 47 anni, sarà il più giovane premier della 
        Grecia post-bellica, e proprio su questo aspetto ha giocato le sue carte 
        durante la campagna elettorale. Il rilancio della Grecia partirà proprio 
        dal totale rinnovamento della classe politica, fino ad oggi troppo 
        ancorata a logiche clientelari e deviata da gravi forme di corruzione. 
        Libero mercato, riforme, snellimento della burocrazia statale con 
        decentramento delle funzioni ma soprattutto una politica estera 
        saldamente legata all’istituzione europea sono i punti cardine di un 
        programma politico che i greci hanno voluto premiare senza esitazioni. 
        Il primo gravoso impegno, però, Karamanlis lo eredita proprio dal 
        governo uscente: l’organizzazione dei giochi olimpici. Se è vero che 
        oramai tutto è già stato deciso, finanziato ed appaltato, è altrettanto 
        vero che i lavori stanno procedendo con estrema lentezza. Il leader di 
        Nd dovrà quindi riuscire in tempi strettissimi ad arginare i ritardi sin 
        qui accumulati, consapevole che la buona riuscita dell’operazione 
        potrebbe garantirgli a priori un notevole incremento della fiducia della 
        popolazione. Tra pochi giorni, proprio per discutere di questo tema e 
        tracciare lo stato dell’arte, Atene ospiterà la visita di Jacques Rogge, 
        presidente del Comitato olimpico internazionale. Sarà il primo 
        appuntamento formale che vedrà impegnato il neo governo di Karamanlis.
 
 Scorrendo i punti programmatici di maggior rilievo presentati agli 
        elettori, si nota una forte propensione europeistica (non bisogna 
        dimenticare che fu proprio l’omonimo zio del neo-premier a far entrare 
        la Grecia nella Cee) e la volontà di perseguire un fattivo dialogo con 
        la Turchia per risolvere la “questione cipriota”. Un segnale positivo in 
        tal senso è giunto anche dal premier turco Tayyip Erdogan che ha 
        comunicato l’intenzione di voler dare una spinta decisiva alla 
        riunificazione tra i ciprioti di origine greca e quelli di orgine turca, 
        anche tramite una visita ufficiale che auspica si possa svolgere ad 
        Atene in primavera.Nel caso in cui la trattativa non dovesse andare in 
        porto tramite un concordato tra le parti in causa, a quel punto dovrà 
        necessariamente entrare in gioco l’Onu che sottoporrà le due fazioni (i 
        turchi di Cipro nord e i greci di Cipro sud) di fronte ad un referendum. 
        Sul fronte interno, Karamanlis ha affermato di voler salvaguardare 
        maggiormente l’economia agricola del paese che da decenni versa in gravi 
        difficoltà sia per quanto riguarda i mezzi di produzione che la forza 
        lavoro vera e propria. Obiettivi di non secondaria importanza: calo 
        della disoccupazione di tre punti percentuali; privatizzazione di 
        aziende statali; apertura del mercato anche ad investimenti esteri; 
        maggior rappresentanza femminile all’interno delle istituzioni; ricambio 
        dell’intera classe dirigente statale, giudicata troppo vicina e 
        influenzata dal vecchio sistema governativo.
 
        
        8 marzo 2004
 stecaliciuri@hotmail.com
 
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