| L'11 settembre di Madrid di Stefano Caliciuri
 
 E’ l’attentato terroristico più grave mai accaduto in Spagna. Tre 
        convogli ferroviari carichi di esplosivo sono esplosi in altrettante 
        stazioni dell’hinterland madrileno: il bilancio, purtroppo ancora 
        provvisorio, conta oltre 160 morti e almeno 400 feriti, tutti pendolari 
        diretti nella capitale per lavoro o studio. Come affermato in diretta 
        televisiva dal portavoce del governo Eduardo Zaplana, l’ideatore 
        esecutore dell’attentato sarebbe ancora una volta l’Eta, l’organizzazione 
        terroristica che pretende l’indipendenza della regione basca dal governo 
        centrale; l’ipotesi è stata ufficializzata anche dal ministro agli 
        Interni spagnolo, Angel Acebes. L’organizzazione basca però ne smentisce 
        ogni collegamento, anche indiretto. Nell’opinione pubblica comincia ad 
        apparire lo spettro di Al Qaeda. Il vile gesto avviene a soli tre giorni 
        dalle elezioni politiche che, secondo i sondaggi, dovrebbero dare 
        continuità al progetto del governo Aznar .
 
 07.45: tre esplosioni consecutive 
        colpiscono nell’ora di massimo afflusso un treno di pendolari che stava 
        per entrare nella stazione di Atocha (Madrid). Nel frattempo altri due 
        ordigni fanno esplodere altrettanti convogli in entrata rispettivamente 
        nelle stazioni di Santa Eugenia de Vallecas e di El Pozo. Nelle zone 
        colpite, in attesa dei soccorsi, regna caos e distruzione.
 
        
        08.00: le autorità dispongono l’immediato 
        isolamento dei quartieri coinvolti, chiusura al traffico delle maggiori 
        strade cittadine, della metropolitana e di tutti i servizi di trasporto 
        extraurbano. Ogni via di collegamento da e per Madrid è chiuso, 
        centinaia di uomini lavorano per spegnere gli incendi ed estrarre i 
        corpi dalle lamiere accartocciate. Il primo bilancio, molto 
        approssimativo parla di 45 vittime. I feriti vengono trasportati agli 
        ospedali Clinico, Doce de Octubre e La Princesa.  
        08.43: visto l’aumento esponenziale dei 
        feriti, il Comune di Madrid dispone l’allestimento di un ospedale da 
        campo presso il centro sportivo Daoiz y Velarde, nel quartiere Retiro. 
        09.06: “Unità politica contro il terrorismo 
        e affluenza di massa alle urne” è l’appello rivolto da José Luis 
        Rodriguez Zapatero, segretario del Psoe. 
        09.25: tutta la cittadinanza madrilena è 
        invitata a recarsi presso le strutture sanitarie per donare il sangue. 
        09.28: un altro punto di primo soccorso 
        viene allestito dalla protezione civile nei pressi della stazione di 
        Santa Eugenia. 
        09.30: Juan José Ibarretxe, presidente del 
        governo basco, assicura che “non sono baschi” coloro che hanno commesso 
        “queste atrocità”, ma sono semplicemente “deplorevoli assassini”. 
        “Tramite loro, l’Eta ha minato la democrazia. Ora ha scritto la sua 
        ultima pagina, terribile e disgraziata, ma che rimarrà per sempre la sua 
        ultima pagina”. 
        09.41: il presidente della comunità di 
        Madrid, Esperanza Aguirre, si reca alla stazione di Atocha per 
        constatare la gravità della situazione. 
        09.45: il candidato premier Mariano Rajoy, 
        dopo questo “assassinio di massa” dichiara chiusa la campagna 
        elettorale. 
        09.48: il ministro degli Interni, Angel 
        Acebes, raggiunge Atocha 
        09.52: secondo il ministero degli Interni 
        sale a 62 il numero provvisorio delle vittime: 29 ad Atocha, 18 a El 
        Pozo, 15 a Santa Eugenia. 
        09.54: gli artificieri esaminano una Ford 
        Fiesta di colrosso in sosta nei pressi di un distributRepsol accanto 
        alla stazione di Atocha. Nel frattempo l’area viene isolata di ulteriori 
        cento metri ed il traffico deviato lungo arterie secondarie. 
        09.55: evacuata per perecauzione la 
        stazione di Renfe di Guadalajara. 
        10.03: cinquecento sacche di sangue donato 
        raggiungono Madrid. 10.13: 
        una seconda auto abbandonata viene ispezionata dagli artificieri nei 
        pressi di Atocha. 
        10.15: il governo organizza una 
        manifestazione “con le vittime, con la Costituzione, contro il 
        terrismo”. Si terrà su scala nazionale a partire dalle 19. 
        10.17: i madrileni prendono d’assalto le 
        unità mobili di donazione del sangue, dove si contano centinaia di 
        cittadini in coda. 
        10.21: le vittime salgono a 125, ma molti 
        corpi sono ancora incastrati tra le lamiere; 350 il numero dei feriti. 
        10.34: José Maria Aznar convoca alle 11 la 
        riunione dell’unità di crisi. 
        10.42: il Re rinvia tutti gli impegni 
        pubblici. 
        10.43: la rete telefonica della città di 
        Madrid è fuori servizio per sovraccarico. 
        10.48: viene resa nota la notizia che ieri 
        pomeriggio, nel centro storico di San Sebastian, due ignoti a volto 
        coperto hanno lanciato decine di volantini che annunciavano un attacco 
        agli interessi spagnoli e concretamente a “sabotare” la linea 
        ferroviaria Renfe. 
        11.03: rientra l’emergenza sangue. L’unità 
        sanitaria fa sapere che le donazioni in massa sono state sufficienti a 
        coprirne il fabbisogno. 
        11.22: gli inquirenti affermano che le 
        bombe erano nascoste dentro alcune borse spacciate per bagagli. 
        11.29: il Barcellona chiederà all’Uefa il 
        rinvio della partita contro il Celtic Glasgow 
        11.45: le unità antiterroristiche rivelano 
        che tra le 7 e le 7.10 due individui hanno fatto la spola tra vari treni 
        alla stazione di Alcalà de Henares: si sospetta che siano i terroristi 
        che hanno posizionato i bagagli esplosivi. 
        11.54: l’ultimo aggiornamento conta 131 
        morti e oltre 400 feriti. 
        11.55: gli ospedali rischiano il collasso. 
        Potenziati i campi di primo soccorso. 
        12.10: i principali partiti politici sono 
        concordi nel dichiarare conclusa la campagna elettorale. 
        12.20: decretati tre giorni di lutto 
        nazionale 
        12.28: la Borsa spagnola cede l’1,78 per 
        cento, condizionata dai gravi attentati. 
        13.10: il Governo aggiorna il dato: 173 
        morti, oltre 600 feriti. 
        13.20: i primi dati ufficiali dicono che 
        nella stazione di El Pozo sono morti 41 uomini e 26 donne. 
        13.26: la compagnia di trasporti Renfe 
        interrompe tutti i servizi pubblici. 
        14.00: in una nota stampa il ministro agli 
        interni Acebes ha incolpato ufficialmente l’Eta. 
        14.32: ogni borsa collocata nei quattro 
        vagoni conteneva 15 chilogrammi di esplosivo. 
        14.44: centinaia di famiglie accorrono 
        nella zona adibita a camera mortuaria dall’unità di soccorso per cercare 
        di riconoscere eventuali familiari tra le vittime. I cadaveri, 
        ricomposti ed allineati sotto il tendone, sono guardati a vista dalla 
        protezione civile che è anche impegnata nel doloroso conforto ai 
        parenti.  
        14.50: l’attentato sta assumendo caratteri 
        sempre più tragici: 186 morti, oltre un migliaio i feriti. Aznar si 
        scaglia ferocemente contro il terrorismo, affermando che “nulla e 
        nessuno potrà fermare la nazione: la caccia sarà spietata e totale”. 
        15.00: Silvio Berlusconi telefona all’amico 
        Aznar in segno di solidarietà. Interventi anche di George Bush (Usa), 
        Tony Blair (Gran Bretagna), Jacques Chirac (Francia), Vladimir Putin 
        (Russia), Re Mohamed VI di Marocco, Gerhard Schroeder (Germania), Luis 
        Ignazio Lula da Silva (Brasile), Nestor Kirchner (Argentina), Ricardo 
        Lagos (Cile). Papa Giovanni Paolo II definisce il gesto “esecrabile”. 
        15.10: La regina Sofia ed il principe 
        Felipe visitano gli ospedali e i campi di primi soccorso allestiti nella 
        capitale. Cancellati migliaia di appuntamenti teatrali e musicali, le 
        scuole e le università sospendono le lezioni. 
        
        11 marzo 2004
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