| Europa svegliati! di Pierluigi Mennitti
 
 La reazione è lì, nelle piazze e nelle vie di Madrid, di Barcellona, di 
        Valencia e di tutta la Spagna, ferita a morte ma non annientata, 
        impaurita ma non paralizzata. Scende in campo aperto la Spagna, con la 
        forza della sua gente orgogliosa, della sua Costituzione, del suo Stato 
        di diritto, dei suoi giornali liberi, dei suoi studenti che riempiono 
        disciplinatamente le scuole e le aule di università, prima di ritornare 
        in strada e in piazza a gridare la rabbia e l’orgoglio. Mentre gli 
        investigatori lavorano a ritmo forzato per trovare il bandolo della 
        matassa di morte che ha colpito nel mucchio, il paese si unisce nelle 
        dieci, cento, mille manifestazioni che percorrono le vie della penisola 
        vivificandole come sangue nelle arterie. Il cuore è a Madrid, nella 
        piazza immensa che accoglie la più grande manifestazione anti-terrorismo 
        di tutti i tempi, in risposta al più grande massacro criminale di 
        sempre. E’ qui la risposta delle democrazie, nella voglia dei suoi 
        abitanti liberi di non cedere al nuovo spettro dalle mille anime nere 
        che si uniscono o si emulano o si inseguono o collaborano per vincere la 
        madre di tutte le battaglie, quella del male sul bene, dei totalitarismi 
        sulle democrazie.
 
 La guerra è arrivata in Europa. Che sia il colpo di coda di un’Eta allo 
        stremo o l’attacco spettacolare di Al-Qaeda, o peggio ancora una 
        mescolanza delle due cose, sarà bene che chi fino a ieri ha fatto 
        orecchie da mercante verso la sfida del Ventunesimo secolo si dia una 
        bella scossa ed esca da una sempre più incomprensibile ambiguità. 
        Parigi, che in queste ore si blinda sotto il timore dell’allarme 
        “arancio”, non può essere la stessa Parigi che coccola i terroristi 
        ricercati da paesi amici. Gli americani hanno dimostrato ai terroristi e 
        al mondo intero di che pasta è fatta una democrazia quando è in gioco il 
        suo bene supremo. In queste ore stiamo vedendo di che pasta sono fatti 
        gli spagnoli. Non abbiamo ancora capito di che pasta siano fatti gli 
        europei.
 
 Europa, svegliati! C’è in giro per il Vecchio Continente una sottile 
        voglia di vendetta verso Aznar, il leader che assieme a Blair ha forse 
        tenuto più ferma la barra dell’alleanza occidentale nella guerra al 
        terrorismo. Una vendetta appena accennata, quasi sibilata, appena 
        abbozzata nelle parole del leader dell’opposizione socialista che, 
        increspando il velo di unanimismo che pervade la Spagna in queste ore, 
        ha accusato il governo di nascondere la verità ai cittadini. Aznar ha 
        replicato con forza assicurando che ogni scoperta investigativa viene 
        resa nota alla popolazione e che nessuna ipotesi viene tralasciata dagli 
        esperti. Ma se la pista islamica (esclusiva o in sodalizio con quella 
        basca) dovesse confermarsi con il procedere delle indagini, c’è da 
        giurare che l’accusa sarebbe pronta: Aznar ha appoggiato la guerra di 
        Bush e l’attentato di Madrid ne è la logica conseguenza. Finchè questa 
        lettura ideologica sarà nei cuori e nelle menti degli europei pavidi, la 
        guerra al terrorismo sarà perdente. Il problema dell’Europa non è di 
        aver in parte appoggiato la reazione americana ma di averlo fatto troppo 
        poco, dividendosi, spezzandosi e per metà defilandosi di fronte alla 
        nuova realtà. La colpa dell’Europa è di aver lasciato Blair, Aznar, 
        Berlusconi troppo soli al fianco degli Stati Uniti. Questa sera a Madrid 
        ci sarà una grande manifestazione unitaria e tanti leader continentali 
        si stringeranno attorno al premier spagnolo ferito. Qualcuno di loro 
        sarà di troppo su quel palco.
 
 12 marzo 2004
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