| New Europe/4. Estonia, la perla del Baltico di Francesca Gatti
 
 Per dirla con Mart Laar, “ci sono paesi dove sogni impossibili sono 
        stati realizzati”. L’ex primo ministro estone è orgoglioso 
        dell’incredibile sviluppo intrapreso dall’Estonia. Oltre a essere il 
        primo paese ex comunista riconosciuto pubblicamente come un’economia di 
        mercato, oggi l’Estonia è una delle nazioni più libere del mondo. 
        Eppure, soltanto dieci anni fa, il piccolo paese baltico - che conta 1 
        milione e mezzo di abitanti - usciva esanime da cinquant’anni di 
        occupazione sovietica. Come per molti altri paesi nelle stesse 
        condizioni, la transizione è stata drammatica. Lunghe file davanti ai 
        negozi senza merce, denaro senza più valore. In quegli anni, 
        l’inflazione era aumentata del 1000 per cento annuo, mentre fra il 1999 
        al 2002, il tasso annuale ponderato è stato appena del 5 per cento.
 
 Dalle macerie del comunismo all’ingresso nella top ten mondiale delle 
        libertà economiche: una trasformazione che Mart Laar analizza sulla base 
        di tre “semplici” lezioni chiave. Innanzitutto, prima di procedere con 
        le riforme economiche, si è guardato all’aspetto politico, perché “non 
        va sottovalutata l’importanza di una nuova, moderna costituzione e di 
        una legislazione democratica con elezioni libere”. Infatti, non può 
        esistere un’economia di mercato né una democrazia senza leggi, chiari 
        diritti sulla proprietà e un efficiente sistema giudiziario. La seconda 
        lezione è quella che Laar sintetizza facendo ricorso a un famoso spot: 
        “Just do it”. I politici hanno non solo il dovere di prendere decisioni, 
        ma anche quello di assumersi la responsabilità di adottare le riforme e 
        di portarle avanti, superando le difficoltà di breve termine che 
        ostacolano il cammino verso la libertà. Più che una lezione, la terza è 
        stata una grande sfida: quella di cambiare il modo di pensare della 
        gente. “Il più importante e vitale cambiamento deve avvenire nelle menti 
        delle persone”, dice Laar.
 
 Uno dei passi più decisivi di questa grande transizione è stata la 
        radicale riforma delle tasse che, oltre a ridurre drasticamente la 
        pressione fiscale, ha introdotto la flat-tax, una percentuale fissa 
        d’imposta. E’ stata inoltre abolita la tassa sui profitti delle imprese 
        reinvestiti nell’economia locale. Le frontiere, poi, sono state 
        spalancate agli investimenti stranieri. Secondo l’analisi del 
        Dipartimento di Stato americano, “il regime liberale nel commercio 
        estero estone, che contiene poche o nessuna barriera tariffaria, è 
        virtualmente unico in Europa”, malgrado il paese si sia recentemente 
        adattato ad alcune limitazioni imposte dall’Unione Europea. Il governo 
        consente agli investitori stranieri di operare in qualsiasi campo, senza 
        imporre alcuna limitazione che li costringa a tenere i capitali nel 
        paese. Anche nel sistema bancario - considerato il più forte ed 
        efficiente dei paesi baltici - le partecipazioni sono benvenute, tanto 
        che le grandi banche straniere ne controllano oltre il 95 per cento.
 
 Per quanto riguarda prezzi e tariffe, non esiste controllo se non quello 
        delle regole dettate dal mercato. In preparazione all’imminente ingresso 
        nell’Unione Europea, nel 2001 l’Estonia ha siglato un accordo per 
        aumentare il salario minimo – che è oggi al 30 per cento – al 41 per 
        cento entro il 2008. Ma soltanto una piccola porzione della forza lavoro 
        è interessata dal salario minimo. Mentre il tasso di corruzione e 
        crimini legati al commercio rimane piuttosto basso, sembra più difficile 
        estirpare il mercato nero. Secondo il Baltic News Service, la fetta di 
        compravendita illegale di vodka è fra il 30 e il 35 per cento, mentre il 
        livello di pirateria informatica è del 69 per cento.
 
 Il tuffo nella tecnologia ha fatto il resto. L’Estonia rappresenta uno 
        dei più eclatanti esempi di e-government del pianeta: i membri del 
        governo si vantano di non utilizzare alcun documento cartaceo e gran 
        parte della burocrazia è stata informatizzata, a partire dalla 
        dichiarazione dei redditi arrivando ai più basilari servizi per il 
        cittadino. L’accesso a Internet è stato dichiarato un diritto umano, e 
        non soltanto a parole: tutto il paese, dalla capitale Tallin fino al più 
        remoto angolo agreste, è stato cablato ed esistono circa trecento luoghi 
        di accesso pubblico a Internet, dove i cittadini possono navigare e 
        utilizzare la posta elettronica gratuitamente. L’ambizioso programma 
        battezzato Tiger Leap, lanciato nel 1997 con lo slogan “un computer ogni 
        20 studenti”, oltre a portare innegabili vantaggi per la popolazione, ha 
        suscitato un enorme interesse da parte degli investitori internazionali. 
        E ha posto le basi per continuare il miracolo economico.
 
 22 aprile 2004
 
 (da
        
        Emporion)
 
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