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		La Comunità delle 
		Democrazie trova il suo scoglio: la Franciadi Federico 
		Punzi*
 [30 apr 05]
 
		Un'inizio «molto molto faticoso» quello della
		
		Terza Conferenza ministeriale della Community of Democracies a Santiago del Cile nelle parole della capo delegazione italiana Emma 
		Bonino,
		
		intervistata da Radio Radicale: «Moltissime, inaspettate 
		resistenze» sono emerse, nella sede dei negoziati per la dichiarazione 
		finale della conferenza, al testo sulla formazione di caucus democratici 
		all'interno delle Nazioni Unite. Testo «duramente contestato» dalle 
		delegazioni venezuelana e francese. L'idea di costituire gruppi 
		organizzati alle Nazioni Unite composti da Paesi democratici che 
		facciano sentire il proprio peso «almeno per quanto riguarda alcune 
		delle scelte di fondo dell'Organizzazione», idea nata a Varsavia (2000) 
		e confermata a Seoul (2002), sta riscontrando la forte opposizione della 
		Francia, anche se la Community of Democracies nasce proprio dall'idea di 
		un coordinamento delle democrazie all'interno delle istituzioni 
		internazionali. Su questo punto 
		l'Europa è di nuovo divisa secondo gli schieramenti consueti nati in 
		occasione della guerra angloamericana in Iraq. Da una parte quindi 
		l'opposizione della "Vecchia Europa", la Francia, seguita su un più 
		basso profilo dalle delegazioni tedesca e spagnola, dall'altra l'Europa 
		pro-democracy, italiani, portoghesi e polacchi. Sui caucus la presidenza 
		cilena sembra intenzionata a mantenere la proposta iniziale. E' 
		«difficile non definire antiamericana» l'opposizione della Francia, non 
		al processo della Community in generale, ma al suo rafforzamento come 
		organizzazione internazionale, ha spiegato
		
		Matteo Mecacci, capo delegazione del Partito Radicale 
		Transnazionale: un «riflesso, il negoziato permanente, allo scopo di 
		tutelare le posizioni geostrategiche e d'influenza che la Francia 
		esercita all'interno dell'Onu» a scapito di possibili comuni azioni 
		pro-democracy. E' emersa anche l'opposizione alla riforma proposta da 
		Kofi Annan per una Commissione Onu per i Diritti umani la cui membership 
		seguisse i criteri democratici di Osce e Ue.  Forte invece,
		l'intervento del segretario di Stato Usa Condoleezza Rice alla 
		sessione inaugurale nel ribadire l'impegno dell'amministrazione Bush a 
		sostegno della Comunità delle Democrazie, definita per la prima volta 
		come organizzazione internazionale, e dei paesi in via di 
		democratizzazione: le democrazie devono utilizzare il potere di ideali 
		condivisi «per accelerare il movimento della democrazia su più punti 
		possibili nel mondo». E' dovere delle democrazie «far capire al mondo 
		che la tirannia è un crimine contro l'uomo» e il «nostro obiettivo è 
		eliminare la tirannia dal mondo».  Sui temi 
		riguardanti la Comunità delle Democrazie, la politica americana denota 
		una posizione bipartisan, dall'amministrazione Bush alle organizzazioni 
		di George Soros.  
		
		30 aprile 2005 
        
        f.punzi@radioradicale.it 
        * 
        Federico Punzi è il titolare del blog 
		
        
        JimMomo 
          
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