Cossutta e i
nostalgici di Yalta
di Antonio
Scalari*
[10 maggio 05]
Le parole di Bush su Yalta sono niente altro che la constatazione di una
verità, magari dura da digerire ma tale, che la storia ha reso evidente.
Sono le parole di un uomo che parla con la semplicità della
determinazione, non le brumose fumisterie di chi oggi non ha ancora
fatto i conti con il proprio passato. Al di là dell'ovvia irritazione di
Putin, c'è da registrare l'alzata di scudi da parte della sinistra
italiana, anche di una certa quota della sua componente riformista
(riformista?). Scontata la presa di posizione dell'ultimo custode
dell'ortodossia leninista italiana, Armando Cossutta, che ovviamente non
è ancora convinto di dovere qualcosa alle armate americane, e rimpiange
di non essere nato in Bulgaria o in quelle Repubbliche baltiche che papà
Giuseppe si mangiò, così come tutta l'Europa dell'Est. E, udite udite,
Cossutta rinfaccia a Bush di non essere sincero quando parla di
esportazione della democrazia (che comunque non condivide), dato che
egli è alleato del Pakistan, "una delle più bieche dittature della
terra". Ora, non c’è bisogno di dire che qui non si prova alcuna
simpatia per il regime autoritario di Musharraf. Ma è pur vero che Bush,
nel suo discorso di inizio secondo mandato, ha detto chiaramente che
anche quei paesi non democratici ma alleati degli Usa nella lotta al
terrore, come il Pakistan, devono avviarsi sulla strada delle riforme e
che, se lo faranno, il sostegno americano, sarà massimo.
Una dimostrazione è venuta tempo fa, quando Condoleezza Rice ha
annullato il suo viaggio in Egitto, dopo il giro di vite di Mubarak sui
dissidenti. Ad ogni modo al compagno Cossutta può rispondere chiunque,
facendogli notare che, forse, il primato di posto peggiore della Terra,
in quanto a libertà e democrazia, può essere abbastanza chiaramente
assegnato alla Corea del Nord, il cui inferno è inutile descrivere.
Tocca invece sentirsi dare, da uno che ancora si dichiara comunista,
lezioni di democrazia, tocca sorbirsi piagnistei a falce e martello sui
cattivi alleati americani, mentre la falce e martello domina e massacra
ancora paesi come Corea del Nord, Cina, Cuba, Laos e Vietnam (notare il
silenzio che da sinistra, e non solo, s'ode su di quest'ultimo paese da
trent'anni). Ma Cossutta si guarda bene, ancora, dall'avere il coraggio
di denunciare quelle dittature e i loro lager. Sono gli ultimi colpi di
coda di chi è stato buttato nella parte sbagliata della storia? Forse.
Tuttavia, sono esibiti anche da chi comunista oggi non è, ma prova
fastidio per “l'arroganza" delle parole di Bush, per il suo constatare
una piccola grande verità apprezzabile anche dai semplici e forse
proprio per questo disprezzata dagli intellettuali.
Vale a dire, il fatto che nella conferenza di Yalta del febbraio del
1945, oltre a discutere della futura Onu, si decise l'amaro (scontato,
ma pur sempre tale) destino per l'Europa dell'Est, che dopo aver
conosciuto l'occupazione nazista, si vide inglobata dall'Urss.
Assoggettata e non liberata, come l'Europa dell'Ovest, da quello Stalin
che contribuì a sconfiggere la dittatura nazi-fascista ma la sostituì
con la sua (più bella? Sarà…). Tutto ciò per paesi come la Polonia,
costituì una sorta di nuovo patto Ribbentropp-Molotov, con il quale
vedersi beffata, occupata, tiranneggiata, per ancora cinquanta lunghi
anni. E così per decine di milioni di persone la fine della guerra non
coincise, purtroppo, con l'inizio della libertà, come invece accadde per
noi, grazie agli anglo-americani (e anche a soldati di altri paesi, come
i polacchi). Ecco dov'è lo scandalo. Scandaloso dovrebbe invece essere
considerato l'atteggiamento di coloro che non sanno più rendersi conto
di che bene enorme sia la libertà. Provino a chiedersi perchè George W.
Bush è accolto dalle piazze europeee-orientali in modo più benevolo e
festoso rispetto alle contestazioni di massa della viziata Europa
occidentale. Provino a chiederselo.
10 maggio 2005
* Antonio
Scalari è il titolare del blog
Regime Change
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