Medio Oriente: una mappa del terrore
di Rodolfo Bastianelli
[08 feb 06]

Lo studio seguente analizza l’origine e l’attività delle formazioni indicate come terroriste dal Dipartimento di Stato americano e dai Ministeri dell’Interno dell’Unione Europea nei loro ultimi rapporti. Secondo la definizione di “terrorismo internazionale” generalmente accettata, questo si intende come “atti di violenza attuati contro persone civili e non – combattenti da gruppi armati o clandestini che coinvolge i cittadini ed il territorio di più di uno Stato” ( Sez. 256/d dello U.S. Code ). Qui di seguito sono quindi indicati i principali gruppi terroristici attivi in Medio – Oriente per i quali vengono descritte l’origine, le finalità e l’orientamento politico, unitamente al numero stimato dei loro effettivi ed al nome dei Paesi finanziatori. Sono escluse dalla trattazioni le formazioni minori che spesso risultano composte da poche decine di appartenenti e/o non risultano più attive da diverso tempo ed i movimenti che, pur essendo ritenuti da determinati Stati come terroristi per le posizioni espresse, esplicano la loro attività esclusivamente sul piano politico e non attraverso azioni armate.

ANSAR AL – ISLAM
Area d’attività: Regioni curde dell’Iraq

Il gruppo, fondato nel dicembre 2001, è collegato alla rete di “Al – Qaeda” e si propone la creazione di uno Stato islamico fondamentalista in Iraq. Dalla fine del 2003 la formazione ha raggruppato tutti i diversi gruppi fondamentalisti iracheni sotto la sigla “Ansar al – Sunnah”, anche se, a detta di alcuni analisti, la sua capacità d’azione risulterebbe alquanto ridimensionata dall’azione condotta dalle forze della coalizione. Secondo le stime, il gruppo potrebbe contare su 500 – 1.000 effettivi e riceverebbe finanziamenti dalle altre formazioni legate alla rete di “Al – Qaeda” disponendo anche di alcune cellule di supporto in Europa.

ASBAT AL – ANSAR
Area d’attività: Libano meridionale, nella zona del campo profughi palestinese di ‘Ayn al – Hilwah presso la città di Sidone.

Gruppo estremista sunnita libanese legato alla rete di “Al – Qaeda” che si propone di rovesciare il governo libanese ed eliminare le influenze occidentali nel Paese. Formato nei primi anni Novanta e composto principalmente da palestinesi, si è reso responsabile di attacchi contro personalità libanesi ed obiettivi occidentali, quali l’attacco all’Ambasciata russa a Beirut nel dicembre 1999. Nel 2003, il gruppo avrebbe progettato attacchi contro sedi diplomatiche di Paesi europei, uffici governativi libanesi ed un negozio Mc Donald’s a Beirut e portato a termine un attentato contro un’emittente televisiva, mentre nell’ultimo anno non risulta aver compiuto nessuna azione. Finanziato da “Al – Qaeda”, si comporrebbe di non più di 300 effettivi.

GAMA’A AL – ISLAMIYYA
Area d’attività: Egitto

Il più importante gruppo islamico egiziano è stato fondato alla fine degli anni Settanta e gode di appoggi e simpatizzanti in diversi Paesi. Dopo aver raggiunto con il governo de Il Cairo una tregua, il movimento si è diviso in due fazioni, una favorevole al rispetto dell’accordo l’altra più radicale pronta al ritorno della lotta armata. Un’altra intesa è stata sottoscritta nel 1999, ma il leader Shaykh Umar Abd al-Rahman – condannato a morte negli Stati Uniti per il suo coinvolgimento nell’attentato del World Trade Center del 1993 – l’ha rifiutata. Il gruppo ha condotto dal 1997 diversi attacchi terroristici contro turisti stranieri, funzionari e rappresentanti del governo egiziano, tra cui anche un tentativo di assassinare il Presidente Mubarak nel corso di una sua visita in Etiopia, mentre nel 2002 alcuni suoi esponenti hanno pubblicamente rinunciato alla violenza, cosa che ha spinto il governo egiziano a rilasciare diversi membri dell’organizzazione.

Nonostante l’azione repressiva condotta dalle forze di sicurezza egiziane, il gruppo continua a godere di un forte sostegno soprattutto nelle regioni centrali del Paese e tra i ceti urbani più disagiati, senza contare che diversi suoi simpatizzanti risiedono in Europa e negli altri Stati arabi. Disporrebbe di oltre mille effettivi e di finanziamenti da diversi organizzazioni non governative musulmane.

HAMAS ( Movimento di Resistenza Islamico )
Area d’attività: Territori palestinesi occupati da Israele

Sorto al momento della “Prima Intifada” nel 1987, il movimento “Hamas” si caratterizza per la sua radicalità e la contrarietà a qualsiasi compromesso od accordo di pace con Israele, avendo come obiettivo la creazione di uno Stato islamico palestinese. La struttura del gruppo è assai articolata e si divide in un’ala politica ed in una militare. La prima è incaricata di gestire tutta una rete di servizi sociali che l’Autorità Nazionale Palestinese non è più in grado di assicurare, la seconda invece, tramite il suo braccio armato formato dalle le “Brigate Ezzedine al – Kassam” , i cui leader sono Mohammed Deif e Salah Shahada, è responsabile di numerosi attacchi suicidi compiuti in Israele. Proprio per il suo impegno sociale, il movimento gode di un larghissimo seguito nei territori, rappresentando agli occhi di molti palestinesi una valida alternativa all’ANP ritenuta ormai corrotta ed inefficiente. Dopo l’uccisione da parte degli israeliani prima del suo fondatore Ahmad Yasin e poi dall’altro leader Abdal Aziz al – Rantisi nella primavera del 2004, la guida del gruppo attualmente sarebbe nella mani di diverse personalità residenti in Siria, Libano, Iran ed altri Stati del Golfo Persico. L’ala militare del movimento disporrebbe di circa 1.000 effettivi, mentre le principali fonti di finanziamento di “Hamas” proverrebbero dagli stessi palestinesi abitanti nei territori, dalle organizzazioni di beneficenza islamiche presenti a Gaza nella Cisgiordania e da simpatizzanti residenti in diversi Paesi arabi, in Europa e negli Stati Uniti.

HEZBOLLAH ( Partito di Dio )
Area d’attività: Libano: principalmente nella parte meridionale del Paese, nella valle della Beka’a e nella zona sud di Beirut.

Di impronta sciita radicale, il gruppo è stato fondato nel 1982 dall’unione di diverse fazioni armate ostili all’intervento di Israele in Libano. In principio indirizzata principalmente contro le forze armate israeliane presenti nel Libano del sud ed i suoi alleati dell’ESL ( Esercito del Libano del Sud ) potendo contare per questo anche sul sostegno di 1.500 “Guardie Rivoluzionarie” inviate da Teheran, l’azione di “Hezbollah” in seguito ha preso di mira anche obiettivi occidentali, portando a termine negli anni Ottanta e Novanta una serie di attentati tra i quali i più importanti sono stati l’attacco compiuto per mezzo di un attentatore suicida contro l’Ambasciata degli Stati Uniti a Beirut nel 1983 e la distruzione della sede diplomatica israeliana a Buenos Aires nel 1992. Ostile ad Israele ed all’occidente, favorevole all’instaurazione di uno Stato islamico in Libano, “Hezbollah” riceve aiuti ed appoggio politico soprattutto dall’Iran, di cui è diventato il principale referente nell’area, ma anche dalla Siria, che si è servita del movimento per manovrare la scena politica libanese. Secondo le stime, il gruppo dal 1982 avrebbe compiuto almeno 200 attentati che hanno provocato più di 800 vittime. Anche dopo la fine dell’occupazione israeliana nel 2000, “Hezbollah” ha proseguito nella sua azione effettuando attacchi contro le città israeliane vicine alla frontiera con il Libano, finanziando i gruppi palestinesi più radicali ed ostili al processo di pace – quali “Hamas”, “Jihad Islamica” e “Fronte Popolare di Liberazione Palestinese” – ed organizzando una rete di traffici allo scopo di introdurre armi e terroristi in Israele. Non va dimenticato come il gruppo svolga un importante ruolo anche dal punto di vista politico. Guidata sul piano spirituale da Mohammed Hussein Fadlallah e su quello politico da Hasan Nasrallah, “Hezbollah” dal 1992 è rappresentata al Parlamento di Beirut e costituisce il principale punto di riferimento per gli sciiti libanesi, gestisce una serie di servizi sociali e possiede l’emittente televisiva “Al – Manar” ( “Il faro” ) che utilizza come strumento di propaganda delle sue attività.

Dopo le elezioni del 2005, il movimento conta 23 deputati ed è presente con due Ministri nel governo libanese. Disporrebbe di effettivi e di migliaia di simpatizzanti, mentre, come ricordato sopra, le fonti di finanziamento arrivano dall’Iran, dalla Siria e dalle organizzazioni religiose islamiche sparse nel mondo. Va comunque precisato che, a differenza del Dipartimento di Stato americano, l’Unione Europea non ha inserito “Hezbollah” nella lista delle organizzazioni terroristiche.

ORGANIZZAZIONE “MUJAHEDIN – E – KHALQ” ( MEK )
Area d’attività: Zona di frontiera tra Iran e Iraq. Il gruppo fino alla caduta di Saddam Hussein ha avuto il suo centro operativo in Iraq.

L’organizzazione è stata fondata negli anni Sessanta con lo scopo di contrastare la politica filo – occidentale dello Scià Reza Pahlavi e nel 1978-1979 partecipò attivamente alle manifestazioni popolari che portarono alla caduta della monarchia. L’avvento della Repubblica Islamica spinse però il gruppo su posizioni ostili al regime khomeinista tanto che nel 1981 i suoi effettivi furono costretti prima all’esilio in Francia e poi nel 1986 a trasferirsi in Iraq, dove ricevettero finanziamenti ed appoggio da Saddam Hussein che durante il conflitto con l’Iran li utilizzò per operazioni in territorio iraniano. Inserita dal 1986 nella lista dei gruppi terroristici compilata dal Dipartimento di Stato, la formazione è stata pesantemente indebolita prima dagli attacchi compiuti dalle forze alleate nel conflitto del 2003 e successivamente dagli arresti di diversi suoi esponenti effettuati dalla polizia francese. Di tendenza marxista, il MEK è guidato da Massoud Rajavi ed ha l’obiettivo di rovesciare la Repubblica Islamica in Iran per sostituirla con un governo di tipo comunista. L’attività del gruppo è stata diretta negli anni Settanta contro militari e funzionari americani in Iran ( il MEK diede il suo appoggio all’attacco dell’Ambasciata degli Stati Uniti a Teheran nel 1979 ) e successivamente verso esponenti politici ed uffici governativi del regime khomeinista.

Dopo la caduta di Saddam Hussein gran parte dei suoi appartenenti si trova internata in un campo a nord di Baghdad mentre il gruppo dirigente dell’organizzazione si è impegnato a consegnare i suoi armamenti ed i pezzi d’artiglieria in suo possesso. Prima del conflitto, aveva una forza stimata in almeno 3.000 effettivi e riceveva sostegno e finanziamento esclusivamente dal regime iracheno.

ORGANIZZAZIONE “ABU NIDAL”
Area d’attività: Attualmente non identificata. Fino all’operazione “Iraqi Freedom” aveva le sue basi operative in Iraq.

Fondato da Sabri al – Banna – questo il vero nome di Abu Nidal – nel 1974 in seguito ad una scissione interna all’OLP, il gruppo fin dalle sue origini ha assunto posizioni radicali, sostenendo che il terrorismo all’interno del mondo arabo e dello stesso movimento palestinese sono necessari per scatenare la rivoluzione nei Paesi arabi moderati e permettere la liberazione della Palestina. Obiettivi del gruppo sono stati le monarchie del Golfo, i regimi arabi legati all’occidente come Giordania ed Egitto e gli esponenti palestinesi vicini ad Arafat, tra cui il vice – capo dell’OLP Abu Iyad ucciso a Tunisi nel 1991, episodio che ha spinto l’OLP ad emettere una condanna a morte in contumacia nei confronti di Abu Nidal. A quest’ultimo si addebitano inoltre una serie di attentati compiuti in Europa tra gli anni Settanta ed Ottanta, quali l’attacco alla Sinagoga di Istanbul nel 1986 ed agli aeroporti di Roma e Vienna nel 1985. Dopo la morte di Abu Nidal avvenuta a Baghdad nel 2002, sembra che nessuno abbia assunto la leadership del gruppo, mentre problemi finanziari ed organizzativi, uniti alla chiusura dei centri operativi in Libia ed Egitto decisa dalle autorità locali nel 1999, hanno fortemente indebolito le sua capacità operative. Sostenuto dalla Siria fino al 1987 e poi dalla Libia e dall’Iraq il gruppo, composto da poche centinaia di effettivi, non sembra oggi per le difficoltà sopra ricordate in grado di compiere operazioni importati.

BRIGATE “MARTIRI DI AL – AQSA”
Area d’attività: Territori palestinesi occupati da Israele

Sorto nel 2000 all’inizio della “Seconda Intifada”, il gruppo in questi anni ha portato a termine diversi attentanti contro obiettivi civili e militari israeliani spesso compiuti con la collaborazione di “Hamas”. Il movimento è considerato da Israele il braccio armato di “Al – Fatah”, anche se Arafat ha sempre respinto questa affermazione sostenendo come le brigate siano composte da cellule che agiscono in modo autonomo e indipendente rispetto alla sua formazione. Sul piano politico la struttura appare divisa in tre diverse fazioni: una, attestata su posizioni moderate è favorevole allo scioglimento delle Brigate proprio per evitare che le loro azioni terroristiche danneggino la leadership palestinese, un’altra invece, che ha tra i suoi esponenti di punta Marwan Barghouti, sostiene la loro autonomia senza però voler rompere i legami con “Al – Fatah” ed infine una terza che sostiene la piena libertà d’azione delle Brigate ed è contraria ad ogni apertura verso Israele. Secondo indiscrezioni, gli effettivi del gruppo non sarebbero più di 100 o 200, ma godrebbero di un forte sostegno popolare all’interno dei territori.

FRONTE POPOLARE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA (PFLP)
Area d’attività: Territori palestinesi occupati da Israele. Dispone di basi operative in Libano e Siria.

Formazione di impronta marxista – leninista fondata nel 1967 da George Habbash, si è sempre collocato su posizioni massimaliste tanto da uscito dall’OLP nel 1973 per creare il “Fronte del Rifiuto”, un’organizzazione ostile a qualsiasi negoziato e contraria all’idea di un mini – stato palestinese da istituire nei territori di Gaza e della Cisgiordania. E’ responsabile dell’assassinio del Ministro del Turismo israeliano Rehavam Ze’evi nel 2001. Ha sempre ricevuto finanziamenti ed appoggi logistici dalla Siria.

FRONTE POPOLARE PER LA LIBERAZIONE DELLA PALESTINA / COMANDO GENERALE ( PFLP / CG )
Area d’attività: Il gruppo dispone di basi in Libano e Siria

Fondato nel 1969 da Ahmed Jibril in seguito ad una scissione all’interno del “Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina” ( PFLP ), il gruppo si è collocato subito su posizioni filo – siriane appoggiando l’intervento di Damasco in Libano nel 1975, cosa che ha provocato una spaccatura al suo interno che ha portato nel 1977 alla nascita del “Fronte di Liberazione della Palestina” collocato invece su una linea politica ostile a quella della Siria. Sul piano operativo, la formazione ha condotto tra gli anni Settanta ed Ottanta attentati in Europa ed in Medio – Oriente, effettuando anche azioni di guerriglia nel Libano meridionale e nei territori palestinesi di Gaza e della Cisgiordania. Conterebbe su alcune centinaia di effettivi ed ha potuto contare sui finanziamenti provenienti dalla Siria e dall’Iran.

FRONTE DI LIBERAZIONE DELLA PALESTINA ( PLF )
Area d’attività: Il gruppo aveva il suo centro operativo in Iraq dal 1990 al 2003. Attualmente disporrebbe di basi in Libano ed in Cisgiordania.

Gruppo fondato da Abu Abbas e Talaat Yacoub nel 1977 in seguito ad una scissione del “Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina / Comando Generale” ( FPLP / CG ), si è a sua volta diviso in una fazione pro – siriana e in un’altra legata invece all’Iraq. Tra le azioni più importanti effettuate dal gruppo vi è senza dubbio il sequestro della nave da crociera italiana “Achille Lauro” nell’ottobre 1985. Dopo la morte di Abu Abbas nel 2004, il gruppo appare privo di leadership e fortemente indebolito, anche se diversi suoi membri si sono legati alle fazioni palestinesi più estremiste presenti nei territori. Disporrebbe di pochi effettivi ed in passato ha ricevuto finanziamenti dalla Libia e dall’Iraq.

KACH ( KAHANE CHAI )
Area d’attività: Israele, in particolare la zona dell’insediamento di Qyriat ‘Arba presso Hebron

Gruppo oltranzista ebraico ostile a qualsiasi concessione ai palestinesi e favorevole alla creazione di uno Stato d’Israele basato sui precetti biblici, è stato fondato dal rabbino Meir Kahane, ucciso negli Stati Uniti nel 1990 per mano di un arabo. Dopo la sua morte, il figlio Binyamin – a sua volta assassinato nel 2000 in Cisgiordania – ha creato il movimento “Kahane Chai” ( “Kahane vive” ), che dopo gli accordi di Oslo con l’ANP ha assunto toni estremamente duri contro il governo israeliano. E’ stato dichiarato illegale nel 1994 in seguito all’appoggio espresso a Baruch Goldstein, il colono israeliano simpatizzante del “Kach” responsabile della strage compiuta nella Moschea di Hebron. Dal momento dell’esplosione della “Seconda Intifada”, il gruppo si è reso responsabile di minacce ed aggressioni contro esponenti palestinesi e funzionari governativi israeliani e non ha mancato di criticare aspramente la decisione presa da Sharon di ritirarsi da Gaza. Riceverebbe dei finanziamenti dagli ambienti ebraici presenti in Europa e negli Stati Uniti.

JIHAD ISLAMICA PALESTINESE
Area d’attività: Territori palestinesi occupati da Israele

Gruppo fondato da Abd – al – Aziz Udah e Fathi Shqaqi, si colloca su posizioni radicali ed ha l’obiettivo di creare uno Stato islamico palestinese. Nato tra gli studenti palestinesi iscritti all’Università di Zagazig al nord de Il Cairo ispirati dalla “Jihad Islamica” egiziana, il gruppo, sorto negli anni Ottanta, ha un programma che unisce insieme il fanatismo religioso e l’estremismo nazionalista. Delusi dalla moderazione dei “Fratelli Musulmani” egiziani, i membri della “Jihad Islamica” si sono orientati verso l’Iran che rappresenta attualmente il loro maggior finanziatore e sostenitore. Sospettati di essere coinvolti nell’attentato contro il Presidente Sadat, i suoi membri durante la “Prima Intifada” hanno portato a compimento
diverse azioni terroristiche nella Striscia di Gaza. Dopo la morte di Shqaqi, avvenuta nel 1995 per mano di agenti israeliani, sono nate altre organizzazioni ispirati alla “Jihad Islamica” ma nessuna di queste ha avuto un’attività stabile e duratura. Presente nella Striscia di Gaza dove gode di sostegno tra gli studenti e gli intellettuali, il gruppo fino alla fondazione dell’ANP è stato considerato un rivale di “Hamas”, anche se dopo la morte di Shqaqi la sua posizione si è notevolmente indebolita. Tuttavia, nonostante le dimensioni assai ridotte, la formazione dispone di un suo braccio armato, i “Guerriglieri di Al – Quds”, responsabile di numerosi attentati compiuti in Israele. Ha uffici di rappresentanza a Beirut, Damasco, Teheran, Khartoum ed in Libano dove conta alcune decine di membri tra i palestinesi.

ARMATA ISLAMICA DI ADEN
Area d’attività: Yemen, regione di Aden e Abyan

Emerso nel 1998, il gruppo riprende le politiche di altri movimenti islamici locali quali l’ “Islah”, una formazione resasi responsabile di disordini avvenuti nella regione nel 1994 dopo la fine della guerra civile che aveva opposto le due parti del Paese. All’Armata Islamica si addebitano i numerosi sequestri di cittadini occidentali avvenuti nello Yemen e l’attentato contro l’Ambasciata britannica a Sana’a. Il numero dei suoi effettivi e le fonti di finanziamento restano tuttora sconosciuti.

08 febbraio 2006

 

 


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