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              Un miracolo chiamato Googledi Angela Regina Punzi
 
              E’ l’home page di alcune decine di milioni di utenti Internet per 
              i quali se devi fare una ricerca parti proprio da qui. Meglio di 
              qualsiasi segugio. "To google" è un verbo e significa, appunto, 
              cercare. Un nome facile da ricordare, corto e simpatico che prende 
              spunto da “googol”, un termine matematico che indica la cifra 1 
              seguita da 100 zeri. Google è il motore di ricerca più usato al 
              mondo che sfrutta un modello matematico nato a Stanford nella tesi 
              di dottorato di due matematici, Sergey Brin e Larry Page. “Page 
              Rank” è infatti un sistema che ordina le pagine in base alla loro 
              popolarità. Un motore di ricerca che stabilisce l’importanza di 
              una pagina web non solo in base alla semplice presenza di una 
              parola chiave, ma in base al numero ed alla tipologia dei siti web 
              linkati a quella pagina. Maggiore è il numero di riserve link 
              (ovvero di rimandi ad un sito), migliore è la posizione di quel 
              sito all’interno della ricerca. Con i risultati visualizzati in un 
              formato semplice, veloce da consultare e senza fronzoli. 
 Oggi Google è un laboratorio di idee che sforna iniziative a getto 
              continuo. E’ un archivio che indicizza, cataloga (e ricorda) anche 
              pezzi di Internet che non ci sono più. Google è l’unica 
              enciclopedia su Internet grazie al link “copia cache” che appare a 
              lato di ciascun risultato delle ricerche. Una sorta di memoria 
              storica della Rete. In un’era in cui siamo inondati di dati ed 
              informazioni varie, Google ha il merito di risolvere il più 
              complesso problema dell’avere l’informazione giusta al momento 
              giusto. E mentre la campagna elettorale impazza e per le strade 
              muri e perfino cabine telefoniche sono sommersi da coloratissimi 
              inviti al voto, c’è chi ha pensato di acquistare spazi 
              pubblicitari per la propria campagna elettorale anche sul popolare 
              motore di ricerca. Così, digitando il nome del candidato si 
              ottengono link o riquadri sponsorizzati che rimandano al sito 
              elettorale del partito.
 
 Gli utenti Google sono circa duecento milioni ogni giorno, per un 
              servizio tradotto in ben 97 lingue tra cui non mancano il klingon 
              e l’esperanto. E poiché i motori di ricerca sono diventati il 
              grande business offerto da Internet, Microsoft ha deciso di far 
              concorrenza dopo aver cercato inutilmente di comprarselo. Al 
              momento però quattro su cinque ricerche su Internet sono targate 
              Google. Così, se Microsoft fa funzionare quasi tutti i computer 
              del mondo e Yahoo è il sito più visitato per e-mail, entertaiment 
              e shopping, per navigare nel web il mezzo è Google. Altro grande 
              business on line è quello degli e-mail account. Oggi Yahoo è il 
              capofila con 52,6 milioni di clienti al mese, seguito da 
              Maicrosoft (Hotmail) con 45,4. A breve anche Google offrirà 
              gigantesche e-mail account a tutti: la G-mail. Già da tempo si può 
              essere informati grazie a Google-News e fare shopping on-line con 
              Froogle. Anche qui però i cloni dei concorrenti, Msn Newsbot di 
              Microsoft e Product Search di Yahoo, sono all’assedio.
 
 Dall’inizio dell’anno Sergey e Larry hanno tenuto il popolo degli 
              internauti e dei scommettitori di borsa col fiato sospeso, 
              annunciando lo sbarco in Borsa con delle novità rivoluzionarie: 
              avrebbero piazzato azioni sul mercato borsistico fino ad un 
              massimo di 2,718281828 miliardi di dollari. Una burla da 
              matematici: questo infatti è il numero irrazionale “e” che ricorre 
              nei calcoli per risolvere i problemi relativi ai tassi di 
              crescita. Da pochi giorni il collocamento in borsa di Google è 
              diventato ufficiale, ma chissà come riusciranno ancora a stupire 
              il loro pubblico. Da tre anni i due sono riusciti a realizzare 
              utili proprio mentre scoppiava la bolla Internet e tutto il 
              settore delle start-up tecnologiche subiva una pesante battuta 
              d’arresto. Per Sergey e Larry, Google è soprattutto una macchina 
              da soldi. Loro sì che se la ridono. Da matematici sono diventati 
              miliardari.
 
 25 maggio 2004
 
 a.punzi@libero.it
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