| Nelle viscere del fanatismo islamico di Carlo Roma
 
 Un lungo viaggio della conoscenza nelle viscere dell’Islam. Una 
				lenta presa di contatto con una realtà difficile, a volte 
				incomprensibile, dalle sfumature variabili, dalle incerte linee 
				di sviluppo.Un mondo animato da tante speranze ed emozioni, ma 
				costellato anche da molti segni di sfiducia, di delusione e di 
				sconfitta. Voci che si rincorrono, all’ombra degli alti ed 
				imponenti minareti, in un costante brusio di sottofondo che 
				sembra non finire mai, come il fluire pigro di un fiume. Ed 
				ancora i colori vividi e sgargianti, le donne timide, nascoste 
				dietro il velo, che si muovono con la consapevolezza di essere 
				seguite da occhi maschili e, chissà, sorvegliate. Una società 
				che, nel complesso, pare immobile, aggrappata alle sue 
				insopprimibili tradizioni, gelosa custode della sua storia e dei 
				suoi costumi. Sullo sfondo, poi, si avvertono ancora i rombi di 
				cannone della guerra interminabile fra Iraq e Iran, con i suoi 
				lutti con la sua triste lista di tenere vite spezzate, immolate 
				sull’altare di una causa accettata prima ancora di essere 
				compresa fino in fondo.
 
 Gli sconvolgimenti che hanno contraddistinto l’universo 
				dell’Islam in questi ultimi decenni (e che continuano a 
				sfigurarne il volto più autentico) sono messi in scena dal 
				premio Nobel per la letteratura del 2001, V. S. Naipaul, nel suo 
				resoconto di viaggio “Fedeli a oltranza”. Tutto è annotato, 
				rappresentato nei dettagli più piccoli, descritto senza 
				modificare o, peggio ancora, edulcorare ciò che si osserva. 
				Nulla sfugge alla penna attenta e precisa di Naipaul. La tenace 
				chiusura, specie in Iran, a tutti gli stimoli occidentali, 
				compresa la proibizione di ascoltare la musica e di scambiarsi 
				gesti d’affetto fra ragazzi, dà la misura dell’incomunicabilità 
				che allontana ogni possibilità di dialogo e di interazione con 
				l’Occidente. La povertà dilagante e l’immobilismo economico 
				sono, d’altra canto, temi dominanti in gran parte del mondo 
				islamico ai quali si aggiunge l’uso estremo che i capi religiosi 
				(primo fra tutti Khomeini) hanno fatto del Libro del Profeta. 
				Nella sua indagine - svolta muovendosi fra la desolazione 
				dell’Iran e del Pakistan e le aperture più consistenti al 
				modello occidentale della Malesia e dell’Indonesia - infatti, 
				Naipaul evidenzia che il dato più allarmante consiste nella 
				radicalizzazione delle posizioni politiche rafforzate dal 
				ricorso all’ideologia come strumento attraverso il quale 
				estendere il proprio dominio sulle masse inermi.
 
 “Questo libro – dichiara Naipaul – parla di persone. Non è un 
				libro di opinioni, è un libro di storie”. Il giornalista di 
				Trinidad non fa leva sulle grandi vicende che nel tempo hanno 
				disegnato la fisionomia dell’Islam dei nostri giorni e sulle 
				autorità politiche che ne hanno tracciato i percorsi. Fa 
				parlare, piuttosto, la gente comune, gli uomini e le donne che 
				hanno scritto, con la loro vita di sofferenza, rimpianti ed 
				attese, le vicende personali e collettive di un variegato 
				mosaico umano e sociale. Un mosaico che, grazie alle tessere che 
				lo compongono, definisce l’umore e le atmosfere di un’intera 
				epoca. Giovani e anziani, soldati stanchi pronti a ripescare 
				ricordi sopiti, uomini di lettere osteggiati dal regime ma anche 
				presunti affaristi raccontano le loro verità ricostruendo i fili 
				della memoria. Una memoria spesso insanguinata ed abitata da 
				personaggi dalla morale distorta ed offuscati dalla spirale del 
				fondamentalismo come ad esempio i guardiani della rivoluzione, 
				simulacri antichi di anni di patimenti da consegnare, una volta 
				per tutte, al passato.
 
 La tensione verso l’imperialismo religioso – ricorda Naipaul - è 
				fortemente legata alla crescita dell’Islam. Chi si converte al 
				credo di Maometto deve essere pronto a gettarsi alle spalle le 
				sue esperienze passate ed abbracciare la nuova religione. Deve 
				predisporsi a cambiare il suo modo di pensare e di agire. Da 
				qui, da questo importante passaggio, può nascere il pericolo di 
				un’area in grado di infiammarsi e di creare instabilità. E’ 
				necessario, però, conoscere l’Islam per evitare di cadere negli 
				stereotipi ed allargare la frattura fra le due sponde del 
				pianeta. Naipaul ci aiuta, senza fronzoli e con uno stile 
				limpido, nello sforzo di approfondire argomenti a lungo 
				dibattuti ma che, di fatto, affrontiamo con troppa 
				superficialità.
 
 29 gennaio 2004
 
 crlrm72@libero.it
 
 Fedeli a oltranza. Di V. S. Naipaul. Adelphi. € 12 pagg. 523
 
				
				
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