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      Roma, Venezia, Torino: autunno in musicadi Giuseppe Pennisi
 [22 nov 04]
 
 L’autunno è stagione di festa per la musica contemporanea: si è conclusa 
      lo scorso 23 ottobre a Torino la biennale “Settembre Musica”; un’analoga 
      kermesse è stata organizzata anche a Venezia; a Roma sino all’11 dicembre 
      è in programma il 41esimo Festival di Nuova Consonanza; sempre a Roma, 
      infine, l’Orchestra di Roma e del Lazio (Orl) coniuga il grande repertorio 
      con il “Novecento storico” e la contemporaneità di giovani compositori, 
      principalmente italiana. La biennale veneziana ha avuto come tema il 
      rapporto tra compositore e orchestra. Sono stati invitati giovani 
      compositori da tutte le parti del mondo. Si è tratta l’impressione che 
      l’epoca in cui dominava il calligrafico sia terminata; ora, anche grazie 
      all’elettronica ed all’informatica, i compositori utilizzano l’orchestra 
      come un fuoco d’artificio di esperienze foniche e di baccanali di fasce 
      sonore.
 
 E’ il quadro che si avrà anche a Roma, al concerto in programma il 30 
      novembre (nell’ambito del festival di Nuova Consonanza) quando, accanto 
      alla “Beglietmusik” di Battistelli, si ascolterà, in “prima” per l’Italia, 
      le “Messe pour un jour ordinaire” di Bernard Cavanna che, per la sua 
      tensione ed il suo fragore, ha sconvolto il pubblico parigino pur 
      riscuotendo enorme successo. L’aspetto politico molto grave è stato che, 
      per la prima volta in quaranta anni, il Comune di Roma non ha dato alcun 
      contributo al festival di Nuova Consonanza e la Provincia ha versato solo 
      3000 euro. Per impedire la cancellazione del festival, sono intervenuti 
      gli istituti di cultura in Italia degli Stati Uniti, della Francia, della 
      Germania, dei Paesi Bassi, nonché alcune istituzioni private ed 
      universitarie.
 
 Una vera e propria gara di solidarietà a favore dell’Italia e di Roma per 
      un festival che non può certo essere classificato come “politicamente 
      ideologico”. Anzi, negli ultimi anni ha dato la priorità al “suono sacro” 
      ed all’“improvvisazione”, due temi che forse non vanno giù a chi è 
      cresciuto considerando la musica come una sovrastruttura con cui fare 
      politica di piazza, soprattutto in certi ambienti di centrosinistra. 
      “Settembre musica”, l’Orl e gran parte dei concerti di Nuova Consonanza 
      confermano, comunque, che il filone dell’eleganza calligrafica continua e 
      si raffina. Dal ricco menu prendiamo un esempio: la giovane compositrice 
      Roberta Vacca la quale, nel volgere di meno di una settimana, ha avuto tre 
      suoi lavori in “prima mondiale” a Venezia, all’Orl e a Nuova Consonanza. 
      “Le stanze della luna” è un racconto di 20 minuti in sei stanze ispirato a 
      frammenti di poesie di Saffo, un percorso per orchestra in cui dominano 
      gli abbandoni degli archi; “Even”, per byan (la versione russa della 
      fisarmonica, clarinetto e violoncello) è un elegante preludio per palati 
      fini. Roberta Vacca ha avuto il premio Ginastera, segno che la musica 
      contemporanea è viva, anche se forse in Patria se ne accorgono in pochi.
 
      
      22 novembre 2004
		
 g.pennisi@agora.it
 
      
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