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La donna di
Gilles
di Madeleine Bourdouxhe
Adelphi, Milano 2005
Euro 14
pagg. 148 |
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Diario solitario di una moglie tradita
di Carlo Roma
[16 mar 05]
Nell'appartamento di Elisa il tempo scorre sereno. Il menage si
ripete uguale a se stesso seguendo un andamento solo in apparenza
ripetitivo. Un ritmo, accettato e condiviso da tutti, grazie al
quale la sua famiglia ha trovato un equilibrio stabile e
inviolabile. Gilles, suo marito, lavora in fabbrica. I suoi turni
coprono l'arco dell'intera giornata e, di solito, egli vi entra
per quello notturno. Ogni mattina, rientrando a casa, abbraccia la
moglie e le figlie che lo attendono con l'amore di sempre. I gesti
che si scambiano sono semplici, magari anche banali, eppure dotati
di un significato speciale. Si tratta, in verità, dei tanti
elementi impercettibili che caratterizzano un'unione
indissolubile. Ogni cosa sembra eterna ed inalterabile. D'altra
parte, tutto è eterno ed inalterabile come il sentimento che lega
Elisa al suo Gilles. Un sentimento forte e vivo nel quale
investire energie per un futuro diverso e, magari, migliore. Elisa
aspetta il rientro del suo uomo con la passione dei primi anni del
loro matrimonio. In realtà, malgrado il trascorrere delle
stagioni, per Elisa non è cambiato nulla. Spenta quando il suo
Gilles è lontano, si rianima mano a mano che il tempo della loro
separazione si riduce. Il distacco è un periodo che a lei sembra
infinito e che annulla anche il desiderio di dedicarsi alle sue
figlie. La sua vita, in fondo, è Gilles. È soltanto per lui che il
suo cuore palpita. L'attesa si fa sempre più insostenibile. “Le
cinque...Tra poco sarà a casa...” Ecco ciò che pensa Elisa
scrutando la finestra dalla quale vedrà comparire la sua sagoma
alta e robusta. Ecco il centro delle sue speranze e delle sue
aspettative.
È questo il clima sospeso che si avverte nelle pagine iniziali di
La donna di Gilles, il primo libro della belga Madeleine
Bourdouxhe, appena ripubblicato dalle edizioni Adelphi. Il
romanzo, proposto nel 1937, rappresentò subito un caso letterario.
Opera prima di un'autrice ancora sconosciuta ai critici, il libro
si presentò subito come una prova interessante e davvero ben
riuscita. Riuscita a tal punto che Georges Simenon individuò i
tratti di una penna lucida, equilibrata e lontana da un'inutile
magniloquenza. Il papà di Maigret, peraltro, scorse, nelle
atmosfere grigie messe in scena dalla Bourdouxhe, l'immagine della
sua Liegi, la triste città industriale dove nacque nel 1903. Una
città, cresciuta all'ombra delle sue fabbriche sempre fumanti, mai
nominata ma alla quale la scrittrice diede una fisionomia tutta
particolare.
D'altro canto, poi, le frasi brevi e lapidarie della Bourdouxhe
non lasciano spazio a fraintendimenti. Descrivono la personalità
complessa della protagonista, madre e sposa, ma soprattutto la
donna di Gilles fino in fondo, fino alle estreme conseguenze di un
amore difeso ad ogni costo. Un legame indissolubile che Elisa
sostiene anche quando vacilla sotto il fascino ammaliante di sua
sorella Victorinne. Una sera come tante, infatti, Victorine, bella
e priva di scrupoli, entra nella cucina di Elisa. "Il desiderio -
scrive la Bourdouxe - nasce così, da un niente. Gilles vide una
piccola bocca rossa che ogni tanto si apriva per lasciar passare
la punta di una lingua su cui due dita posavano delicatamente un
quadratino di carta, e osservava il tutto, immobile e attonito".
Una sola piccola bocca rossa, allora, è sufficiente a far scattare
la “malattia” dell'uomo, seduto ad un angolo della tavola, che si
fa irretire senza neanche accennare una resistenza. Victorine,
ancora, gli lancia uno sguardo malizioso. Uno sguardo carico di
disponibilità e di apertura dal quale si svilupperà la trama del
tradimento. Un'occhiata fulminante - si potrebbe ben dire - dalla
quale dipenderà la sorte sfortunata della povera Elisa. Senza
scomporsi o dare segnali di inquietudine la donna assiste
impassibile alle malefatte del marito, ne segue tutte le fasi,
cerca di comprenderne le ragioni più profonde.
La sua sofferenza non supera mai la frontiera dei suoi pensieri, i
suoi dubbi e la sua gelosia non si manifestano mai agli occhi
innamorati di Gilles. I suoi sentimenti sono compressi, chiusi
nella sfera delle sue percezioni più intime e nascoste. Si rende
conto del rischio che corre, ma non rinuncia alla speranza che,
prima o poi, tutto passerà lasciandole soltanto un brutto ricordo.
Di fronte al marito veste i panni dell'attenta confidente
ascoltando, perplessa, le sue confessioni senza quasi battere
ciglio come una madre accogliente e paziente. Elisa, però, è sola.
Nessuno la comprende. Le sue conoscenti la abbandonano e non si
preoccupano di aiutarla o di consolarla. Alcune anziane,
addirittura, mormorano con malignità al suo passaggio dipingendola
come una povera illusa persa dietro al suo grande amore. Il suo
dolore lancinante non ha confini. È sola con le sue sofferenze
indicibili mentre Gilles alterna fasi di vistosa irascibilità ad
atteggiamenti accondiscendenti ed affettuosi. Continua a
precipitare, lentamente ma inesorabilmente, nel buio di una
gelosia silenziosa dalla quale pare non essere più grado di
liberarsi. Una gelosia ispirata dalla vezzosa Victorine, incurante
della sofferenza che procura alla sorella. Un dolore solitario che
la consumerà, mese dopo mese, lasciandola nel mezzo di un percorso
tormentato senza via di scampo.
Portato sul grande schermo in queste settimane dal regista
francese Frédéric Fonteyne, ed interpretato da Emmanuelle Devos,
La donna di Gilles può essere considerato come un diario interiore
asciutto, con pochi fronzoli, nel quale vengono annotati con uno
stile freddo e impeccabile i passaggi che portano Gilles ed Elisa
a perdersi definitivamente. Anche il bambino che Elisa porta in
grembo durante le fasi iniziali del tradimento, è una vittima
inconsapevole delle loro incomprensioni. In effetti, il piccolo e
le sue sorelline più grandi sono chiusi in un terreno appartato ed
influente. Con la loro presenza non riescono a spostare
l'attenzione dei loro genitori, invischiati e persi nelle loro
passioni. Contano, insomma, davvero poco. Nel cuore di Elisa c'è
solo un posto libero, quello di Gilles. Se lui non desidera
occuparlo, la vita è privata del suo significato più autentico.
Tutto è perso per sempre.
crlrm72@hotmail.com
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