Un tempio della Memoria per Roma
di Samuel De Roche
[02 feb 06]

Dopo Gerusalemme, Parigi, Berlino e Washington, con molti anni di attesa,“il 16 ottobre 2008 Roma avrà il suo Museo della Shoah” grazie all’impegno del Comune di Roma, della Comunità ebraica, della Fondazione Figli della Shoah e la Spielberg Shoah Foundation. Il progetto ha avuto presentazione ufficiale a Villa Torlonia, esattamente nel luogo dove sorgerà il Museo dell’Olocausto, in coincidenza con le celebrazioni della giornata della memoria 2006. Il Museo sarà costruito in una zona storicamente rilevante. Sorgerà infatti accanto a quella che fu la residenza privata di Benito Mussolini, mentre poserà le sue fondamenta a ridosso dell’area dove sono conservate le catacombe ebraiche, risalenti a 18 secoli fa, testimonianza dell’antica presenza israelitica a Roma. Il progetto prevede una struttura di tremila metri quadrati, sviluppata su quattro livelli che, come ci dice Marcello Pezzetti, direttore scientifico del museo, all’ingresso della sezione aperta ai visitatori metterà in mostra una riproduzione di un forno crematorio. Proprio da questa stanza inizierà il percorso che porterà negli spazi dedicati alle testimonianze dei sopravvissuti, all’esposizione degli oggetti strappati ai deportati nei campi di concentramento, e dove si potrà approfondire il tema delle persecuzioni antisemite, con particolare riguardo alla storia italiana e romana. Così un’area speciale sarà destinata alla razzia del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943 durante la quale furono catturati e deportati ad Auschwitz 1022 ebrei romani, dei quali soltanto in quindici fecero ritorno. E una pietra nera con incisi i nomi dei 2091 deportati romani complessivi contraddistinguerà il museo all’esterno.

I lavori, che aspettano il via libera del Consiglio comunale romano dopo l’acquisizione dell’area, dovrebbero avere inizio il prossimo autunno e dureranno circa due anni, con un costo che si aggira intorno ai sei milioni di euro. Il nuovo Museo, di cui Luca Zevi e Giorgio Tamburini curano il progetto architettonico, si avvarrà anche delle tecniche più moderne. I tradizionali diari saranno affiancati da plastici e ricostruzioni grafiche. Ci sarà un grande spazio in cui verrà rappresentato il campo di concentramento di Birkenau, dove furono assassinati molti ebrei romani. Sono inoltre previste sale didattiche adibite a laboratori per ospitare seminari ed approfondimenti. Secondo gli ideatori tale struttura deve stimolare la ricerca sensibilizzando i giovani su un tema che per molti decenni è stato trascurato. Così il Museo si inserisce in un progetto contestuale alla corretta difesa della Memoria. E questo perché – ha sottolineato Amos Luzzatto, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, presente alla presentazione – “gli elementi di antisemitismo sono ancora radicati, minacciosi e preoccupanti. Il problema è capirne i motivi attraverso lo studio e l’indagine. E il Museo risponderà a questa esigenza, dove i giovani saranno i protagonisti”. Intanto il primo atto concreto è stato l’attribuzione di un nuovo indirizzo al luogo prescelto: Largo Simon Wiesenthal. Nella didascalia si legge “sopravvissuto alla Shoah e uomo di giustizia 1908-2005”. Il Museo, il primo di questa natura mai realizzato in Italia, avrà collaborazioni con gli altri musei della Shoah nel mondo soprattutto grazie alla Spielberg Shoah Foundation.

02 febbraio 2006


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