Elezioni 2006, la partita è aperta
di
Andrea
Mancia
[21 nov 05]
da
Ideazione, novembre-dicembre 2005
Scrivere di analisi statistiche pre-elettorali su una rivista bimestrale
può sembrare un esercizio temerario, soprattutto in un’epoca in cui
sondaggi ed exit-poll sono visti con sospetto da opinione pubblica e
analisti politici. Ma se affidarsi ai numeri degli istituti di ricerca
per prevedere con esattezza l’esito delle prossime elezioni è senza
dubbio azzardato, esaminare le intenzioni di voto raccolte in un periodo
più ampio può forse aiutarci ad individuare un trend statistico in vista
dell’aprile 2006.
Dalla fine del 2002 ad oggi, gli unici tre istituti di ricerca che hanno
condotto con frequenza regolare sondaggi (con dati pubblici) sulle
intenzioni di voto al proporzionale sono stati Ispo, Istituto Piepoli e
Swg. Nel grafico qui sotto, abbiamo scelto i dati Ispo perché meglio
“spalmati” nel corso degli anni. Per Swg, invece, non sono disponibili
dati dal settembre 2004 al luglio 2005. Mentre l’Istituto Piepoli, molto
presente dal luglio 2004 ad oggi, prima di allora ha compiuto
rilevazioni soltanto sporadiche. I dati di questi tre pollster saranno
analizzati compiutamente più avanti.
Altri sondaggisti – come Eurisko e Lorien – hanno registrato una
discreta attività nel 2005, ma sono quasi completamente assenti negli
anni precedenti. Per la cronaca, nei sondaggi condotti da Lorien il
vantaggio del centrosinistra al proporzionale è molto stabile (tra i 6 e
gli 8 punti percentuali), mentre i numeri di Eurisko oscillano con una
frequenza maggiore e l’Unione, che a gennaio e marzo aveva soltanto il
2% di vantaggio, adesso sarebbe davanti del 9%. Anche i dati di Ipr,
Dinamiche, Poggi e Coesis sono troppo isolati e frammentari per essere
trattati omogeneamente nel medio periodo. Ricordiamo comunque che per
tutti e quattro gli istituti di ricerca il centrosinistra, nelle ultime
rilevazioni, sarebbe in vantaggio al proporzionale, anche se con margini
diversi: Ipr +5%, Coesis e Poggi +6%, Dinamiche +8%. Infine, non sono
stati presi in considerazione i pollster attivi negli anni scorsi ma
che, per diversi motivi, non hanno condotto rilevazioni recenti: Ipsos,
Abacus, Unicab e Cirm.
Analizzando i sondaggi Ispo (l’Istituto per gli Studi sulla Pubblica
Opinione diretto da Renato Mannheimer) dall’ottobre 2002 ad oggi, si
nota immediatamente che i dati sono piuttosto omogenei tra loro. Non ci
sono, per esempio, sbalzi evidenti in ricerche compiute a breve distanza
l’una dall’altra. E l’unico scarto sensibile risale al dicembre 2003,
quando però erano passati sei mesi dalla pubblicazione dell’ultimo
sondaggio. A parte questo “buco”, Ispo ha sfornato sondaggi con
regolarità negli ultimi tre anni, disegnando un quadro in movimento dei
rapporti di forza tra le due coalizioni. Sorpassata dal centrosinistra
nel novembre 2002, la CdL si riprende in fretta e conduce sugli
avversari per i primi mesi del 2003. A febbraio ed aprile, il
centrodestra ha rispettivamente 5 e 4 punti percentuali di vantaggio, ma
a giugno questo margine si è volatilizzato. Dal dicembre 2003 in poi, i
numeri Ispo si consolidano a favore del centrosinistra: a fine anno il
vantaggio è del 3%, nel febbraio 2004 è salito al 6%, a maggio è al 7%,
a settembre scivola al 5% ma già a novembre è schizzato all’8%. L’inizio
del 2005 vede prima il centrodestra in lieve ripresa, poi di nuovo in
calo ed infine, ad ottobre, la sorpresa: la CdL risale al 45% ed è solo
a tre punti percentuali di distanza dal centrosinistra. Il dato è ancora
più interessante se si tiene presente il fatto che gli ultimi due
sondaggi di Ispo non calcolano più il Nuovo Psi nella coalizione di
centrodestra.
I numeri di Swg al proporzionale negli ultimi tre anni sono, invece,
piuttosto singolari. Nei primi mesi del 2003, quando quasi tutti gli
istituti di ricerca vedono ancora la CdL in vantaggio, Swg va in
controtendenza e “intuisce” il sorpasso del centrosinistra prima dei
suoi concorrenti: già a febbraio il centrodestra è sotto di 4 punti
percentuali, che scendono al 2% a giugno e salgono al 5% a settembre. A
dicembre, però, quando tutti vedono il centrosinistra davanti di 4-5
punti, Swg registra un distacco intorno all’1%, ma assegna all’Unione il
9% di vantaggio appena un mese dopo. Nel marzo 2004, il centrosinistra è
saldamente in testa (51-44), ma a maggio il suo vantaggio comincia a
scendere (4%) per annullarsi totalmente a settembre, quando le due
coalizioni vengono segnalate insieme al 47% (per Ispo, nello stesso
mese, il centrosinistra ha un vantaggio del 5%). I dubbi sulla solidità
dei dati sono legittimi, soprattutto perché dopo quasi dieci mesi senza
la pubblicazione di alcunché, Swg passa da una generale
“sopravvalutazione” della CdL ad una serie di tre sondaggi (luglio,
agosto e settembre 2005) in cui il centrosinistra è saldamente in testa
con un vantaggio che va dagli 8 ai 9 punti percentuali (50-42 a
settembre).
Malgrado la quasi totale assenza dalle scene prima del luglio 2004,
anche l’Istituto Piepoli (diretto, naturalmente, da Nicola Piepoli)
merita di essere preso in considerazione, non fosse altro perché ha
pubblicato ben 13 sondaggi soltanto negli ultimi dodici mesi. Già
dall’estate 2004 l’Istituto Piepoli si distingue dagli altri istituti di
ricerca perché, al proporzionale, disegna uno scenario con le due
coalizioni molto vicine tra loro. A luglio e agosto il centrosinistra ha
un vantaggio del 3%, che scende all’1% a settembre per poi risalire al
2% ad ottobre. Nel novembre e nel dicembre 2004, poi, come nel gennaio
2005, Piepoli vede i due schieramenti appaiati al 47%. Il centrodestra
inizia a perdere terreno a febbraio, quando ha uno svantaggio del 2% e
cala ancora ad aprile, quando il centrosinistra è davanti 50-45,
mantenendo lo stesso distacco anche a maggio. A giugno, però, il
distacco tra le due coalizioni è misurato intorno al 3% (50-47) e resta
stabile anche a luglio (49-46). Dopo il luglio di quest’anno, non sono
più disponibili sondaggi pubblici dell’Istituto, ma Piepoli all’inizio
di ottobre ha rilasciato un’intervista al quotidiano online Affari
Italiani in cui afferma che il vantaggio del centrosinistra è di 3-4
punti percentuali, con Forza Italia e Ds lievemente al di sopra del 20%
e An e Margherita appaiate al 12%.
Secondo Ispo e Istituto Piepoli, insomma, il vantaggio del
centrosinistra nei confronti della CdL sarebbe quantificabile intorno al
3%. In netto calo secondo Ispo, in lieve calo secondo Piepoli, che ha
sempre visto i due schieramenti molto vicini. In ogni caso, si tratta di
un distacco forse addirittura inferiore al margine standard di errore
statistico. Per Swg, invece, il centrosinistra può godere di un distacco
dell’8-9%, assai più tranquillizzante, che non è stato in alcun modo
scalfito negli ultimi mesi.
Almeno un fatto, però, mette d’accordo tutti gli istituti di ricerca:
sommando i voti raccolti dai suoi partiti alla proporzionale, il
centrodestra recupera una parte dello svantaggio accumulato nei sondaggi
condotti su base maggioritaria. E non si tratta di un recupero modesto.
Prendendo in considerazione soltanto gli ultimi dodici mesi, facciamo
qualche esempio. Nel settembre 2004, Swg e Ispo al proporzionale
vedevano rispettivamente un pareggio (47-47) e un vantaggio del 2% per
il centrosinistra (47-45). Gli stessi sondaggi, al maggioritario,
registravano un margine del 6% e del 15% a favore dell’Unione. Sei punti
percentuali di differenza sono molti. Tredici sono un’enormità.
Nell’aprile 2005, secondo Ispo il vantaggio del centrosinistra alla
proporzionale era del 5% (48-42). Al maggioritario questo distacco
lievitava fino a 16% (53-37). Negli ultimi sondaggi condotti da Ispo e
Lorien sia al maggioritario che alla proporzionale, il vantaggio di 7
punti dell’Unione cresceva fino al 14%. Una buona stima, considerando i
dati aggregati di tutti i pollster, è proprio questa: con la
proporzionale, il centrodestra più o meno dimezza lo svantaggio dal
centrosinistra nei sondaggi.
Un altro problema per l’Unione, con la nuova legge elettorale, è causato
dalla soglia di sbarramento del 2% per i partiti inseriti in una
coalizione (per quelli che corrono da soli, lo sbarramento è al 4%).
Ebbene, secondo i sondaggi più recenti, sono almeno cinque i partiti del
centrosinistra che si trovano pericolosamente vicini a questa soglia:
Verdi (per tutto il 2005 al 3% ma negli ultimi mesi in calo), Comunisti
italiani (che per tutto l’anno sono oscillati tra l’1 e il 3%), Di
Pietro (mai sopra il 2% in nessun sondaggio dal novembre 2004 ad oggi),
Sdi (qualche volta al 3% per Eurisko, ma all’1% per tutti gli altri) e
Udeur (mai sopra il 2% dal 1999, ma in crescita negli ultimi mesi). Chi
più chi meno, tutti questi partiti rischiano in teoria di restare fuori
dal prossimo Parlamento. E questo rischio aumenterebbe in caso di
presentazione di una lista unica tra Ds e Margherita, potenzialmente in
grado di attirare elettori anche dagli altri partiti
dello schieramento.
A cinque mesi dal voto, la partita per le prossime elezioni politiche è
ancora aperta.
21 novembre 2005
mancia@ideazione.com |