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        Forza Italia giovani: piccoli politici cresconodi Nicoletta Mele
 
 Si è trattato senz’altro di una scommessa vinta. E l’impressione è che 
        oggi Forza Italia abbia davvero una classe dirigente giovanile 
        all’altezza delle nuove sfide della politica. In pochi anni si è infatti 
        riusciti a costruire e radicare un movimento – Forza Italia Giovani, il 
        cui coordinatore nazionale è Simone Baldelli – in grado di interloquire 
        con protagonismo con i parlamentari e gli eletti nel territorio. Lo si è 
        visto a Fiuggi dove si è svolta la seconda conferenza programmatica del 
        movimento giovanile azzurro: un meeting che ha attestato, per chi avesse 
        ancora dubbi, la qualità e la motivata partecipazione di quadri 
        giovanili desiderosi di dire la loro e rappresentare quel “valore 
        aggiunto” che solo la forza dell’età e l’entusiasmo possono fornire al 
        primo partito politico italiano. E giustamente, come hanno sottolineato 
        molti dei partecipanti, è proprio delle giovani generazioni reclamare il 
        diritto a partecipare nel momento in cui si decidono le grandi riforme 
        del paese. Non a caso, è stato un approccio realistico e riformistico 
        quello che ha accomunato tutti gli interventi, davvero lontani da 
        qualsiasi nostalgia della vecchia politica ideologica.
 
 Così, Beatrice Lorenzin, coordinatrice regionale di FI Giovani e 
        consigliere comunale di Roma, ha raccontato alla platea di Fiuggi 
        l’excursus storico della nascita e della crescita del movimento 
        giovanile azzurro: “L’impegno politico di questi anni – ha poi spiegato 
        – ci ha portati naturalmente a interessarci e coinvolgerci con il 
        processo di grandi riforme in corso, reclamando con passione il nostro 
        diritto a vedere un concreto cambiamento dell’Italia che permetta a noi 
        giovani di essere sempre più liberi, di avere più opportunità per 
        affermarci, di sperare in tempi brevi in una formazione davvero adeguata 
        e in un mondo del lavoro che, finalmente, non sia più un miraggio 
        irraggiungibile, ma possa essere la porta reale del nostro futuro 
        personale”. Come a dire che per i convenuti a Fiuggi non contano tanto 
        le appartenenze e le identità quanto la voglia di contribuire 
        concretamente al cambiamento del paese. Un cambiamento che, già 
        nell’impostazione della conferenza, è stato definito attraverso cinque 
        precisi campi d’intervento: il lavoro, innanzitutto, e poi la scuola, 
        l’università, le tossicodipendenze, l’Europa. Cinque emergenze, cinque 
        impegni, sui quali sono state costituite apposite commissioni che hanno 
        prodotto specifici documenti.
 
 E forse proprio il tema della modernizzazione del mercato del lavoro 
        italiano è stato quello che ha maggiormente coinvolto i partecipanti. 
        Intervenendo Angelo Santori, vicepresidente della commissione Lavoro di 
        Montecitorio, ha avuto il compito di illustrare nel dettaglio i punti 
        della riforma in corso del mondo del lavoro: “Noi parlamentari – ha 
        spiegato – abbiamo il dovere di dare informazioni esatte e puntuali di 
        quanto sta avvenendo a livello governativo e parlamentare, visto che 
        oggi questa esattezza sta venendo meno soprattutto a causa di una 
        informazione non adeguata da parte dei grandi organi di informazione". 
        Il deputato di Forza Italia ha voluto spiegare come “in questo periodo 
        di grandi cambiamenti, ci si trova di fronte ad un difficile dialogo 
        sociale, che in parte trova fondamento nella mancanza d’informazione 
        adeguata. Il problema - ha aggiunto - non è solo economico ma anche di 
        ordine sociale e per questo motivo il governo ha preferito sostenere 
        delle azioni per la riforma degli ammortizzatori sociali e la 
        realizzazione di un mercato del lavoro più efficiente e trasparente”.
 
 Santori ha quindi affrontato il tema della riforma del collocamento che, 
        proprio in questi giorni, ha modificato il vecchio ordinamento con 
        l'introduzione di un'agenda dei disoccupati, “categoria” non più intesa 
        nel senso di soggetti semplicemente in cerca di un'occupazione ma come 
        coloro che sono immediatamente disponibili a svolgere o cercare 
        un'attività lavorativa, attraverso la quale le aziende si rivolgeranno 
        all'interessato con una chiamata diretta”. Grande la sintonia tra quanto 
        illustrato tra il parlamentare e la relazione elaborata dalla 
        commissione giovanile, soprattutto laddove si punta sull’incentivazione 
        dei giovani verso nuove iniziative lavorative. “In questa direzione - ha 
        infatti concluso Santori – in Parlamento stiamo lavorando per la 
        creazione ed il rafforzamento di centri di informazione che consentano 
        ai giovani di utilizzare i fondi erogati dalle regioni e dalla Comunità 
        europea sia per iniziative imprenditoriali giovanili e sia per la 
        creazione di imprese con una congrua occupazione femminile”.
 
 Concreti e strategici anche gli altri interventi e le altre relazioni di 
        Fiuggi che hanno registrato la presenza di autorevoli uomini politici, 
        tra i quali il capogruppo al Parlamento europeo Antonio Tajani, 
        l’europarlamentare Giuseppe Nisticò, il senatore e sottosegretario per i 
        Rapporti con il Parlamento Cosimo Ventucci. Esplicite le parole di 
        Tajani: “Siamo aperti – ha spiegato – al vostro idealismo per cercare, 
        insieme, di cambiare in positivo il paese. Noi facciamo nostre le idee 
        dei giovani”. Una disponibilità, questa, che è stata del resto 
        confermata da tutti gli intervenuti, parlamentare nazionali ed europei, 
        amministratori locali e dirigenti del partito presenti. In particolare, 
        i giovani di Forza Italia si sono mostrati sensibili al tema della 
        costruzione europea e ai lavori della Convenzione. “Oggi siamo chiamati 
        – si leggeva nel documento-mozione dell’apposita commissione – a 
        lavorare per un’Unione più semplice, più forte, con istituzioni più 
        trasparenti, vicine alle esigenze dei cittadini e in grado di assumere 
        le proprie responsabilità sulla governance della globalizzazione. 
        L’Europa che i giovani di Forza Italia vogliono è un’Europa di libertà e 
        di dinamismo, un’Europa solidale, un’Europa in grado di offrire maggiori 
        opportunità, un’Europa con una sola voce ma con una pluralità di 
        coscienze”.
 
 Su questo tema, come su quelli della scuola, dell’università e delle 
        tossicodipendenze, i giovani azzurri – a cominciare dai dirigenti 
        nazionali Simone Baldelli e Marco Casella – hanno confermato attenzione, 
        preparazione e capacità di elaborazione. Particolarmente sentito e 
        sviscerato il problema delle tossicodipendenze. Cosa succederebbe, 
        infatti, se una persona venisse completamente lasciata a se stessa, 
        senza guida, senza regole, senza binari sicuri su cui procedere? 
        Accadrebbe – è questa l’analisi registrata nell’apposita commissione – 
        che inevitabilmente, verrebbe portata a “deviarsi”: il suo percorso di 
        vita non sarebbe più formativo e valido per la società tutta ma, sarebbe 
        la premessa per diventare una scheggia all’interno del mondo civile. In 
        questa chiave, la conferenza ha affrontato le tossicodipendenze 
        nell’ambito di un discorso di prevenzione e recupero del tossico. “Al 
        centro dei nostri ideali – si è letto nelle conclusioni del lavoro della 
        commissione – c’è l’attenzione per l’individuo e il recupero totale del 
        tossicodipendente, recupero inteso anche come rimozione definita del 
        problema. Pertanto il recupero deve essere pensato e portato avanti 
        tenendo sempre in considerazione più aspetti: quello medico, quello 
        sociale, quello di ordine pubblico, strettamente connessi tra loro.
 
 Un bilancio dell’incontro di Fiuggi? E’davvero il caso di dire che 
        “piccoli politici crescono”. I prossimi anni saranno probabilmente 
        quelli della loro più attiva “discesa in campo”. Insomma, se il futuro è 
        dei giovani, essi vogliono essere in grado di affrontare da protagonisti 
        le nuove sfide. La politica del terzo millennio può ben sperare. C’è una 
        fetta di generazione che pensa e progetta la politica oltre le vecchie 
        ideologie e le utopie antagoniste. Con la voglia e la speranza di 
        migliorare l’Italia.
 
 25 aprile 2002
 
 nicoletta.mele@katamail.com
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